ABBICARE v.

0.1 abbica, abbichi, abica.

0.2 Da bica.

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 2.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321.

0.7 1 Ammucchiare, mettere insieme. 2 Pron. Ammucchiarsi, raccogliersi, restringersi in sé. [In senso metaf.:] stabilirsi.

0.8 Pär Larson 10.03.1998.

1 Ammucchiare, mettere insieme.

[1] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 66, terz. 9, vol. 3, pag. 233: I Prior non potien chiamare un Messo / (e non voler, ch'io più parole abbichi), / sanza colui, a cui era commesso.

2 Pron. Ammucchiarsi, raccogliersi, restringersi in sé. [In senso metaf.:] stabilirsi.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 9.78, vol. 1, pag. 152: Come le rane innanzi a la nimica / biscia per l'acqua si dileguan tutte, / fin ch'a la terra ciascuna s'abbica, / vid'io più di mille anime distrutte / fuggir così dinanzi ad un ch'al passo / passava Stige con le piante asciutte. || ED s.v. abbicare ammette anche l'interpretazione 'fa corpo con', seguendo Benvenuto da Imola («applicatur terrae») e Francesco da Buti («'fin'ch'alla terra ciascuna s'abbica', cioè s'aggiugne»).

[2] Sacchetti, La battaglia, 1353 (fior.), III, ott. 51.3, pag. 51: Dolor tormento e grida ci notrica, / dunque la pace non si fa per noi; / la grande invidia, ch'al cor ci s'abica, / farrá Costanza sempre gridar «Ohi»...

[3] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 40.42, pag. 101: Tu vedi ben, che 'l duro fren nimica / Il perverso cavallo, e fallo gire / Come vôl chi 'n sul dosso gli s'abbica. / E questa fa con simile disire, / Nella mezzana via i corpi nostri / Dal soperchio e dal poco pervenire.

[4] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 1, cap. 5.79, pag. 17: «Quando ne l'uomo un buon voler s'abbica / e mancagli il poder, rispuose adesso, / atar si dee come la cosa amica.

[u.r. 25.02.2008]