ABBANDONARE v.

0.1 abandona, abandonâ, abandonà , abandona', abandonada, abandonade, abandonadha, abandonado, abandonai, abandonale, abandonam, abandonammo, abandonan, abandonando, abandonandole, abandonandomi, abandonandosi, abandonano, abandonansi, abandonante, abandonao, abandonar, abandonâr, abandonarà , abandonarai, abandonarallo, abandonaràs, abandonarci, abandonare, abandonarete, abandonareve, abandonari, abandonarj, abandonarme, abandonar-me, abandonarmi, abandonaro, abandonarò, abandonarommi, abandonaron, abandonaròne, abandonarono, abandonarsi, abandonarti, abandonaru, abandonarvi, abandonaso, abandonasse, abandonassero, abandonassi, abandonassimo, abandonaste, abandonasti, abandonat', abandonata, abandonatala, abandonate, abandonati, abandonatigli, abandonato, abandonatu, abandonau, abandonava, abandonavano, abandone, abandonèlo, abandonerà , abandonerai, abandoneranno, abandonerebbero, abandoneremo, abandoneresti, abandoneret', abandonerò, abandoneroe, abandoni, abandoniamo, abandoniate, abandoniè, abandonilo, abandonino, abandono, abandonò, abandonó, abandonoe, abandonòe, abandonolla, abandonoro, abandugninu, abanduna, abandunandu, abandunanu, abandunare, abandunari, abandunarianu, abandunaru, abandunassi, abandunassiru, abandunata, abandunati, abandunatu, abandunau, abandunaumi, abandunava, abandunavanu, abandunay, abanduni, abandunimu, abandunirala, abandunj, abandunu, abannonao, abannonare, abannonata, abannonate, abannonati, abannonato, abannonava, abannone, abannonete, abbandona, abbandonai, abbandonammo, abbandonammol, abbandonando, abbandonandolo, abbandonandosi, abbandonano, abbandonansi, abbandonante, abbandonanti, abbandonar, abbandonâr, abbandonár, abbandonarà , abbandonaranno, abbandonarave, abbandonare, abbandonarla, abbandonarle, abbandonarlo, abbandonarmi, abbandonaro, abbandonarò, abbandonâro, abbandonarono, abbandonarsi, abbandonarti, abbandonasse, abbandonassero, abbandonassi, abbandonassono, abbandonaste, abbandonasti, abbandonata, abbandonatala, abbandonate, abbandonatevi, abbandonati, abbandónati, abbandonato, abbandonava, abbandonavan, abbandonavanlo, abbandonavano, abbandonerà , abbandonerae, abbandoneràe, abbandonerai, abbandoneranno, abbandonerassi, abbandoneratti, abbandonere'ti, abbandonerebbe, abbandonerebberti, abbandoneremmo, abbandoneremo, abbandonerestila, abbandonerò, abbandoneroe, abbandoni, abbandoniam, abbandoniamo, abbandoniamola, abbandonino, abbandonisi, abbandono, abbandonò, abbandonoe, abbandonòe, abbandonogli, abbandonone, abbandonòno, abbandonoronlo, abbandonorono, abbanduna, abbandunamu, abbandunari, abbandunaru, abbandunasti, abbandunastimi, abbandunata, abbandunato, abbandunatu, abbandunau, abbandunavanu, abbanduniria, bandonada, 'ban donassi, bandonasti, habandonà , habandonao, habandonar, habandonarea, habandonassem, habandonate, habandonato.

0.2 Fr. abandonner (DELI 2 s.v. abbandonare). || Da a ban donner, francone *ban: FEW XV s.v. *ban.

0.3 Poes. an. ravenn., 1180/1210: 2.1. || In antrop., nomi come Abandonati e Ab(b)andonatus si trovano in doc. toscani fin dal 1145: GDT, p. 5.

0.4 In testi tosc.: Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.); Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.); Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Lett. sen., XIII u.v.; Lett. pist. 1320-22; Simintendi, a. 1333 (prat.).

In testi sett.: Poes. an. ravenn., 1180/1210; Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.); Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.); Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.); Disticha Catonis venez. (ed. Mascherpa), XIII t.q.; Caducità , XIII (ver.); Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Paolino Minorita, 1313/15 (venez.); Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Stat. perug., 1342; Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Destr. de Troya, XIV (napol.); Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. abbandonare la vita 2.1.1; abbandonare vita 2.1.1; abbandonare il freno 1.4.1; abbandonare le redini 1.4.1; abbandonare il timone 1.4.1.

0.7 1 [Con signif. fondamentale di assenza o cessazione di controllo, dominio, guida, cura, sostegno:] lasciare in balia di sé o di altri, lasciare senza difesa (anche fig.). 1.1 Lasciar la presa, lasciar cadere. 1.2 Lasciare senza cura, senza coltivazione, uso (detto di poderi e altri beni). 1.3 Venir meno a (con sogg. per lo più astratto: vita, virtù, sentimenti, facoltà, il sangue in quanto principio vitale). 1.4 Lasciarsi andare ad azioni o movimenti senza opporre resistenza (in senso proprio e fig.), fare qualcosa senza frenarsi, impegnarsi in un'impresa. 1.5 Concedere o concedersi in potere, affidare, affidarsi (anche fig.). 2 [Con signif. fondamentale di distacco:] allontanarsi da, separarsi da, distaccarsi da (un luogo, un percorso, una persona, un oggetto; anche fig.). 2.1 [Con valore di privazione:] rinunciare a, separarsi da, privarsi o essere privato di. 2.2 Allontanare dai propri sentimenti, dai propri pensieri, mettere in non cale, trascurare (con oggetto astratto). 2.3 Uscire da uno stato, da una condizione, lasciare il servizio, un servizio (anche fig.), venir meno a un dovere. 3 [Con signif. fondamentale di cessazione:] mettere fine a qualcosa, cessare di far qualcosa o di parteciparvi, ritirarsi, rinunciare. 3.1 Assol. Rinunciare, darsi per vinto; [con sogg. astratto:] finire. 3.2 Scoraggiarsi. 4 [Con signif. fondamentale di omissione:] lasciar perdere, non cogliere. 4.1 Tralasciare, omettere di dire, di esporre.

