0.1 a bandon, abandono, a bandono, abbandono.
0.2 Da abbandonare.
0.3 Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.): 2.
0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.).
In testi sett.: Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Preghiera alla Vergine, XIV in. (ver.); Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.).
0.5 Locuz. e fras. a bandon 2; a bandono 2; ad abbandono 2; cercare ad abbandono 2.1.3; darsi in abbandono 2.2.1; gettare in abbandono 2.2; in abbandono 2.2, 2.2.1, 2.2.2, 2.2.2.1, 2.2.3, 2.2.4; in bandono 2.2.1; lasciare ad abbandono 2.1; lasciare in abbandono 2.2, 2.2.1; mettere ad abbandono 2.1.1; mettere in abbandono 2.2, 2.2.2, 2.2.2.1, 2.2.3, 2.2.4; mettersi ad abbandono 2.1.1, 2.1.2, 2.2.3; mettersi in abbandono di 2.2.2.
0.7 1 L'atto o l'effetto dell'abbandonare o dell'essere abbandonati; cessazione, fine. 2 Locuz. avv. A bandon(o), ad abbandono: senza impedimenti, posti da sé (senza riserve, ritegno, controllo, ordine) o da altri. 2.1 Fras. Lasciare ad abbandono (il cavallo): far andare a briglia sciolta. 2.2 Locuz. avv. In abbandono. Fras. Gettare, lasciare, mettere in abbandono: lasciare in balìa di sé o di altri.
0.8 Pietro G. Beltrami 10.03.1998.
1 L'atto o l'effetto dell'abbandonare o dell'essere abbandonati; cessazione, fine.
[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 128.21: Il segnore dicea che perch'elli entrasse nella picciola barca non abandonava perciò la nave; e così era questione intra loro sopra questa parola dell'abandono della nave...
[2] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 217.8: «L'amico è nome desiderevole, refugio de l'aversità, beatitudine sanza abandono».
[3] Ricciardo d. Albizzi (ed. Carducci), XIV m. (fior.), Che fate, donne, 60, pag. 144: Peró qual con virtù guida sua rota / di voi, donne gentil, che non l'aita, / sí che non sia partita / sua gran beltate per vostro abbandono / dal sommo e bel piacere?
2 Locuz. avv. A bandon(o), ad abbandono: senza impedimenti, posti da sé (senza riserve, ritegno, controllo, ordine) o da altri.
[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 220, pag. 608: «Deo, qe guarì[s] Daniel del laco del lëon / e traìsi Ionàs del ventre del pesson, / en lo qual el sostene molto grand passïon, / li filii d'Israel de man de Faraon, / et a Longì faìssi verasïo perdon, / qe de la lança Te ferì a bandon / qe 'l sangue e l'aqua ie ven soto 'l menton...
[2] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), Son. 2.12, pag. 218: Ma prego quella, a cui merzé i' sono, / che non si deb[b]ia smagare neiente / per la ria gente che met[t]or lor guarda, / ma stea co meco il suo core a bandono / e guardi sì com'io le son servente: / da·llei presente la vita ag[g]io in guarda.
[3] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 399, pag. 59: che lla natura del çervo è tal, / Che quando la traçe deo lion / Fuçe per foresta a bandon, / Et in schiera va tutty ordenady, / Ensembre streti et serady / L'un con l'altro per la foresta...
[4] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 2563, pag. 116: Mo poy che lla spada taiente / El trasse fuora de presente, / En lle gran prexe allora se messe / O ch'ello le vedeva pluy spesse. / Ardidamente, con prodon, / En quelle feriva abandon / Per tal força e per tal virtù, / Che in pocha d'ora el fo cognosù, / Ch'ell'era quel baron ancor, / Che tanto aveva prodeça in so cor.
