ABBAIO s.m.

0.1 a baglio, abaio, abbaio.

0.2 Da abbaiare. || Per tenere ad abbaio (1.1) cfr. LEI s.v. batare (5, 265.37); ma vi si deve riconoscere un equivalente della locuz. tenir en aboi schedata dal DMF, p.41 (con att. del 1451), in senso fig. a partire dal senso proprio di «situation de la bête qui, après avoir longtems fui, s'arrête et fait tête aux chiens qui l'entourent et aboient furieusement». È però possibile che si tratti di uno sviluppo italiano autonomo (la locuz. non è att. in TL, s.v. abai).

0.3 <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>: 1.

0.4 In testi tosc.: <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>.

In testi mediani e merid.: Anonimo Rom., Cronica, XIV.

0.5 Locuz. e fras. ad abbaio 1.1; tenere ad abbaio 1.1.

0.7 1 L'abbaiare dei cani. 1.1 Locuz. avv. Ad abbaio. Fras. Tenere ad abbaio: tenere alle strette, costringere sulla difensiva.

0.8 Roberta Cella 18.01.2002.

1 L'abbaiare dei cani.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 3, cap. 7, pag. 99.19: Il cane, vedemo che quando abbaia troppo tosto, sentendo solamente venire alcuna persona, che 'l suo abbaio è altresì tosto all'amico come al nemico.

1.1 Locuz. avv. Ad abbaio. Fras. Tenere ad abbaio: tenere alle strette, costringere sulla difensiva.

[1] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 204.9: Questo Aniballo ruppe la pace a Romani [[...]] Puoi deo la voita in Campagna a Montecasino, e là li venne alla frontiera Fabio lo saputo con granne oste e tennelo ad abaio anni tre. Po' li tre anni fuoro mutati li capitanii.

[2] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), [1379] 79.418: Tutta la gente, - tutti i cieli el sanno / el peccato e l'inganno / e 'l grande affanno - che gli ài sempre fatto; / el savio non è matto, / ma 'l fo pur brutto tratto - del bersaglio, / tenerlo a baglio / e fare el suo terraglio...

[u.r. 21.03.2005]