0.8 Pietro G. Beltrami 11.06.2002.

1 [Con signif. fondamentale di assenza o cessazione di controllo, dominio, guida, cura, sostegno:] lasciare in balia di sé o di altri, lasciare senza difesa (anche fig.).

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 587, pag 620: Iesù de gloria, no me abandonar, / marcé Te clamo, pur q'el Te plaça a far, / qe Tu me degne secorrer et aidar...

[2] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 128.10: Dice una legge: «Se 'l signore della nave n'abandona per fortuna di tempo et un altro va a governarla e scampa la nave, sia sua».

[3] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 5, pag. 193.18: Et anche: ricompera Domenedio l'anime di servi tui et nonn- abandonare tutti quelli che sperano in te.

[4] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 39, pag. 503.24: Andragazio [[...]] per maraviglioso iudicio di Dio, apparecchiandosi con fornimento di mare d'assalire e confondere il nemico, per aguato che non si ne accorgesse, per sua volontà abbandonò il luogo e la via, la quale chiusa tenea.

[5] Poes. an. fior., XIII sm., 14, pag. 15: E degiemi rilevare e dami lo tuo conforto, / se tu m'abandonassi io sono chome nave rotto...

[6] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 1.12, pag. 141.10: Giano della Bella sopradetto, uomo virile e di grande animo, era tanto ardito che lui difendeva quelle cose che altri abbandonava, e parlava quelle che altri tacea...

[7] Fazio degli Uberti, Rime varie, a. 1367 (tosc.), 1.79, pag. 41: Canzon, non so pensare a cui ti scriva, / ché non trovo che viva / nel mondo disperato com'io sono: / e però t'abandono, / e vanne pur dovunque più ti piace, / ché certa se' ch'i' non avrò mai pace.

[8] S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.), cap. 144, pag. 328.19: - Sai tu, carissima figliuola, che modo Io tengo per levare l'anima imperfetta dalla sua imperfezione? Che alcuna volta Io la proveggo con molestie di molte e diverse cogitazioni, e con la mente sterile. Parrá che sia tutto abandonata da me, senza veruno sentimento...

1.1 Lasciar la presa, lasciar cadere.

[1] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 13.114, pag. 244.9: come uomo quando sprovedutamente avendo preso con mano una cosa spaventevole, quella conosciuta di subito abandona.

[2] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 11, pag. 203.8: Et zo dichendu, la Camilla cadia in terra et abandunava l'armi; et inclinandu la testa, la vita cum plantu siùndi andau.

[3] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 5, pag. 97.19: Nentimancu Palinuru, lu primu guidaturi di li navi, in la menza nocti gubernava lu naviliu sicundu li paria; et subitamenti audiu plachivili risponsi, per li quali li marinari abandunavanu li rimi, sidendu supra li loru aspri seggy, et eranu quasi tucti adurmintati, quandu killa vuchi vinni a pPalinuru et sì li dissi...

1.2 Lasciare senza cura, senza coltivazione, uso (detto di poderi e altri beni).

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 4, cap. 6, pag. 303.10: Et così al pigro ognie tempo nuoce; et in verità il molto riposo sì fa pigri gli uomini che quasi tutte le lor cose abbandonano e lascialle non cultate.

[2] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 496, vol. 1, pag. 313.33: Anco, conciò sia cosa che li cittadini di Siena, e' quali ànno li poderi nel contado di Siena, molto sieno gravati da li contadini per li mezaiuoli, e' quali ànno ne li loro poderi, e' quali gravano essi mezaiuoli, imponendo alloro li datii intollerabili, sì che magiormente volliono abandonare li poderi et non lavorare, che cotali gravamenti ricevere...

[3] Stat. pis., a. 1327, L. 4, cap. 92, pag. 231.43: Et se alcuna persona mettesse alcuno bottino in alcuna montagna, cioè in alcuna via puplica la quali ve uzi personi, et quello chotali bottino, overo fossa che fusse, si lassasse di lavorare: che lo maestro del suprascripto bottino overo fossa ansi che la l'abandoni sia tenuto et debbia lo suprascripto bottino o fossa murare...

[4] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XIII, cap. 73, vol. 3, pag. 467.27: E ffu sì grande la nicissità, che lle più delle famiglie di contadini abandonarono i poderi, e rubavano per la fame l'uno all'altro ciò che trovavano...

1.2.1 Fig. Detto degli studi, dei libri, delle scienze (con metaf. esplicita nell'es. [2]).

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 30.15: Ma questo studio di rettorica fue abandonato quasi da tutti loro, e perciò tornò a neente...

[2] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 7, pag. 301.8: Oh come è grande la mia impresa in questa canzone, a volere omai così trifoglioso campo sarchiare, come quello della comune sentenza, sì lungamente da questa cultura abandonato!

[3] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, Accessus par. 76, pag. 18.4 e 7: e il consiglio che 'l mosse fu manifestamente conoscere i liberali studi e' filosofici essere del tutto abandonati da' prencipi e da' signori e dagli eccellenti uomini [...] e però, veggendo quasi abandonato Virgilio e gli altri, o essere nelle mani d'uomini plebei e di bassa condizione...

[4] Chiose falso Boccaccio, Par., 1375 (fior.), c. 22.113, pag. 639.10: E dicie san Benedetto de' suoi frati qui male, inperò nello armario della chiesa di san Benedetto soleva essere il più bello armario di libri che fosse in tutta cristianità; ora i monaci gli ànno dispersi e abandonati e ghuasti sanza avervi mai istudiati dentro.

1.2.2 Ridurre in stato di desolazione.

[1] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 2, pag. 62.13: parbe che essa Troja sedesse in fuochi, e che essa Troja frabicata da Nettuno fosse divelta e abbandonata dalle fondamenta...

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. II, cap. 22, vol. 1, pag. 88.4: Questi figliuoli di Gostantino per la loro dissensione guastarono molto lo 'mperio di Roma e quasi abandonaro, e d'allora innanzi sempre parve che andasse al dichino e scemando la sua signoria...

1.2.3 Mettere in disuso (un nome).

[1] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2 osservazioni, pag. 306.20: e grande invidia gli cominciarono a portare, chiamandolo del continovo, il sogniatore, e abbandonato il nome proprio di lui.

[2] Boccaccio, Trattatello (Toled.), 1351/55, pag. 9.25: li quali, l'antico sopranome de' lor maggiori abbandonato, per sopranome presero il nome di colui che quivi loro aveva dato cominciamento...

