0.1 abbrucerà , abbruci, abbrucia, abbruciali, abbruciando, abbruciante, abbruciarà , abbruciare, abbruciata, abbruciate, abbruciati, abbruciato, abbruciava, abbrucino, abbruciò, abbrucioe, abbruciorono, abbrucioronsi, abbruscia, abbrusciatemi, abbrusciati, abbrusciato, abbrusciatosi, abbrusciò, abruci, abruciarono, abruciasse, abruciate, abruciati, abruciò, abrucise, abrugiare, abrugiati, abrusa, abrusante, abrusarj, abruscia, abrusciambo, abrusciammo, abruscian, abrusciando, abrusciare, abrusciaro, abrusciata, abrusciati, abrusciato, abrusiare, abruxari, adbrusciata.
0.2 Da bruciare.
0.3 Lett. sen., 1260: 1.1. || In nomi di luogo e di persona, il verbo è att. in carte tosc. fin dalla seconda metà del sec. XI: cfr. GDT, pp. 7-8.
0.4 In testi tosc.: Lett. sen., 1260; Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Inghilfredi, XIII sm. (lucch.); Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.); Stat. pis., a. 1327; Metaura volg., XIV m. (fior.).
In testi mediani e merid.: Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Anonimo Rom., Cronica, XIV.
In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.).
0.5 Locuz. e fras. ardere e abbruciare 1.1.
0.6 T I toponimi contenenti l'agg. abbruciato riportati in GDT, p. 7, trovano confronto in Doc. fior., XIV sm. (3), pag. 6.11: «Uno podere [[...]] nel deto popolo, lugho detto agli Abruciati».
0.7 1 Distruggere o danneggiare col fuoco; esporre all'azione del fuoco; [sogg. il fuoco:] distruggere o danneggiare per combustione. 1.1 Fras. Ardere e abbruciare: mettere a ferro e fuoco. 2 Passare sopra la fiamma viva per bruciare le setole, strinare? (detto di un porco ammazzato).
0.8 Pär Larson 01.10.1998.
1 Distruggere o danneggiare col fuoco; esporre all'azione del fuoco; [sogg. il fuoco:] distruggere o danneggiare per combustione. || Spesso in iterazione quasi-sinonimica con ardere.
[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 7, cap. 2, pag. 181.4: trovamo questa folgore per stasione entrare e·lla casa, e fugire entro per la casa qua e là [[...]], e druvinare le petre e guastare lo legname de la casa qua e là, e per stascione ucìdare de la famellia de la casa, e per stascione ardere ed abrusiare l'omo e lo legname de la casa, secondo che noi avemo già veduto.
[2] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 19, pag. 254.6: Ne' detti due campi quaranta migliaia d'uomeni tra per ferro e per fuoco vi fuoro consumati, cinquemilia ne fuoro presi, e' dogi di quelle luogora, abbrusciati, appena pottero fuggire.
[3] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 29.20, vol. 1, pag. 200: lo Spiritu sancto l'à per male: / daralli pena e dolore. / Gettaràl nella fornace / là uve son l'ardente brasce / e l'enfernal foco penace / ke sempr'arde 'l peccatore, / due son li mal carbone / k'abruscian li peccatori...
[4] Inghilfredi, XIII sm. (lucch.), 7.11, pag. 133: Partomi da sollazo e d'ogne gioco / e ciascun altro faccia a mia parvenza, / ca dentro l'aigua m'ha abrusciato il foco, / mia sicurtate m'ha dato spavenza.
[5] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 93.31: disse Seneca: guardati di laide parole, le quali non sieno oneste, che chi vi s'abbandona elli ne viene isvergognato et isfacciato, cioè a dire ch'elli ne perde bontà e vergogna, e cadene leggiermente in peccato; lo gatto dimestico abbruscia più sovente sua coda, che non fa il salvatico.
[6] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 30, pag. 154.2: Ca la anima - dichi sanctu Gregoriu - in tantu pati pena di focu, in quantu, videndusi essiri jn focu, sèntissi abruxari, e quasi pir una flamma visibili, la anima incorporea sì traya deluri e sinturi jnvisibilj».
[7] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 2 cap. 12, pag. 142.22: «Tieni, disse Caio, acciò che tu sappi come tengono il corpo a vile quei che vogliono grande gloria acquistare»: e dicendo queste parole mise la sua mano nel fuoco che quivi era acceso; e l'abbruciava, come s'egli non sentisse niente il caldo, nè tanto, nè quanto.
[8] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 1, cap. 19 ch., pag. 207.14: E questo vapore acceso quando cade in terra o è molto focoso, imperciò che la materia è molta e constretta insieme, o è poco focoso, imperciò che la materia è poca e non è bene costretta insieme. E se è del primo modo, alotta uccide alcuna volta, o abruscia quello che tocca, e poco e molto secondo la fortezza del fuoco...
