ABBONACCIARE v.

0.1 abbonaccia, abbonacciare, abbonacciato, abbonaccino, abbonacciò, abonaçado, abonaçça, abonaccia, abonacciano, abonacciare, abonacciato, abonazado, abonazao, abonazare, abonazata, abonazati, abonazato, abunazassi, abunazatu, abunazava.

0.2 Da bonaccia.

0.3 Milione, XIV in. (tosc.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Milione, XIV in. (tosc.); Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.).

In testi sett.: Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; San Brendano ven., XIV.

In testi mediani e merid.: Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.).

0.7 1 [Detto del tempo atmosferico:] tornare sereno. 1.1 [Detto del mare:] tornare in bonaccia, senza onde e senza vento. Anche pron. 1.2 Fig. Placarsi. 2 Far tornare in bonaccia (il mare, le acque).

0.8 Pär Larson 10.03.1998.

1 [Detto del tempo atmosferico:] tornare sereno.

[1] San Brendano tosc., XIV (ven.>tosc.), pag. 125.31: l'abate disse una sera: «Frati miei, domane sarà bel tempo e l'altro dì e 'l terzo dì sarà sì abonacciato che noi potremo navicare sicuramente là dove noi vorremo».

[2] San Brendano ven., XIV, pag. 124.35: Frari mie', doman serà uno belo tenpo e l'oltro dì e l'altro, e lo tenpo serà sì abonazado che nui poremo navegar seguramente...

1.1 [Detto del mare:] tornare in bonaccia, senza onde e senza vento. Anche pron.

[1] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 156, pag. 236.21: Quando il mar fue abonacciato, e' presono molte navi ch'aveano per l'isola, e andaro all'isoletta ove costoro erano, e smontaro in terra per pigliare costoro ch'erano in su l'isoletta.

[2] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 45.80, pag. 266: per che, s'o fai zo che v'ò dito, / lo vostro faito anderá drito; / ogni fortuna e mar torbao / ve serà tuto apagao» <e abonazao>. || Cfr. Cocito, nota ad loc.: «E abonazao è, evidentemente, una glossa».

[3] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Leandro, pag. 170.21: e parmi che quanto io più sono sollicito di ragguardare il mare s'egli s'abbonaccia, ch'egli più tempestosamente ondeggi.

[4] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 2, pag. 30.8: li Grechi si apparichavanu et ordinavanu di partiri sulamenti per pagura et non aspictavanu si non ki lu mari abunazassi.

[5] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 4, pag. 69.16: Era intando lo tiempo de la primavera, che lo iorno era equale a la nocte e li arbori era yà florite, a la metiede de lo mese de Aprile, che lo mare incommenzava ad abonazare, e quisti ri de Grecia, alte le vele a le nave loro, allegramente se possero a lo cammino...

1.2 Fig. Placarsi.

[1] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 115, pag. 158.4: se lo giovane è folle e male insegnato, alcuna volta la calda natura, ch'è in lui, e gli omori lo rinfrabiscono e lo scaldano e lo fanno essere giolivo e oltragioso. E quando quello calore e quello rinfabilimento cessano; egli s'abonaccia e diventa cheto e soave...

[2] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 255, pag. 289.6: Le flemme sono pericolose, quand'elle sormontano l'altre flemme del corpo, perch'elle li mangiano malamente; ch'ello signoregiano in malvagie malizie fredde, e si mangiano i piedi e le mani e i capelli e le reni e le ganbe e i diti, e fanno putire la bocca e gli orecchi e 'l naso, e fanno molte altre malizie assai. Abonacciano per erbe e per fiori e per beveraggi e per vomicare.

[3] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 255, pag. 289.12: Le collere gialle sono molto, pericolose, quand'elle sormontano l'altre collere al corpo. Elle cercano il cuore, e fanno travagliare, e fanno diventare li menbri frali e molli, e tolgono la volontà al corpo, del bere e del mangiare; e si li cambia il colore, e si lo fa diventare vocolo. E s'abonacciano con erbe e con fiori e con vomicare.

2 Far tornare in bonaccia (il mare, le acque).

[1] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Leandro, pag. 174.35: Onde io ti priego che tu allora non ti lamenti; ma prieghi gli Dii che abbonaccino il mare, acciocchè li miei desiderj si congiunghino insieme co' tuoi.

[2] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 7, pag. 121.13: Or non è licito a l'anno d'adornare il volto della terra ora con fiori, ora con biade, ora confondere quel viso con piogge e con freddi, [e con] baleni la r[e]gione del mare; e ora lusingare con abonacciare acque, ora incrudelirsi con marosi e tempeste?

[u.r. 02.10.2008]