1.3 Venir meno a (con sogg. per lo più astratto: vita, virtù, sentimenti, facoltà, il sangue in quanto principio vitale).

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 6. pt. 4, cap. 2, pag. 162.1: E sta [a] ciò la virtude entesa e non li abandona [[scil. gli elementi]], quanto ell'ha en sé e pò; e quando se ne partesce e abandonale se desfanno; come l'anema che se partesce dal corpo, e lo corpo se desfà.

[2] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 10, pag. 24.1: Ma la gloria del mondo è sí vana e fallace, che non si può avere a posta dell'uomo; anzi molte volte, quando ha molto pugnato e credela abracciare e pigliare e tenere, si parte e fugge da lui, e lascia e abandona l'uomo molto dolente.

[3] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 16.22, pag. 65: ch'Amor m'assale subitanamente, / sì che la vita quasi m'abbandona...

[4] Inghilfredi, XIII sm. (lucch.), 4.48, pag. 108: e son di pene d'intorno sì accinto, / c'ogne sustanza di ben m'abandona / a for del tempo, c'un pensier mi dona, / c'a me medesmo dispiaciomi pinto.

[5] Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.), 9.60, pag. 64: Contat'ò parte di mia pen'alcona, / ma non quante in me regna, / per non potensa a dire avendo intera: / ché 'lcore e 'l dir mi manca e abandona...

[6] Fiore, XIII u.q. (fior.), 146.14, pag. 294: Sì che per molte volte ne sospiro / quand'i' veg[g]io biltate abandonarmi.

[7] Teperto, Lettera in prosa, XIII sm. (pis.), pag. 437.13: Non sai tue che rangulo pecuniale non t'abandonerà mai vivo e le ricchesse mondane non t'aconpangnerano difunto?

[8] Dino Fresc. (ed. Marti), XIII ex.-a. 1316 (fior.), 12.14, pag. 380: Dicemi Amor: «Questa giovane bella / ti segnoreggia con tanta pianezza, / ch'ogni grave tormento t'abandona».

[9] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 87, pag. 418.19: che ·mmai non si corruppe quel corpo, non per la mirra e alloe, che ·cci fu tanta, ché quello molto giova; ma sanza quello sarebbe conservato per la deità che v'era, che ·mmai non abandonò quel corpo né quella anima...

[10] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 2, cap. 1, par. 8, pag. 43.16: Quella grandezza del parlare di Vergilio, facendo versi, molto l'abbandonò quando sanza versi parlava; e quello gentile parlare di Tullio, quando voleva fare versi, molto gli dicessava.

[11] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 8, vol. 2, pag. 143.20: Ma Enesimo, figliuolo d'Ipoteate, non fuggio le mortali percosse: e nerbi nel tagliato ginocchio abandonarono lui pauroso, e che si apparecchiava di fuggire.

[12] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 8, pag. 147.5: In killa nocti, abandunandu lu sopnu ad Eneas, multu sollicitu si livau...

[13] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. I (i), par. 128, pag. 47.6: Triemano le vene e' polsi quando dal sangue abandonate sono; il che avviene quando il cuore ha paura...

[14] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 201.5: La mente razionale lo abannonao, fu smarrito.

1.4 Lasciarsi andare ad azioni o movimenti senza opporre resistenza (in senso proprio e fig.), fare qualcosa senza frenarsi, impegnarsi in un'impresa.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 1447, pag. 226: Ancor, chi s'abandona / per astio di persona, / e per sua vanagroria / esce de la memoria / a spender malamente, / non m'agrada neente...

[2] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 70, pag. 83.19: Come lo leone fu di presso a Golfieri venuto, in tutto s'abandonò in terra, monstrando per evedenti segni ch'elli chieresse merciede che in tutto l'aitasse.

[3] Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.), 9, pag. 52.16: Al diavolo si rende e dona colui, che s'abandona a·llui servire.

[4] Laudario S.M. d. Scala, XIII ex./XIV po.q. (tosc.), 10.180, pag. 104: Ferito se', figliuolo, in cinque parti, / ciascuna punta dentro s'abandona.

[5] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 2.34, vol. 1, pag. 25: Per che, se del venire io m'abbandono, / temo che la venuta non sia folle.

[6] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 31.75, vol. 3, pag. 517: Da quella regïon che più sù tona / occhio mortale alcun tanto non dista, / qualunque in mare più giù s'abbandona, / quanto lì da Beatrice la mia vista...

[7] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 252, pag. 287.2: Elli si voleva tutto abandonare per suo padre riscuotare, ma li più savi e li migliori di Troia non li sofferiro niente...

[8] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), proemio, pag. 1.11: Circa le quali colpe è da notare, che può essere commesso peccato in due modi: l'uno è detto mortale, e l'altro veniale; mortale è quello, che quando l'uomo il comette, elli del tutto s'abandona col cuore e con la mente, e arompesi da l'ordine virtuoso, il quale tende a Dio...

[9] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 2, cap. 44, pag. 193.2: Ora poi che ella [[la fortuna]]con benigno viso mi porge i dimandati doni, follia sarebbe a rifiutarli, ché l'uomo non sa quando più a tal punto ritorni. Io m'abandonerò a prendere ora che mi par tempo, e salirò sopra la sua rota...

1.4.1 Lasciar correre senza resistenza, lasciare senza governo (anche fig.); [detto del governo del cavallo:] fras. Abbandonare il freno, le redini, 'lasciare a briglia sciolta'; [del governo della nave:] fras. Abbandonare il timone).

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 17.107, vol. 1, pag. 290: Maggior paura non credo che fosse / quando Fetonte abbandonò li freni, / per che 'l ciel, come pare ancor, si cosse...

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 6.97, vol. 2, pag. 97: O Alberto tedesco ch'abbandoni / costei ch'è fatta indomita e selvaggia, / e dovresti inforcar li suoi arcioni...

[3] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 2, 8.20, pag. 79: Costui se' freni del suo reggimento / abbandonasse, verrebbe a tenzone / ciò ch'ora di concordia sta attento.

[4] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 91, pag. 480.6: tanto il disio gli crebbe di vederla più da presso e d'adempiere ciò che proposto avea, che, abandonate insieme le redine del cavallo con quelle della sua volontà, disse...

