ABBADÌA s.f.

0.1 abadia, abadie, abatia, abatigia, abbacia, abbadia, abbatia, badia, badie, batia.

0.2 Lat. abbatia (LEI s.v. abbatia).

0.3 Doc. colt., XII ex. (2): 1.

0.4 In testi tosc. e corsi: Doc. colt., XII ex. (2); Doc. fior., 1211; Doc. sen., 1235; Doc. prat., 1275; Doc. montev., 1321; Doc. aret., 1335-38; Libro vermiglio, 1333-37 (fior.); Stat. pis., a. 1340; Doc. amiat., 1359; Doc. cors., 1365.

In testi sett.: Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.); Cinquanta miracoli, XIV pm. (ven.).

In testi mediani e merid.: Ranaldo da M. Albano, c. 1350 (perug.); Doc. orviet., 1339-68; Anonimo Rom., Cronica, XIV.

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.); Lett. palerm. (?), 1370.

N Att. prevalentemente tosc.; in testi non tosc. non si rilevano forme distinte, tranne forse abbatia e abatia in testi sic.

0.5 Locuz. e fras. la Badia a Spazzavento 1.3; panellini di Badia 1.2.

0.6 N La distinzione tra abadia e badia è tutt'altro che sicura, dovunque preceda a, e dipenderà non poche volte dai criteri dell'editore. abbatia in Doc. colt., XII ex. (2) è probabilmente un latinismo, e non basta per includere abbazia tra le forme att. nel corpus; tuttavia l'esistenza di tale forma è garantita da una rubrica in lat. notarile della Lira 2 di Siena del 1231-32: «De p(o)p(u)lo abbaçie S(an)c(t)i Donati» (Doc. sen., 1231-32, pag. 67.1).

Le forme abadia e badia sono att. già in doc. latini del X e del XII sec.: «in eclesia S(an)c(t)e Flore qui est posita infra isto comitato Artino qui vocitur Abadia» (Arezzo, 977), «de t(er)ra badie exiebat serviti(um) una media op(er)a de bovis...» (Badia di Passignano, 1101): cfr. GDT, pp. 3-4.

0.7 1 Istituzione monastica retta da un abate o da una badessa (in quanto ente e in quanto complesso architettonico). 1.1 [I valori positivi propri dell'istituzione]. 1.2 Fras. Panellini di Badia. 1.3 Fras. La Badia a Spazzavento. 2 Organizzazione e insediamento dello stesso tipo di una abbazia, ma non cristiano. 3 Dignità, carica di abate.

0.8 Pietro G. Beltrami 10.03.1998.

1 Istituzione monastica retta da un abate o da una badessa (in quanto ente e in quanto complesso architettonico).

[1] Doc. colt., XII ex. (2), pag. 16.1: sì denm(o) uno pecctio d(i) t(er)ra p(er) nome di ca(n)bio a Stefano cellaraio ricevente p(ro) abbadia, la quale t(er)ra èt posta a Loto, unde abbatia habet d(e) o(mn)i lat(e)re.

[2] Doc. fior., 1211, pag. 36.21: I(n) nomine D(omi)ni, ame(n). Arnolfino porta seco ala Badia lib. CIII (e) s. xv di veronesi, ke i tolle(m)mo da Qualterotto.

[3] Cinquanta miracoli, XIV pm. (ven.), pt. 2, 15, pag. 35.10: Avene che ella arivà ad una abadia e li frari la recevete in lo so monaster...

[4] Doc. amiat., 1374, 24, pag. 113.33: Io dopno Girolamo di Va(n)nicello dall'Abbadia, rectore de la chiesa di Monticello, fui p(re)sente a le p(re)d(e)c(t)e tutte (et) ciaschedune chose, e p(er)ché no(n) c'era altro notaio fui preghato che di mia mano ciò che disopra...

[5] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 27, pag. 251.22: Là fuoro milli cavalieri fra Romani e sollati, fu lo puopolo de Tivoli e de Velletri, e lle masnate delle communanze intorno e della badia de Farfa, e de Campagna e della Montagna.

1.1 [I valori positivi propri dell'istituzione].

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 22.76, vol. 3, pag. 365: Le mura che solieno esser badia / fatte sono spelonche, e le cocolle / sacca son piene di farina ria.

1.2 Fras. Panellini di Badia. || GDLI s.v. panellino cita la locuz. Essere panellino di Badia 'essere promesso o impegnato con altri' da Angelo Monosini, Floris italicae linguae libri novem, Venezia 1604. Nell'es. cit., l'allusione, secondo l'ed., è invece «probabilmente a quei «panellini benedetti», fatti di pane azzimo, che venivano distribuiti dai religiosi in particolari festività» (la Badia in questione è quella di Firenze).

[1] Dom. Benzi, Specchio umano, a. 1347 (fior.), pag. 345.15: Quel [[pane]] del comune si dava alle chanove sì come per adrieto è detto. E questo die non vollono le persone di quel del comune, imperò che pareva panellini di Badia ed era nero e rusticho e liscoso, ed era molto chrudelissimo a vedere.

1.3 Fras. La Badia a Spazzavento. || Cfr. anche abate.

[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 34, pag. 79.27: e disse ad uno suo paggetto, acconciasse i cavalli nella stalla, ed egli andò cercando per la casa, se fuoco o legne d'accenderlo trovasse: niuno bene vi trovò, però che era povero scudiere, e la sua magione parea la Badìa a Spazzavento.

2 Organizzazione e insediamento dello stesso tipo di una abbazia, ma non cristiano.

[1] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 148, pag. 220.27: dico che verso mezzodie àe u· llago che gira ben XXX miglia, e tutto d'intorno à be' palagi e case fatte meravigliosamente, che sono di buoni uomini gentili; ed àvi monisteri e abadie d'idoli in grande quantità.

[2] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 8, pag. 57.3: Nel detto paese ha una badia di più di dumilia monaci onestissimi e idolatri, e havi un'altra maniera di religiosi che mai non mangiano altro che crusca molle e quasi digiunano tutto l'anno...

3 Dignità, carica di abate.

[1] Lett. palerm. (?), 1370, pag. 131.4: Lu abbati di Nonantula avi renunciatu la abbacia et voli essiri monacu in Monti Cassino.

[u.r. 09.07.2018]