[5] Tristano Veneto, XIV, cap. 547, pag. 509.28: Et ancora el dise et sì fe comandamento che li homini devese andar in la plaza là o' che la bataia era stadha e qu'elli devese prender tuti li morti, cusì li amisi como li inimisi, qu'elli li fese tuti sepelir in tera benedheta; et elli lo fese tuto cusì como ello l'aveva conmandadho, et tuta la zente del castello sì andà a bandon tuti in lo campo, et prese tute le tende e li pavioni et tute le arnise et altra mobilia qu'elli trovava, le qual era molte et infinite.
- [Con l'aggettivo intercalato:] lo stesso del precedente.
[1] Preghiera alla Vergine, XIV in. (ver.), 333, pag. 96: Inefabel Trinità divina, / ke l'angeli e li santi en cel enclina, / Pare e Fijolo e Spirito sancto e[n]sembra, / k'en Trinità perfecta vivo e regna, / mo' sì men torno a ti a gran bandon, / pregando ke questa mia oration / k'êl to conspecto ela acceptabel sia...
[2] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 109.36: Però disse il savio: non lasciare andare l'acqua, cioè a dire, ritieni tue parole alla chiusa di discrezione; che siccome disse Salamone: chi lascia andare l'acqua a suo abbandono, elli mette sovente cagione di piato e di tencione, e molti mali avvengono per male lingue... || Il possessivo ha la funzione di evitare l'ambiguità del rif. di a abbandono.
2.1 Fras. Lasciare ad abbandono (il cavallo): far andare a briglia sciolta.
[1] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 3, cap. 10, pag. 398.1: Antonino, nipote del Re di Rascia, lascia suo destriere ad abbandono, e urtasi contro Andromes per tale virtù, che sue interiora credette che fesse fussono...
2.1.1 Fras. Mettere, mettersi ad abbandono: gettare, gettarsi in un'impresa senza riserve; impegnarsi, mettersi a rischio.
[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De falsis excusationibus, 7, pag. 177: Per acatar pecunia on qualk possessïon, / I 's meterav a morte e 'l so corp a bandon, / Ma i ben de vita eterna aguadhaniar no pon.
[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Vulgare de elymosinis, 475, pag. 255: zo fo un ortoran ke mis tut a bandon / Per far ke l'arma soa havess salvatïon.
[3] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio mensium, 555, pag. 22: E ki sta ben no 's mova ni se meta a bandon; / Lo cortel per la manega tenia ki á rason.
2.1.2 Fras. Mettersi ad abbandono: scoraggiarsi, disperarsi.
[1] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1564, pag. 77: Mai quig qe se met a bandon, / Qe no vol far confesïon, / Q[u]ig andarà en perdicion / En quela pesima preson... || In CLPIO S Isto 862): Mai, quig qe se·met'[a] abandon...
2.1.3 Fras. Cercare ad abbandono: cercare dappertutto.
[1] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 1576, pag. 90: in veritade ben te 'l digo, / Che mi e sto mio conpagnon / Avemo çerchado a bandon / Toschana e tuta Lonbardia...
2.2 Locuz. avv. In abbandono. Fras. Gettare, lasciare, mettere in abbandono: lasciare in balìa di sé o di altri.
[1] Carnino Ghiberti, XIII sm. (fior.), Canz. IV.16, pag. 75: In che stato fui, lasso, / ed ora in chente sono, / gittato in abandono / dai più speciali, c'ogne giorno provo! || 'abbandonato dai più intimi' (Catenazzi).
[2] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 4, ott. 9.6, pag. 112: e 'n abbandono / la vita mia omai lascerò gire, / sanza curar più 'l viver che 'l morire.
[3] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VI.10, pag. 431.32: Ma Guccio Imbratta, [[...]], lasciata la camera di frate Cipolla aperta e tutte le sue cose in abbandono, là si calò...
[4] Boccaccio, Decameron, c. 1370, I. introduzione, pag. 12.3: E ciò potevan far di leggiere, per ciò che ciascun, quasi non più viver dovesse, aveva, sì come sé, le sue cose messe in abandono: di che le più delle case erano divenute comuni...