[5] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), Rubr. 108, pag. 216.5: come perisce la nave, quando lo patrone abbandona lo timone.

[6] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), prologo, pag. 3.20: Ma l'uomo [[...]] il lascia nell'alto mare tanto trascorrere [[sc. la 'navicella' di cui Dio gli ha affidato la conduzione]], abbandonando gli argomenti del savio e accorto reggimento, che per impeto di contrari venti, o per percossa degli intraversati sassi [[...]] sanza riparo sì si rompe e fiacca.

1.4.2 Lasciarsi andare contro un nemico o un ostacolo, andare all'assalto, assalire.

[1] Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.), 1.2, pag. 450: Tegno de folle 'mpres', a lo ver dire, / chi s'abandona inver' troppo possente, / sì como gli occhi miei che fér'esmire / incontr'a quelli de la più avenente... || Non 'si espone alla mercé di' (Contini, PD ad l.), né 'Affidarsi; darsi in balìa; arrendersi' (GDLI s.v. abbandonare n° 11).

[2] Meo dei Tolomei, Caribo, XIII/XIV (sen.>umbro-march.>ven.), 54, pag. 78: Del corsetto / si fai taülazzo, / e guanti porta spesso sotto brazzo, / e di piè fai corona, / e sì forte s'abbandona / ch'ad ogn'om par terz'o nona; / così stai / di gran passi che non dai: / neson [ne] campa degli atti che fai. || «"si lascia andare" nel colpire, in stretto collegamento col verso successivo "come suonasse una campana"» (Bruni Bettarini).

[3] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2, cap. 26, pag. 286.17: La giente del Maliscalco, come provveduti, non vogliono troppo pugniare e abbandonarsi sopra i nimici; ma intendono a raccogliersi e ingrossare per modo che i nimici non gli danneggiassono...

1.4.3 [In senso sessuale:] lasciarsi andare a compiere l'atto.

[1] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 88.30: Così debbono li uomini guardare loro corpo castamente, che elli non s'abbandonino ad altre femmine, se non alle loro.

1.5 Concedere o concedersi in potere, affidare, affidarsi (anche fig.).

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 108, pag. 527: Com'ela [[Didone]] se contene, en scrito trovato l'aio, / e de quel sacramento tosto se sperçurao: / alò co' 'l dus Eneas a Cartaço 'rivao, / senç' ogna demorança a lui s'abandonao.

[2] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 6.6, pag. 13: Tutto mi strugge 'n pensero e 'n pianto, / amore meo, la fera dubitanza / che aggio, che la noia e lo spavento, / ch'è fatto voi, non vo sconforti tanto, / che l'amorosa nostra delettanza / vo faccia abandonare a gran tormento.

[3] Fiore, XIII u.q. (fior.), 227.9, pag. 456: Bellacoglienza disse: «I' gli abandono / e me e 'l fiore e ciò ch'i' ò 'n podere, / e ched e' prenda tutto quanto in dono.

[4] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), L. Sal. 1, cap. 21, pag. 29.25: Per niente chiama Dio chi s'abbandona a fortuna et a malvagitade.

[5] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), L. Luc. 5, cap. 12, pag. 168.16: E molti lo ripresero di ciò che aveva fatto, dicendo: «li povari e disperati si mettono in pericolo di morte; ma tu signore del mondo, perchè abandonarti a tempesta

[6] Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.), contio 10, pag. 94.14: Vedi cherici, vedi i prelati, che 'l mondo ànno in loro balia, che, perch'ellino s'abbandonano troppo al mondo, sì mettono tale assempro in terra, unde molte anime se ne perdono...

[7] Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.), 7, pag. 91.4: E passato averiano legermente el fosso tucta la gente de Pompeio, ma Sceva, uno cavalieri di Cesar ch'alora guardava, s'abandonò a la morte e feriose fra quelli de Pompeio, e tanto fe' per la forza e franchezza sua, ch'esso solo contendea sì el passo a tucta l'oste de Pompeio, che passare non poteano.

[8] Intelligenza, XIV in. (tosc.), 190.8, pag. 194: Que' [Pompeo], ch'a nulla speranza s'abbandona, / si mise in mar per trovar altra via.

[9] Tristano Veneto, XIV, cap. 369, pag. 332.32: Hai amor falso, che me as tradido sì villanamentre che de questo che tu me prometesti non m'as niente ateso, perché quando io me abandoniè de ti et fui fido de ti tu me multiplichasti et replendesti de tute le descordie del mondo, che per la toa promision io me messi in sperança de aver quella la qual io desiro, che io amo plui cha mi mediesimo!...

[10] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 17.136, vol. 2, pag. 294: L'amor ch'ad esso troppo s'abbandona, / di sovr'a noi si piange per tre cerchi...

[11] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 4, ott. 149.8, pag. 150: aggiungonvisi molti ad isperanza / che quel che metton per altrui sia messo / per lor, che sé 'n aver ed in persona / mettono, e 'n ciò sperando s'abbandona. || 'si affidano a questa speranza'; verbo al sing. con sogg. plur. per ragioni di rima (Branca).

[12] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 38, pag. 128.32: Siate savie e scioglietevi e abbandonatevi in lui...

1.5.1 Donare.

[1] Conti morali (ed. Segre), XIII ex. (sen.), contio 11, pag. 508.23: E quando la pulcella si svegliò, si riprese molto e s'avilò de la folle volontà ch'ella aveva avuto, e nel cuore misse quello ch'ella aveva veduto, e a Dio si diede del tutto; e ciò ch'ella aveva abandonoe a' povari...

[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), L. Luc. 7, cap. 19, pag. 223.18: Dipartito lo stormo di Tesaglia, quando li combattitori de la gente di Pompeo non potero più durare, lassaro lo campo a Cesare; e Cesare abandonò tutti gli arnesi alli suoi cavalieri.

2 [Con signif. fondamentale di distacco:] allontanarsi da, separarsi da, distaccarsi da (un luogo, un percorso, una persona, un oggetto; anche fig.: dagli affanni, [12]; dalle preghiere, cioè da colui che prega, [8]).

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 178.8: Et Dido [...] disse: «Io sono cacciata et abandono il mio paese e lla casa del mio marito e vo fuggendo per gravosi cammini in caccia de' nemici».