[9] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 822, pag. 186: Ad pochi dì po questo, facemmo uno granne male: / Coll'oste ad Antredoco vi gemmo in generale; / Fo abrusciato et arso collo Burghitto ad oguale; / Per nui già non remase de Civita Ducale. / Arsa vi fo Penenza et Chiesura adbrusciata, / Et la roba che vy era ecco ne fo recata...
[10] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 81, pag. 198.6: Carissimi et accesi nel fuoco della carità del dolcissimo Jesù Cristo crucifisso, Lo 'ncominciato fuoco dell'amore velocissimamente e continuamente infino alla fine arda et abbruci tutto l'universo mondo, intanto che gli aghiacciati cuori e la freddezza de' parlari...
[11] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. XV, par. 16, pag. 668.28: Gli occhi ficcai, cioè fiso mirai, per lo cotto aspetto, cioè abrusciato dallo 'ncendio il quale continuamente cadea; Sì, gli occhi ficcai, che 'l viso abrusciato, e però alquanto transformato, non difese, cioè non tolse, La conoscenza sua, cioè di lui, al mio intelletto...
[12] Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 15, pag. 127.23: E tornata la 'mbascieria de' pisani a pPisa e raportata loro la 'mbasciata, i pisani isdegniarono contro a' fiorentini e non volendo ch'ellino avessino sì bella cosa chome erano quelle cholonne, sì lle abruciarono, cioè le missono nel fuocho, sì ch'elle perderono la vista e sì lle mandarono a fFirenze con grande onore e co molte trombe, choverte le cholonne e' buoi di scharlatto.
[13] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 12, pag. 91.6: Como questo papa creato fu, così lo cucurullo dello campanile de Santo Pietro Maiure fu abrusciato, como ditto ène.
- Fig.
[14] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 1, pag. 5.2: E' cavagli erano forte correnti, e' cavalieri vigorosi e potenti; e veníano con sì grande tempesta, che veramente pareva una folgore, col piè dinanzi tutta l'erba abbruciando e con quegli dirieto tutte le pietre fendendo...
1.1 Fras. Ardere e abbruciare: mettere a ferro e fuoco.
[1] Lett. sen., 1260, pag. 271.17: sapemo ch'elino erano fugiti, (e)d andava[n]si via: noi rimandamo el popolo a Siena, (e) ' chavaieri lo trasero dietro, (e) andàvali chaciando d'in pogio in pogio chome gativi; (e) andaro ardendo (e) abrusciando i[n]sino apresso a Fiorença a quatro miglia.
[2] Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.), pag. 219.24: MCCCXXVIIJ In quisto millesimo, del mese d'acosto, el duca de Bavera se partìo de Viterbo e gìne per la Maremma ardendo ed abrusciando e derobando ed ucidendo huomene e fenmene e mena[n]done preda e pregione; e per lo contado d'Urvito gì ardendo e ucidendo e derobando enfena a la porta...
[3] Giovanni Villani (ed. Moutier) a. 1348 (fior.), L. 10, cap. 95, vol. 5, pag. 127.14: il detto Bavaro fece cavalcare il suo maliscalco con mille cavalieri a Fuligno, credendo avere la terra per tradimento; ma come piacque a Dio, non venne fatto, onde si tornarono a Todi, ardendo ed abbruciando e levando prede per le terre del Ducato.
[4] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 719, pag. 165: Tornò misser Golino et lo Consillio fece fare; / Dixe che li sollati se voleano pagare / Et multi per sey misci se voleano fermare; / Set non, ca menacciavano de ardere et abrusciare.
[5] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 28, terz. 24, vol. 2, pag. 47: Gli usciti di Firenze [[...]] A San Donato vennero in Colline, / ardendo, ed abbruciando d'ogni lato, / e donde mosser si tornaro al fine.
2 Passare sopra la fiamma viva per bruciare le setole, strinare? (detto di un porco ammazzato).
[1] Stat. pis., a. 1327, L. 3, cap. 29, pag. 138.32: che nessuno tavernaro possa abrugiare nullo porco, nè ucidere buoi nè vacche in de la taverna, ansi si debbiano abrugiare et ucidere da lo Rio verso li Mandre, salvo se non fusse impedimento di pioggia...
[2] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 102, pag. 229.32: un beccaio grassissimo, non è gran tempo, comprò un porco grassissimo, che pesava libbre quattrocento; e una mattina per tempissimo, avendolo morto, abbruciato, e concio, volendolo appiccare alla caviglia, e levarlo da terra, per niuno modo il poté fare; e aiuto non avea, se non d'una sua donna, che gli avea aiutato insino allora, e abbruciare e fare, ed era poco prosperosa, e a quello poco gli potea dare aiuto.
[u.r. 09.06.2008]