ABBRACCIARE (2) s.m.

0.1 abbracciare, abbracciari, abbracciari, abracciar, abracciare, abracciari, abrazare, 'braçare.

0.2 V. abbracciare 1.

0.3 Poes. an. ravenn., 1180/1210: 1 (integrazione congetturale); Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.): 1.

0.4 In testi tosc.: Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.); Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.).

In testi sett.: Poes. an. ravenn., 1180/1210; Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.); Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Destr. de Troya, XIV (napol.).

0.7 1 Abbraccio, atto dell'abbracciare. 2 Amplesso, congiungimento carnale. 3 Lotta greco-romana.

0.8 Pär Larson 04.11.1998.

1 Abbraccio, atto dell'abbracciare.

[1] Poes. an. ravenn., 1180/1210, 26, pag. 618: Co' 'n me braçe aver la crethea, / alor era puru l'[abra]çare... || Stussi commenta: «"allora era puro il mio abbraccio" (sogno-illusione di un rapporto amoroso non consumato?), con forti dubbi, data la lettura incerta»; Castellani, Gramm. stor., p. 526 propone: «era puru l'aneçare» e parafrasa «non era che eccitante miraggio», lezione di fatto confermata da Formentin, Poesia italiana, p 174, che stampa «an[e.]çare», e specifica che l'aneçare di Castellani vale «'incitare', 'eccitare' (su izza 'collera')».

[2] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 573, pag. 547: A femena no è caro çà unca lo 'braçare / de pare né de mare né de s[or] ni de frare, / né d'om qe no la posa de lo ioc envidare / ke lo cor e lo corpo li met en mal afare.

[3] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 8, pag. 500.16: il padre, piegato per eternale amore, così favella: Qualunque cosa di sollicitudine nell'arte mia io ti posso promettere sarà fatto. Queste parole abbiendo dette, diede i disiderati abbracciari, e, coricato nel grembo della moglie, addomandò per le membra piacevole sonno.

[4] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Laudomia, pag. 124.2: O Protesilao, io sono sceverata dal tuo abbracciare; e la mia lingua nel tuo partire lascioe le parole non compiute alli miei preghevoli comandamenti. Appena pote' io dire miseramente: Va sano. || Cfr. Ov. Her. XIII, 12: «soluor ab amplexu, Protesilae, tuo».

[5] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 4, ott. 127.1, pag. 144: Come altra volta gli stretti abbracciari / erano stati, così furono ora, / ma questi fur più di lagrime amari, / che stati fosser di dolcezza ancora / piacevoli, ed i tristi ragionari / fra loro incominciar sanza dimora.

[6] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 7, cap. 9, pag. 530.6: Appio Gallo a lui famigliarissimo dal principio de la etade; e lui solo, di molti che d'intorno li stavano, con l'ultimo abbracciare e bascio giudicò degno.

[7] Storia distr. Troia (ed. Gorra), XIV pm. (tosc.), cap. 12, pag. 470.8: Medea Gianson piena mente amaestrò, perchè alla vittoria potesse venire. Ora posto fine alle sue dottrine e amaestramenti, gli diede licenzia di partirsi con molti dolci baciari e abracciari e con sospiri assai, e dolciemente lo priega che ssi sappia guardare.

[8] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II. 5, pag. 101.26: ricordandosi esser vero che il padre era stato in Palermo e per se medesimo de' giovani conoscendo i costumi, che volentieri amano nella giovanezza, e veggendo le tenere lagrime, gli abbracciari e gli onesti basci, ebbe ciò che ella diceva più che per vero...

[9] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 22, pag. 198.23: E per plu volte mostrava de morire sopre lo cuorpo de lo figlyo, lo quale avea amato plu che séne. Et in quillo abrazare che facea de lo figlyo cossì muorto, ben se astema che forria stato muorto, se nze avesse troppo durato, se non fosse cha nde era retratto per forza da li suoy parienti et amici.

- Fig.

[10] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 33, 121-138, pag. 785, col. 1.16: Questa allegorìa non è altro a dire se non che fino nel mundo, largo modo, igli si pono zudigare dampnadi; ver è che la misericordia de Deo è tanta, ed ha sì ampio lo so abrazare, che d'onne peccà se pò tornar a penitenzia e no essere perzò per quel perdudo...

2 Amplesso, congiungimento carnale.

[1] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Paris., pag. 145.34: Ahi lasso! Or che peccato è questo che lo 'ndegno Menelao ti gode ogni notte, e del tuo abbracciare continuamente si rallegra? Ed io appena ti posso vedere, se non mentre ch'io sono a tavola.

[2] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 193, pag. 718.15: No è fatica a celare; egl'è licito: domanda il dono a colei, però che con nome di cognato si potrae coprire la colpa. Alcuna vedrae l'abracciare, noi saremo lodati amendue, io sarò chiamata fedele matrigna al mio figliastro.

[3] Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), L. I., pag. 78.7: Se tu paressi savio a la roza e isfacciato a la vergognosa, ella incontenente di sé misera si sfidrà. Quinde viene che quella che teme di consentirsi ad onesto, vada a l'abbracciare di pió vile e di sottano.

[4] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 11, pag. 39.14: allora Lancilotto tanto amava la reina Ginévara, che loro adopararono sì et in tal modo, che fêro il pagamento amoroso della dilettosa arra che nel principio s'avevano donata; cioè, che dal mirare vennero al baciare; et venendo a l'abbracciare, tanto fêro, che 'l loro disio tornò in diletto, et adoperàrollo a loro piacere.

[5] Boccaccio, Decameron, c. 1370, IV. introduzione, pag. 264.15: Le quali cose io apertissimamente confesso, cioè che voi mi piacete e che io m'ingegno di piacere a voi: e domandogli se di questo essi si maravigliano, riguardando, lasciamo stare gli aver conosciuti gli amorosi basciari e i piacevoli abbracciari e i congiugnimenti dilettevoli che di voi, dolcissime donne, sovente si prendono...

3 Lotta greco-romana.

[1] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Ero, pag. 182.14: voi, giovani liberi, ora andate cacciando; ed ora alla verzura v'andate ricreando: e così in variate cose v'andate trapassando li correnti tempi. Alcuna volta vi tengono le cortigiane piazze, e talora li guiderdoni dell'unta palestra, ove l'abbracciare fae piacente gioco.

[u.r. 17.05.2023; doc. parzialm. aggiorn.]