[2] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 53, pag. 90.1: e fermaro tra loro di fare ambasciadori che andasser nel campo alla Fe' e a la Carità e a la Speranza a pregarle da parte delle Virtudi che debbia lor piacere d'abandonare lo campo e di tornare nell'oste oggimai con tutta loro gente a riposarsi una pezza...

[3] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura nigra, 179, pag. 107: In quant l'om è plu drudho e 'd plu fidant persona, / Intant plu ha angustia e pezo se condona / Quand l'arma se 'n partisce, ke 'l corpabandona...

[4] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio mensium, 383, pag. 16: Perké la staorina convé mi abandonar / E comenzar l'inverno e 'l so cors affermar...

[5] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. 3, pag. 342.6: Quivi fue accet[t]evole riposo a Cefalo; in questo luogo il giovane Cefalo, abandonando i suoi fanti e li cani, essendo stanco di cacciare, spesse volte si puose a sedere...

[6] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 1.12, vol. 1, pag. 5: I' non so ben ridir com'i' v'intrai, / tant'era pien di sonno a quel punto / che la verace via abbandonai.

[7] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 8.66, vol. 3, pag. 127: Fulgeami già in fronte la corona / di quella terra che 'l Danubio riga / poi che le ripe tedesche abbandona.

[8] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Paris 167, pag. 146: le quali niente altro mi risposero, se non che elle aveano paura; e nel mezzo del mio parlare abbandonaro le mie preghiere.

[9] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 4, vol. 1, pag. 164.22: Questi da prima, quando ebbe XV anni, abbandonoe gli monti della patria...

[10] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 12, pag. 211.4: Et comu Iuturna dichia zo, vidi un autru maiur signu, ki una aquila purtava per l'airu unu grandi cinnu et l'autra cumpagna di li cinni si livava contra l'aquila et fina a l'airu la pirsicutavanu et non abbandunavanu, fin tantu ki l'aquila gictava lu cinnu a lu flumi et fugiasindi fina a li nivuli di lu chelu.

[11] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 2, cap. 44, pag. 192.28: E certo Achille non avea molto più tempo ch'io abbia ora, quando egli abandonando i veli insieme con Deidamia, venne armato a sostenere i gravi colpi d'Ettore fortissimo combattitore...

[12] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 12, pag. 423.9: Fama è che quando montava a cavallo nella prima battaglia, abbandonata la spada del padre, temendo subbitamente, avere tolta la spada di Metisco guida del carro.

[13] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 36.47, pag. 801: Così di sé alcuni male oprando / incrudeliscon contro a sé dolenti, / le loro angosce mancare sperando. / Oh come folli sono e mal sappienti / chi per tal modo abandona gli affanni, / a' qua' dovrien più tosto esser contenti / che con la morte raddoppiare i danni...

[14] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 15, Prol., vol. 2, pag. 26.6: Intandu tucti li dissipuli lu abandunaru, et fugeru.

[15] Anonimo Rom, Cronica, XIV, cap. 14, pag. 120.23: Trabacche e paviglioni e onne guarnimento abannonao in campo, da puoi che abbe inteso lo commannamento de sio patre.

[16] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 157, pag. 377.23: E così spesso s'abbandona la via vecchia per la nuova...

2.1 [Con valore di privazione:] rinunciare a, separarsi da, privarsi o essere privato di.

[1] Poes. an. ravenn., 1180/1210, 4, pag. 614: Quando eu stava in le tu' cathene, / oi Amor, me fisti demandare / s'eu volesse sufirir le pene / ou le tu' rechiçe abandunare, / k'ènno grand'e de sperança plene, / cun ver dire, sempre voln'andare.

[2] Giac. Pugliese, Rime (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 2.14, pag. 182: S'abandonassi ciò c'ai[o] conquiso, / perderia lo gran pregio...

[3] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 51, pag. 168.11: Onde disse Cassiodero: desiderando l'uttilità de la buona nominanza, abbandono gli acrescimenti de la picunia.

[4] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 32.126, pag. 87: Ora s'eo fosse a mia guisa segnore / d'ogne terren riccore[[...]] sí mi seria / oltra pensier mattia / non tutto abandonar ciò, Dio seguendo...

[5] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 65.13, pag. 265: en stalla sì vol stare, palazo abandonato; / seco non ha menato alcun suo servedore!

[6] Amico di Dante, XIII ex. (fior.), Son. 45.11, pag. 763: e ·cciò forte m'agrada, / però ch'i' posso dir, quand'a voi penso, / ched io nonn- abandono nul tesoro.

[7] Legg. S. Torpè, XIII/XIV (pis.), cap. 4, pag. 58.28: Et sappi che, perché tu ài volsuto abandonare lo mondo per l'amore di Cristo, serai co noi in paradiso e avrai allegressa grandissima con tutti li santi in vita eterna...

[8] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 133.77, pag. 517: L'atre cose, devei saver, / c'omo pessa retener, / fuzem a noi e noi a lor / e s'abandonam con dolor; / sì che in grande aversitae / torna la prosperitae.

[9] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 36, pag. 78.27: Conforta, e ammonisci l'animo tuo, ch'egli spregi coraggiosamente coloro, che riprendono, e biasimano d'essersi dato a vita di riposo, perch'egli n'ha abbandonato la sua dignità , e conciossiacosachè si potesse ancora assai avanzare, egli ha lasciato tutto per quella cagione, perocchè mostrerrà ogni dì loro, come egli ha bene, e utilmente fatto.

[10] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 84, pag. 233.8: Abbandona i diletti del corpo, e quelli dell'animo, perocché fanno l'uomo molle, e debole.

[11] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I cap. 11, pag. 634.4: Di questo hai esemplo di tutt'i santi martiri e altri santi, i quali abbandonarono loro medesimi.

[12] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 13, pag. 242.13: Così l'uomo hae in sè tre potenzie, le quali alcuni chiamano anime[[...]] E perchè questi peccatori consentirono alla morte, perderon la potenzia razionale per la sensitiva; ma non la vegetativa, la quale sempre tende a vivere però in piante silvestre. Cotale qualitadi di gente figuratamente si formano, sì come in quelle, nelle quali al voler permaner rimase solo la vegetabile, la quale mai non s'abandona.

