ABBÌ s.m.

0.1 a bi, abbí.

0.2 Da abbiccì (LEI s.v. abc).

0.3 Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.): 1.

0.4 Att. solo in Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.).

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Alfabeto.

0.8 Pär Larson 28.12.1998.

1 Alfabeto.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 1, cap. 10.22, pag. 30: Non è da toso che legga l'a bi / voler passar per la profonda Sizia, / ma quale più fra noi si fa rabì.

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 2, cap. 7.9, pag. 106: Dianzi ti parlai de la fenice, / quant'ella è bella e che fra noi è sola / e sopra ogni altro uccel valer si dice. / Ben vo', figliuol, che noti la parola: / bella fui io e sol donna del mondo / e or son men che ne l'abbí l'a sola: / onde, se spesso nel pianto confondo, / maraviglia non è, se ben rimiri / come da tanto onor son ita al fondo.

[u.r. 06.11.2017]