ABBEVERATO agg.

0.1 abbeverata, abbeverati, abbeverato, abeveradho, abeverata, abeverati, abeverato, abevrai, abiviratu.

0.2 V. abbeverare.

0.3 Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.): 1.

0.4 In testi tosc.: Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.); <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>; Ugo Panziera, Trattati, a. 1330 (tosc.occ.).

In testi sett.: Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.); Giacomino da Verona, Ierusalem, XIII sm. (ver.).

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.).

0.7 1 Che ha bevuto a sufficienza, dissetato. 2 Lo stesso che ubriaco. Anche fig. 2.1 Intossicato, alterato da una bevanda magica. 3 Saziato spiritualmente. 4 Imbevuto, intinto, saturo.

0.8 Pär Larson 10.03.1998.

1 Che ha bevuto a sufficienza, dissetato.

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 381, pag. 613: Mo sì è un sermon qe molto fi usadho: / quando l'om è passudho e ben abeveradho, / dise l'un contra l'autro: «Sai que m'è ensegnadho / d[a] [u]n me' bon amigo q'è ben enleteradho?

[2] Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.), 1, 12, pag. 122.11: Sì li disse: frate, sappiate per fermo, che questa vita non vale niente, che 'l ventre ch'ène fredo e crudo non si muove legieramente a fare lussuria; ma quando elli ène satollo e grasso de' buoni morselli et abeverato di buoni vini, sì si muove legieramente a fare i diletti del corpo.

[3] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), L. Luc. 4, cap. 6, pag. 139.17: Li abeverati Romani ebbero commiato d'andare ove volessero. Misero giù l'armi: molto pesava loro, chè mai l'avevano prese per morire di sete. Tornaro in loro magioni e trovarle esmagiate e sfornite...

[4] Ugo Panziera, Trattati, a. 1330 (tosc.occ.), tratt. 11, pag. 75V.23: Egli conversò magro, assetato, freddo, povero e vituperato. Et io sono grasso, abbeverato, caldo, riccho e honorato.

2 Lo stesso che ubriaco. Anche fig.

[1] Comm. Rim. Am. (C), XIV pm. (tosc.occ.>fior.), ch. 83, pag. 971.11: la madre di Mirra coll'altre donne a celebrare la detta festa, sicché la nutrice, veggendo ciò, andossine a Cinares, padre di Mirra, e dissegli ch'avea una molto bella giovane alle mani per potegliele fare avere. Quelli, essendo bene abeverato, mostrossene forte allegro e pregollane e domandolla di che etade poteva essere...

[2] Bibbia (05), XIV-XV (tosc.), Pr 26, vol. 5, pag. 741.9: Più avvenente cosa è la sapienza nella bocca del folle, e maggiormente quand'elli non intende cosa che dica, che ciò che lo ebrio dice quando egli è in sua ebrietà; e non quanto quelli, che abbeverato del diletto del secolo, sente spesso retenzione in sua coscienza della malvagia vita ch'egli ha menata.

2.1 Intossicato, alterato da una bevanda magica.

[1] Jacopo Alighieri, Inf., 1322 (fior.), cap. 26, pag. 135.10: dimorando in alcuna montagna di Calavra, sopra una terra nominata Gaeta, [[Circe]] co' suoi beveraggi bestie gli uomeni faceva diventare. Sì che tornando alcuna volta il detto Ulisse di Grecia con sua compagnia nella detta montagna pervenne, nella quale molta di sua gente così abbeverata rimase...

3 Saziato spiritualmente.

[1] Giacomino da Verona, Ierusalem, XIII sm. (ver.), 28, pag. 628: Quelor ke l'à avilar né entendro en mala guisa / ben me par, quanto en questo, ke Deo cum si no à miga; / mo taça e stea en pax e söa colpa diga, / e lago oldir quelor k'è abevrai d'aqua viva.

[2] Bibbia (10), XIV-XV (tosc.), 1 Cor. 12, vol. 10, pag. 128.3: 13. Chè tutti noi siamo battezzati in uno Spirito e in uno corpo, ovver iudei ovver pagani, [ovver servi] ovver franchi; tutti siamo abbeverati in uno Spirito. || Cfr. I Cor. 11,13: «omnes unum Spiritum potati sumus».

4 Imbevuto, intinto, saturo.

[1] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 8.33: Appresso lo tigne in sangue, che elli il mette in uno sì ardente amore ed in una sì dolce devozione di Gesù Cristo, che come elli pensa a lui ed a sua passione, elli è così tinto ed abbeverato del suo sangue prezioso che Iesù Cristo sparse per lui, come una suppa di vino piena di pane caldo, ed intinta in vino, cioè un novello battesimo, che tignere e battezzare è tutto uno.

[2] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 5, pag. 250.1: Cotali parole usando, non lasciava il timone della nave; ed ecco che idio reca un ramo bagnato dell'acqua di Lete e abeverato coll'acqua di Stige, e sopra ambo le tempie di Palinuro lo scuote, e gli occhi col sonno chiude, e col timone lo stravolge in mare...

[3] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 5, pag. 98.9: Et benkì Palinuru usava tali paroli non lassava mica lu timuni di la navi: undi killu deu di lu sopnu, videndu zo, prisi unu rimu bagnatu et beni abiviratu d'acqua, et dailu supra li templi et l'occhi di Palinuru, in tal modu ki lu travirsau in mari...

[4] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 8, cap. 12, pag. 581.4: figurava per fatica di suo ingegno uno cavallo vegnente a sprovarsi, sì come vivo fosse. A' cui nari desiderando di figurare la schiuma, così grande artefice in così piccola materia ditenuto molto e lungamente indarno, acceso poi per disdegno, la spugna abbeverata di tutti li colori, per ventura posta allato a lui, prese, e quella, sì come volendo guastare l'opera sua, percosse a la tavola.

[5] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 342.23: Abbia a mente che bene che tu abbia messo il piombo nella coppella che 'l piombo sia fonduto nella coppella, di non mettervi l'argento infino che la coppella non è bene abeverata di piombo, e tue lo conoscerai chè quando ne fia abeverata lo piombo andrà riposato nella coppella come se fusse altrettanto olio; allora vi metti l'ariento e lascialo affinare come conviene.

[u.r. 28.03.2005]