[13] Chiose falso Boccaccio, Purg., 1375 (fior.), c. 16, pag. 383.18: Ancora dicie chome Iddio diede a Levi, figluolo d'Iacob, l'uficio sacierdotale e per questo Levi abandonò i beni temporali e altro none aveva che lla decima che gli era data.

[14] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 298.88, pag. 347: La patria, che è tra Lachesis e Leto, / d'ogni ben s'abandona, / al tiranno si dona / che la conduce, se niente li manca, / lá dove il «ben gli sta» dir non si stanca.

2.1.1 Fras. Abbandonare (la) vita: 'morire'.

[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 4.34, pag. 6: Ma tu dei pensare continuamente di potere vigorosamente abbandonare la vita, la quale alcuno abbraccia al modo di coloro, che ne sono menati per forza dall'acqua corrente, che s'appigliano a' pruni, e all'altre cose pungenti.

[2] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 74.3, pag. 106: Io son già stanco di pensar sí come / i miei pensier'in voi stanchi non sono, / et come vita anchor non abbandono / per fuggir de sospir' sí gravi some...

2.2 Allontanare dai propri sentimenti, dai propri pensieri, mettere in non cale, trascurare (con oggetto astratto).

[1] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), canz. 3.67, pag. 54: e conquistar l'onor, che s'abandona / per la dismizuransa / de la malvagia uzansa...

[2] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 4, cap. 21, pag. 344.16: Adpresso de sapienzia nonn- abbandonare la pietà , ma, adoperando la benignità, sempre l'abbi dinanzi dagli ochi tuoi...

[3] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 22, pag. 264.10: Et dell'amore di figluoli tuoi, se Domenedio te ne darà, non t'amonisco; chè la natura ti costringerà tanto, che tu gli amerai assai; et ò paura maggiore, che tu non ami loro più che te, [di quello] che tu abbandoni l'amor loro.

[4] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 41, pag. 136.4: Unde disse Seneca: che gli uomini, quand'eli si fidano nella ventura, abbandonano la natura.

[5] Disticha Catonis venez. (ed. Mascherpa), XIII t.q., L. 2, dist. 3, pag. 14.21: Abandona La paura dela mort, Enpercoqé mata causa è A perdre Le 'legrece dela vita en tuto tempo Domentreqé tu teme la mort.

[6] Neri de' Visdomini (ed. Contini), XIII sm. (fior.), 37, pag. 368: sì mal dubitamento - non è amore, / anz'è pessimo errore / onde vene ogni male, / ché l'amor natural - se n'abandona.

[7] Dante, Convivio, 1304-7, III cap. 10, pag. 212.13: onde, quanto la cosa desiderata più appropinqua al desiderante, tanto lo desiderio è maggiore, e l'anima, più passionata, più sé unisce alla parte concupiscibile e più abandona la ragione.

[8] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 143.66, pag. 601: O per manjar o beiver tropo / de quelo mortar siropu, [ed.: siropo] / per che lo seno s'abandona / e lo cor toje e la persona...

[9] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 108, pag. 354.36: Quando tu vedi cambiata la volontà loro, allora gli de' tu confortare, e studiare di far bene, e onorargli, abbandonando i soffismi, e' sillogismi, e le gavillazioni, e l'altre vane sottilitadi, che sono sanza utile, e allora parlare contra avarizia, e contr'a lussuria.

[10] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 8, 76-84, pag. 192, col. 1.3: E se mio frate, çoè lo Re Roberto s'accorgesse de questo, çoè che la mala segnoría dexordina li sudditi, el provederave al so vivere e abbandonarave l'avaritia che è propria ai Catelani...

[11] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 1, pag. 23.11: Siké Dido brevimenti incumminzau ad abandunari et a livari da l'animu so la morti di so maritu Sikeu et a mectirinchi amuri.

[12] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), 1829), L. 4, cap. 7, vol. 1, pag. 184.6: Ma issu Blosiu nìn volssi diffindiri la sua saluti per hunestu tacimentu, nìn per discretu rispundiri, a chò que in alcuna parte issu non abandunassi la memoria di la felici amistati.

[13] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 41, pag. 419.13: e però quella giovane, vedendosi inanzi il suo disio, tanto s'accese, che, abandonata ogni vergogna, corse a quello di che era sì forte stimolata, che avanti sostenere non potea.

[14] Stat. palerm., 1343, esordio, pag. 4.21: per li quali erruri denudata e cachata, abandunau e pirdiu lu lumi di la gracia divina, zo esti abandunandu e trapassandu li cumandamenti di Deu...

[15] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 21, pag. 156.31: E però, questi ch'hanno al presente gl'ufici son satolli: temo che s'io rinnovassi gente non abandonassero il ben comune per lo ben propio.

[16] Tristano Veneto, XIV, cap. 273, pag. 246.1: «Signor, questo hè Tristan, vostro nievo, et tanto ve ho celado questa folia quanto io poti. Ma quando io vego qu'ello non se vuol abandonar dela soa follìa né dela soa malvasitade, io ve lo digo per eser mi asolto delo sagramento per lo qual io ve son tignudo».

2.2.1 Rinnegare (la fede, Dio, il peccato), tradire, cessare di sostenere (gli amici, un capo), non mantenere (una promessa); anche fig.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 30, pag. 104.18: Et così non pare che si peggiori quelli, che abbandona un saramento con licita e concedutta cagione, secondo che dicie la leggie.

[2] Andrea da Grosseto (ed. Segre), 1268 (tosc.), L. 4, cap. 14, pag. 325.5: Onde, cului che preda è detto predatore: se elli non parte igualmente la preda, o egli è morto da' compagni, o egli è abbandonato.

[3] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), lett. 3, pag. 36.10: E Moyçè del popolo dicie: «Ingrassato e dilatato, el fattore suo Dio abandonò».

[4] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De die iudicii, 198, pag. 202: Quand rezer me devivi, monir e castigar / Azò ke li peccai devess abandonar / E k'eo serviss a Criste, tu me monstrev peccar / E tò usura e strenze, mentir e sperzurar...

[5] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 18, pag. 143.30: Audendu zo, kista jnfanti mantinenti mutau custumj et abandonau omni garzunitati, et vivia jn grandi maturitati di boni custumj.

[6] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 6, cap. 6, vol. 2, pag. 89.14: Issi però ca non avianu vulutu abandunari la nostra amistati essendu assiyati da Hannibal, mandaru soy messagi per adimandari ayutu da lu Senatu.

