ABBAIARE v.

0.1 abai, abaia, abaiando, abaiante, abaianti, abaiare, abaiasse, abaiato, abaiava, abaierà , abaino, abaiò, abalgiare, abbai, abbaia, abbaiando, abbaiano, abbaiante, abbaianti, abbaiar, abbaiare, abbaiassono, abbaiato, abbaiava, abbaiavar, abbaiavono, bagiando, bagiar, bagiare, bagiasse, baglia, baia, baiare, baja.

0.2 LEI s.v. *bai‑ 'grido del cane' (4, 432.21).

0.3 <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>: 1.

0.4 In testi tosc.: <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Fiore, XIII u.q. (fior.); Simintendi, a. 1333 (prat.); Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.).

In testi sett.: Giacomino da Verona, Babilonia, XIII sm. (ver.); Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.).

In testi mediani e merid.: Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.); Anonimo Rom., Cronica, XIV.

0.7 1 Emettere il suono proprio del cane (detto del cane stesso o di altro animale o persona la cui voce gli somigli o lo imiti). 1.1 Sost. Il suono del cane, o l'atto di emetterlo. 1.2 Manifestare aggressività con la voce (detto del cane). 1.3 Fig. Esprimersi con violenza, come un cane che abbaia; imprecare o manifestare dolore (detto spregiativamente). 2 Parlare con cattiva intenzione, sparlare (detto spregiativamente).

0.8 Pietro G. Beltrami 10.03.1998.

1 Emettere il suono proprio del cane (detto del cane stesso o di altro animale o persona la cui voce gli somigli o lo imiti).

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 3, cap. 7, pag. 99.18: Il cane, vedemo che quando abbaia troppo tosto, sentendo solamente venire alcuna persona, che 'l suo abbaio è altresì tosto all'amico come al nemico.

[2] Giacomino da Verona, Babilonia, XIII sm. (ver.), 108, pag. 642: Ked i çeta tutore, la sera e la doman, / fora per mei' la boca crudel fogo çamban, / la testa igi à cornua e pelose le man, / et urla como luvi e baia como can.

[3] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. IV, pt. 3, cap. 30, pag. 122.8: in lui [[scil. il lupo]] habunda humidità in la testa in tanta quantità ke 'l priva d'un senso, cioè de l'odorato, ke non sente ponto per odorato; (et) questa ène la casgione perké urla, acciò ke i cani sentendo lui urlare abaino, (et) per lo ab[a]iare el lupo sente in qual parte stano le pecore per l'odito.

[4] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 6, cap. 20, pag. 191.17: la schiuma che cade del cane rabioso, e budella di lupo cerviere e d'uno nodo d'una bestia che à nome iene. (Molti dicono che è un serpente che nasce de la schiena de l'uomo, ed usa per li sepolcri et abaia come mastino, e pascesi di ciaravella di uomini morti).

[5] Intelligenza, XIV in. (tosc.), 102.6, pag. 170: Il mar divenne rosso assai turbato, / e i Carriddi abbaiavar come cani; / l'imagini del tempio lagrimaro, / le bestie alpestre in Roma il dí veniaro, / le fiere v'apparian di luoghi strani. || Si noti la forma fior. con scambio di ‑r(o) per -no.

[6] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 78, pag. 171.30: E così Ugolotto apre l'uscio, e stropiccia la spada al muro. - Chi è la? ove se', ladroncello? - Ballerino comincia a latrare, o baiare come un cane, e fare come quando al cane sono tirati gli orecchi.

[7] Tristano Veneto, XIV, cap. 5, pag. 61.5: Et lo levrier, lo qual vardava el so signor et qu'ello havea paura qu'ello non lilo tolesse, quando ello li ssenté versso lui vignir, ello saltà suso et sì conmenzà a bagiare.

1.1 Sost. Il suono del cane, o l'atto di emetterlo.

[1] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 3, vol. 1, pag. 117.18: Le parole mancano all'animo: l'aria rinsuona dell'abbaiare de' cani.

[2] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IX (ii), par. 31, pag. 503.19: Oltre a questi principali nomi, son chiamate appo quegli d'inferno, cioè appo gli uomini di bassa e infima condizione, «cani»: per ciò che [[...]] non potendo ad altro atto di vendetta procedere, furiosamente gridando abbaiano come fanno i cani, li quali contro a lor maggiori niuna altra cosa adoperano che l'abbaiare.

1.2 Manifestare aggressività con la voce (detto del cane).

[1] Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.), 155, pag. 33: Lacèru et fume et ploia de la casa te cacça. / Gridatore non placeme, volio ke tte desplacça. / Lu gucçu abai all'omini, lu levoreru tacça: / 'Ntra la cornacia e· ll'aquila ben say ki plu· mmenacça.

[2] Fiore, XIII u.q. (fior.), 69.11, pag. 140: Se ·ttu lo sfidi [[sc. Mala-Bocca]] o batti, e' griderà, / Chéd egli è di natura di mastino: / Chi più 'l minaccia, più gli abaierà .

[3] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 194.60, pag. 212: Fiorenza accorta, se il ver discerno, / quel tiranno pisan domasti quando / di Signoria i[l] levasti a te nimica; / sí che, da poi che non t'era amica / la forza sua, ma come can rabbioso / vegendo divorar ciascun umano, / col tuo poder sovrano / di grande altezza il conducesti in loco / che può ben abbaiar, ma morder poco.

[4] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 26.14, pag. 61: Doncha che te ne pare? or che faremo? / Dime, se sai, consilglio alcun chi vaglia, / ché de paura già quasi ch'i' tremo, / che senza colpa non abiam travaglia, / perché mi penso a qual condicion semo / chon aspri veltri che 'ntorno ci baglia.

1.3 Fig. Esprimersi con violenza, come un cane che abbaia; imprecare o manifestare dolore (detto spregiativamente).

[1] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 200.2: Inl'anno del segnor CDXCIV Lyo primo imperà anni XVII. Allexandro et Egypto per lo error de Dyoschoro heretigo deventando languido, implida in lo mondo la canina rabia, de spirito comenzà abalgiare.

[2] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 3, pag. 409.16: Nessuna sa da mal dire costrignere la lingua, e per perdere uno uovo tutto dì come cane non abbai, e che per poca cosa tutta la vicinanza non turbi.

2 Parlare con cattiva intenzione, sparlare (detto spregiativamente).

[1] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 6, ott. 7.8, pag. 178: Ma mio poter farò quinci fuggirmi, / se conceduto non mi fia 'l venire / in altra guisa, e con teco reddirmi / com'io promisi; e vada dove gire / ne vuole il fumo, e ciò che può seguirmi / di ciò ne siegua, ch'anzi che morire / di dolor voglia, voglio che parlare / possa chi vuole e di me abbaiare».

[2] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 7, pag. 30.8: Per la grazia di Dio istiamo bene; io sono in tutto guarito, e al bagno avemo avuto molto bene. Iddio n'abbia lode. Io vi prego che voi e tutte l'altre vi diate a trovare Cristo e puoi tutte le virtù, però che, abbai el mondo se sa, che beati se 'l faremo; et io ve ne priego e conforto.

[u.r. 06.03.2007]