[5] A. Pucci, Gismirante, a. 1388 (fior.), Cant. I, ott. 9.4, pag. 173.12: Di stran paese qua venuta sono, / però ch'io non voleva che perisse / cotanta buona gente in abandono...
2.2.1 Locuz. avv. In (ab)bandono. Fras. Lasciare, darsi in abbandono: lasciarsi andare 'in libertà', senza vincoli. || Anche semplice rafforzativo di 'in libertà'.
[1] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 1, ott. 60.8, pag. 273: E tu, Minerva, che il sommo loco / tra l'iddii tien nella nostra cittade, / non aspettar da me altar né foco, / né ch'io ti liti bestie in quantitade, / né che per te io ordini alcun gioco / in onor fatto di tua maestade; / aiuta pure a queste le qua' sono / teco d'un sesso, e me lascia in bandono.
[2] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 3, ott. 55.4, pag. 344: Peritoo disse: - E io vo' ch'elli il faccia / e te ringrazio di cotanto dono. - / E tosto i ferri da' piè li dislaccia, / e libero lui lascia in abandono.
[3] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 307.118, pag. 373: Non guardar donna per vizio carnale / perché i terrieri l'han forte per male; / e molti giá mal arivati sono / per darsi a questo vizio in abandono...
2.2.2 Locuz. avv. In abbandono. Fras. Mettere in abbandono: mettere da parte, in non cale; mettersi in abbandono di: trascurare, non curarsi di.
[1] Ottimo (sec. red.), a. 1340 (fior.), c. 3, pag. 458.8: Item si può dire, che di questa entrata infino al fiume d'Acheronte sono anime, delle quali nè Dio nè 'l diavolo n'àe cura; come dice quivi: a Dio spiacenti e a' nemici suoi; sì che della cosa di che non si cura, si mette in abandono.
[2] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 307.58, pag. 371: Questi presenti placan spesso altrui, / non guardando ragion né che né cui; / se pur tu pigli alcuna volta dono, / non metter la ragione in abandono / a ciò che tu non sie colto a l'esca, / ch'a Dio e 'l mondo tua fama putresca.
[3] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 222, pag. 577.20: Essendo questo Cardinale degli astuti signori del mondo, e avendo di questo signore gran sospetto, come la profferta de' denari fu fatta, ogni altra cosa mise in abbandono...
2.2.2.1 Locuz. avv. In abbandono. Fras. Mettere in abbandono: mettere fuori corso (detto di una moneta o di un sigillo).
[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. IX, cap. 95, vol. 2, pag. 186.19: E per riavere pace e danari dal Comune sì ne portò seco il suggello del Comune, dov'era intagliata l'imagine dell'Ercore, e tennelo più tempo, istimandosi che 'l Comune il traesse di bando, e ricomperasselo molta moneta: onde il Comune il mise in abandono operando altro suggello e notificandolo in tutte parti, sì che non fosse data fede a quello suggello. || (Sempre che il mise in abbandono non sia rif. alla persona anziché al sigillo).
2.2.3 Locuz. avv. In abbandono. Fras. Mettere in abbandono: gettare in un'impresa senza riserve; [milit.] fras. Mettersi in abbandono: lo stesso che abbandonarsi 'gettarsi senza paura né ritegno contro il nemico'.
[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), L. Luc. 7, cap. 35, pag. 251.15: La gente d'Amonda si proferivano tutti, dicendo di mettare loro corpi in abandono contra loro nimici.
[2] Girardo da Castelfior., XIV in. (tosc.>ven.), 5.7, pag. 205: Così piacesse a Deo che morto fosse / quand'i' m'enamorai con tanta fede / e sì lo meo cor misi 'n abbandono...
2.2.4 Locuz. avv. In abbandono. Fras. Mettere in abbandono: rinunciare a, dare per perduto.
[1] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 11, terz. 92, vol. 1, pag. 132: e' Ghibellin, che allor si partiranno, / la ritornata loro in abbandono / in perpetua poi metter potranno.
[u.r. 23.03.2005]