[7] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 8, cap. 3, pag. 223.24: li Capuani per paura abbandonaro la signoria de' Romani...

[8] Pieraccio Tedaldi, XIV pm. (fior.), 12.2, pag. 728: E piccoli fiorin d'argento e d'oro / sommariamente m'hanno abbandonato, / e ciaschedun da me s'è allontanato / più che non è Fucecchio da Pianoro.

[9] Legg. sacre Mgl. XXXVIII.110, XIV sm. (sett..), 19, pag. 80.1: Oldido çoe Elena soa madre, la qual era in Jerusalem, per lettere ch'el ge mandà, loldà molto et fiolo, ch'el aveva abandonà le ydole.

2.2.1.1 Lasciare una persona, ponendo fine a una relazione amorosa, al fidanzamento, al matrimonio, al 'servizio d'amore'.

[1] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 294, pag 572: Muier bela e cortese de 'legreça l'om passe, / se l'om è conosente et altro mal no i nasse; / e tut q'ela sia rustega, s'el'è pur savia e bona, / mat è quel qe per autra una tal n'abandona.

[2] Poes. an. (ed. Panvini), XIII (tosc.), 11.47, pag. 489: Io prego, Amore, che [tu] me non colpe: / poi sono sì frodato / ch'io mi fidai in quella falsa volpe, / orma' s[ono] insegnato. / Per ch'io mi prolungai, / d'altrui non pensai mai, / però m'abandonao a tradimento...

[3] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 143, pag. 255: io non credea in nessuna maniera che voi mi poteste abandonare per neuna dama o damigiella, che ffosse al mondo overo ch'essere potesse, tanto mi fidava di voi.

[4] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 203.2: Basina mojer del re Basin deli Toringi abiando abandonada so marido, ella venne via chon Olderigo...

[5] Rim. Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), pag. 379.22: Fasse altresie lungo quello amore il quale il disfidarsi della giovane nutrica; se tu vuoli abandonare questo amore, poni giuso la paura.

[6] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 51, pag. 72.22: la femna è sì despodente ke çascun po ben veder manefestamente ke contra raxon serave k'el marido la devesse abandonar...

[7] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. I (ii), par. 98, pag. 75.17: Giansone dell'amor d'Isifile in brieve tempo saltò in quel di Medea, e, lei abandonata, poi si rivolse a Creusa.

2.3 Uscire da uno stato, da una condizione, lasciare il servizio, un servizio (anche fig.), venir meno a un dovere.

[1] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 2, cap. 6, pag. 45.19: Giurano dunque tutti i cavalieri bontandosamente ogni cosa fare che lo Imperadore comanderà; e per neuno tempo abbandonerà la cavalleria, e morte non ischiferà per la Romana Repubblica. || Veg. Mil. 2, 5: «Iurant autem milites [[...]] se [[...]] numquam deserturos militiam nec mortem recusaturos»

[2] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 34, pag. 490.22: Ma siccome sappiamo dai nostri maiori, tutti in ogne parte ubbidendo il comandamento, più ivaccio l'officio da reggere, che la fede, vollero abbandonare.

[3] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 9, cap. 5, par. 9, pag. 275.5: òe amata una moniale di cotal munistero lungamente; perch'io la vidi passando per lo paese, e òe abandonato tutto mio stato per averla.

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 5.117, vol. 3, pag. 80: «O bene nato a cui veder li troni / del trïunfo etternal concede grazia / prima che la milizia s'abbandoni... || La vita, in quanto militia Christi.

[5] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 77, pag. 200.38: Come è questo? non sa' tu, ch'uno degli ufficj della vita, si è morire? Tu non abbandoni alcuno ufficio, perocchè non è certo numero d'ufficj, che tu debbi compiere.

[6] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Degianira, pag. 86.32: Oh lassa! Forse ch'ella, abbandonando il nome d'essere chiamata meretrice, caccerà Dejanira, e sarà tua moglie...

[7] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 1, cap. 8, pag. 21.8: et volendu vacarj solamenti a Deu, abandonau lu notariatu, et fichisi monacu in unu monasteriu ky era in unu locu ky se clamava Subpentoma...

3 [Con signif. fondamentale di cessazione:] mettere fine a qualcosa, cessare di far qualcosa o di parteciparvi, ritirarsi, rinunciare.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 1, pag. 129.12: E così quelli di Lacedemonia, di loro danni percossi, abbandonarono di dare danno agli strani, e la speranza del segnoreggiare, temendo di diventare servi, lasciaro.

[2] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 51, pag. 88.19: Quando la gente sua vider fuggire lo signore, e che da' detti Paladini era cacciato, e non avea ardimento di volgersi per atare, cominciò tutta quanta a fuggire e abandonar la battaglia.

[3] Guittone, Rime (ed. Contini), a. 1294 (tosc.), Canz. 8.111, pag. 226: Adonque onni tuo fatto altro abandona, / e sol pens'e ragiona / e fa' come ciò meni a compimento...

[4] Doc. sen., 1299 (2), pag. 163.26: E perciò piacciavi di provedere, sì [per] la provisione che si fece per li vostri antecessori, et sì per voi medesimi, come la detta uopera continui il suo lavoro, si che non s'abandoni: chè non sarebbe onore di Comune.

[5] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 7, pag. 27.11: Questa cichala significa una mainera de homini e di femene che ssi delecta tanto in seguitare le loro voluntade in de loro riccheççe et in de le loro belleççe et in del loro gentileççe et in tucti li dilecti mondani che abandonano lo procacciare de quelle cose che lli darebbeno la vita eterna...

[6] Dante, Convivio, 1304-7, III cap. 12, pag. 228.4: Ché non sarebbe da laudare la Natura, se, sappiendo prima che li fiori d'un'arbore in certa parte perdere si dovessero, non producesse in quella fiori, e per li vani abandonasse la produzione delli fruttiferi.

[7] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 2, cap. 367, vol. 1, pag. 545.11: sì che coloro e' quali volliono litigare magiormente abandonano la lite che volliano seguitare le loro ragioni, imperciò che conviene loro più dare in cotali expese che non vale tutta la questione principale...

