ABBELLIRE v.

0.1 abbelisse, abbellendo, abbellio, abbellir, abbellire, abbellirsi, abbellisca, abbellisce, abbellisci, abbelliscie, abbellisse, abbellito, abbelliva, abbellivan, abbellivano, abelisca, abelisce, abelisso, abellendo, abellì, abelli', abellia, abellir, abellire, abellisce, abellischa, abellischo, abelliscie, abellisco, abelliscono, abellite, abellito, abelliva, abellixe, abilivano.

0.2 Da bello 1. || Nell'accez. 'piacere' si tratta probabilm. di un prestito sul fr. ant. o prov. abelir (o di un calco semantico): cfr. FEW s.v. bellus.

0.3 Ritmo laurenziano, XII sm. (tosc.): 4.

0.4 In testi tosc.: Ritmo laurenziano, XII sm. (tosc.); Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.); Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.); Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.).

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Giacomino da Verona, Ierusalem, XIII sm. (ver.); Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.).

0.5 Per non rompere con la tradizione lessicografica precedente, si sono collocati gli ess. della 3 pers. sing. abbella 'piace' sotto abbellare (cfr. GDLI, Crusca [5], TB ed ED, s.v.). Tuttavia questa forma - unica attestata di tutto il paradigma di tale verbo - risulta sinon. di abbellisce, di cui condivide il valore semantico 'piace'. Nell'accez. 'rendere bello' abbellare non è invece attestato nel corpus (la supposta forma boccacciana abbella dell'Ameto è in realtà un banale errore per l'imperf. abellia): i dizionari storici ne registrano ess. soltanto a partire dall'Orlando Furioso.

0.6 N Con pochissime eccezioni, l'accez. 'piacere' appartiene esclusivamente alla poesia.

0.7 1 Rendere più bello; diventare più bello (anche pron.). 2 Lodare, mostrare nella sua bellezza. 3 Persuadere. 4 Piacere, essere grato, gradevole.

0.8 Pär Larson 07.04.1998.

1 Rendere più bello; diventare più bello (anche pron.).

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 4, pag. 189.8: disse san Giovanni Vescovo: la fede è fundamento de la santissima religione, lacaccio de carità, aiuto de l'amore; et questa ferma la santità, e fa forte la castità, et abbelliscie le dignità, e resplende ne' fanciulli, et fioriscie ne' giovani...

[2] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 43, pag. 121.1: Ell'è natural cosa e l'usança sì 'l dà ke çascuno maestro abellixe [soa opera] quante pote e sape, perçò ke meglo la possa vendere e dare e plù viaço. E perçò non me meraveglo se miser N. à dite et abellite soe parole denanti da voi, [perk'el] è savio e ben parlente e volentera ve daria a credere, s'el potesse, ke ramo fosse auro...

[3] Dante, Convivio, 1304-7, II cap. 7, pag. 100.17: E a meglio fare ciò credere all'anima esperta, dice che non è da guardare nelli occhi di questa donna per persona che tema angoscia di sospiri. Ed è bel modo rettorico, quando di fuori pare la cosa disabellirsi, e dentro veramente s'abellisce.

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 32.107, vol. 3, pag. 536.12: Così ricorsi ancora a la dottrina / di colui ch'abbelliva di Maria, / come del sole stella mattutina.

[5] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 32, 100-114, pag. 723, col. 2.1: Ch'abbelliva, çoè sì come la stella matutina se radia del sole, cussì san Bernardo, per la grande devotione ch'ave in Nostra Donna, s'abellì e s'inradià da lei.

[6] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 26, par. 38, pag. 749.18: i lunghi melloni e i gialli poponi co' ritondi cocomeri, e gli scrupolosi cedriuoli e' petronciani violati con molti altri semi, de' quali la terra vie più s'abellia.

[7] Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.), cap. 12, pag. 22.11: onde Virgilio per abbellire questo amore favoleggia che Venere [[...]] mandasse Cupidine in forma d'Ascanio a sedere in grembo a Didone.

2 Lodare, mostrare nella sua bellezza.

[1] Fiore, XIII u.q. (fior.), 89.15, pag. 180: E sì voglion mangiar le gran pietanze, / E' preziosi vin'vanno bevendo: / E queste son le lor grandi astinanze; / Po' van la povertà altrui abellendo. || Cfr. le prime parole del son. seguente (90.1): «E' si vanno lodando la poverta».

[2] Dante, Convivio, 1304-7, II cap. 6, pag. 96.2: E a pieno intendimento di queste parole, dico che questo [spirito] non è altro che uno frequente pensiero a questa nuova donna commendare ed abellire; e questa anima non è altro che un altro pensiero, acompagnato di consentimento, che, repugnando a questo, commenda ed abellisce la memoria di quella gloriosa Beatrice.

[3] Laudario S.M. d. Scala, XIII ex./XIV po.q. (tosc.), 19 (S), 34, pag. 277: sovr'ogne re ornato / Iesù Cristo abellischo. / Abellischo Dio Padre / collo Spirito Sancto, / Iesù nato di madre / in carne humana sancto...

3 Persuadere.

[1] Dante, Convivio, 1304-7, II cap. 6, pag. 95.2: Ma però che in ciascuna maniera di sermone lo dicitore massimamente dee intendere alla persuasione, cioè all'abellire dell'audienza, sì come a quella ch'è principio di tutte l'altre persuasioni...

4 Piacere, essere grato, gradevole. || Non di rado in coppia sinonimica con piacere, ecc. (cfr. abbellare).

[1] Ritmo laurenziano, XII sm. (tosc.), 28, pag. 192: Lo vescovo Grimaldesco, / cento cavaler'a desco / d'in un tenpo no lli 'ncrescono, / ançi plaçono e abelliscono. / Né latino né tedesco, / né lonbardo né fran[ç]esco / suo mellior re no 'nvestisco, / tant'è di bontade fresco.

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura aurea, 147, pag. 156: No ge recress lo tempo, ma tut se rebaldisce; / Quant el ge sta plu digo, intant plu g'abellisce, / Intant el g'è plu fresco, zamai no s'ingramisce.

[3] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. 168.10, pag. 231: cosa molto disiata, / che fa lo core tanto confortare, / che disiando compie la giornata. / E però, se la cosa dura e grave / abbellisce lo cor e attalenta, / no gli è nessuna pena a soferire.

[4] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 101.1, pag. 323: Sì m'abelisce vostro parlamento / de l'adimando, sire, che facete, / che buonamente ci ag[g]io lo talento / in aservare quello che dicete...

[5] Giacomino da Verona, Ierusalem, XIII sm. (ver.), 188, pag. 634: Perçò quigi cantaturi tanto se resbaldisso, / ke le man ge ne balla, lo cor ge 'n reverdisso, / li pei ge ne saio, li ocli ge 'n resclarisso, / e quanto igi plui Lo guarda, tanto plui g'abelisso.

[6] Fiore, XIII u.q. (fior.), 1.2, pag. 2: Lo Dio d'Amor con su' arco mi trasse / Perch'i' guardava un fior che m'abellia, / Lo quale avea piantato Cortesia / Nel giardin di Piacer...

[7] Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.), 12, pag. 119.12: Ma la via di paradiso si è stretta e dura al cominciamento, ma quella strettezza poco dura, e quando più dura, più alargissce, et a coloro che vi vanno più abellisce.

[8] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 2, cap. 12, pag. 142.9: s'egli t'abbellisse di vivere in questo pericolo, apparecchiati d'esser assalito d'ora in ora, però che continuamente avrai dinanzi dall'uscio della tua camera i nemici apparecchiati...

[u.r. 12.07.2018]