[8] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 2, cap. 3, pag. 43.33: Ma multi fiati sì beni im pensamentu de li pirsunj bem pirfecti, ky duvj illi pensanu ky la fatiga loru non esti fructuosa per la malvestate de autrj, illi abandonano kylla fatiga et dùnanusj a kyllj cosj duvi certamenti pozano farj fructu spirituali.

[9] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 4, pag. 77.17: et quandu ancora li airi et li aspri campi, vinendu la nocti, si abandunanu di li fatigy, et pensanusi di ripusari.

[10] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 1, cap. 20, pag. 89.19: abandonate le lagrime, si deliberarono al consiglio di Lelio...

[11] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 11, pag. 372.1: Videro Filocolo e' suoi compagni Febeia cinque volte tonda e altretante cornuta, avanti che Noto le sue impetuose forze abandonasse... || 'cessasse di soffiare' (Branca).

[12] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 5, cap. 90, pag. 664.23: A cui il giovane: - Sanza me le conoscerai; abandona i pigri sonni, e col tuo marito ti leva su...

[13] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 9, cap. 12, pag. 665.13: Sofocle già d'ultima vecchiezza, conciosiacosa che abandonasse le tragedie nelle disputazioni, lungamente sollicito del dubio avvenimento delle sentenze, ampoi una volta vincitore in una sentenza, l'alegrezza fue cagione di morte.

[14] Apollonio di Tiro, XIV m. (tosc.-venez.), pag. 32.21: Nientedemen io ti voglio fare a savere che io ho fatto inproferta, che io non abandoneroe çamè in tutto lo planto, se io non faroe primieramente vendetta dello roffian... || 'Non metterò fine al lutto'.

[15] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VII.5, pag. 467.7: Quando il geloso udì questo, e' gli parve che gli fosse dato d'un coltello nel cuore: e se non fosse che volontà lo strinse di saper più innanzi, egli avrebbe la confessione abbandonata e andatosene...

[16] Chiose falso Boccaccio, Purg., 1375 (fior.), c. 30, pag. 493.6: e per questo fingie l'altore, perché nel tempo di sua giovinezza gli piacque e cominciò a studiare in teologia, poi l'abandonò e lasciolla stare e sì ssi dilettò in poesia. || Con valore puntuale distinto da quello durativo di 'lasciare le scienze, o una scienza, in abbandono'.

[17] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 196, pag. 497.15: A costoro parve avere mal piato e non sapere che rispondere, e abbandonarono la questione, e Begnai fu lasciato.

[18] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 289.11, pag. 337: Questo è l'acquisto che la guerra dona: / quando è disfatto l'una o l'altra parte, / per non poter<e> la forza s'abandona. || 'si rinuncia alla forza'.

3.1 Assol. Rinunciare, darsi per vinto; [con sogg. astratto:] finire.

[1] Rim. Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), pag. 384.7: E non basterà avere abandonato tu, poi che tu ti sforzerai, acciò che tu toc[c]hi i lidi...

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 1, pag. 70.34: In quilla citati di Marsilya se guarda per lu communi veninu temperatu con cicuta, li quali se duna a quillu qui senti in sì causa - ca quistu nomu li misi lu senatu - per la quali issu divi disyari la morti; missitandu la canussenza con virili benivolencia, la quali non suffri issiri di sta vita paciscamenti, dunali viacha via di moriri: commu su quelli qui avenu avutu troppu prospera fortuna oy troppu adversa, ca quali se voli di li duy duna materia di issiri di la vita, quilla per tali que non perseveri, et quista per tal que non abanduni, fachassi cu exitu rasunivili.

[3] Rim. Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), pag. 164.27: Tardi avemo abandonato, perché speriamo d'esser amati: finché ciascuno si piace siamo credula turba.

3.2 Scoraggiarsi.

[1] F Ruggerone da Palermo, XIII (tosc.), 34: Kosì dovemo fare / come il buono marinaro, / che core temppo amaro / e per affanno già sé nonn- abandona; / pria s'adastia al bene fare, / ancoraché li· sia caro; / mentr'unque à buono dinaro / non si· ricrede dela sua persona. || CLPIO, V 50 RuPa 34.

[2] Guittone, Rime (ed. Contini), a. 1294 (tosc.), Canz. 8.127, pag. 226: e foll'è quei che s'abandona e grida: / - Ah, Signor Dio, aida!...

[3] Giovanni da Vignano, XIII/XIV (bologn.>ven.), cap. 34, pag. 273.14: Ch'el se trova che 'l patiente Job no se vose abandonare né desperare del coro per le so' aversità.

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 17.108 vol. 3, pag. 289: «Ben veggio, padre mio, sì come sprona / lo tempo verso me, per colpo darmi / tal, ch'è più grave a chi più s'abbandona...

[5] Paolo da Certaldo, XIV sm. (tosc.), cap. 249, pag. 148.3: ché Dio dice: «aiutati, e io t'atrò»; e quand'e' vede che tu t'aiuti co' buoni medici, co le buone medicine, co le buone orazioni e limosine, e egli «in una ora lavora»: sì che mai non t'abbandonare quando se' malato; sempre abbi speranza di guarire, e aiutati.

4 [Con signif. fondamentale di omissione:] lasciar perdere, non cogliere.

[1] Disticha Catonis venez., XIII, L. 2, dist. 26, pag. 63.15: Tu no voler abandonar la causa, la qual tu cognose covignevol a ti, lo fronte pleno de cavili; de darere questa ocasion serà calva.

[2] Disputatio roxe et viole, XIII (lomb.), 192, pag. 108: Quel vore sì faza in prima, la fin tutte cosse corona, / ché comenzare no vare, la fin s'el abandona...

4.1 Tralasciare, omettere di dire, di esporre.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 1, cap. 11, pag. 47.2: E taccio ancora li fatti delli crudeli Lemniadi; e abbandono la trista fuga di Pandione, re di quelli d'Atena, e gli odii d'Atreo e Tieste, e gli avolterii che tra loro fuoro, che il cielo non sofferse di vedere.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 18.9, vol. 3, pag. 294: e qual io allor vidi / ne li occhi santi amor, qui l'abbandono...

[3] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 24, terz. 100, vol. 2, pag. 11: Nuova materia di nuovo ha chiamati / i versi miei, ond'io muto pensiero, / abbandonando que', che son passati, / e torno all'Ammiraglio del Re Piero.

[u.r. 17.05.2023; doc. parzialm. aggiorn.]