0.1 abbiette, abbietto, abiecta, abietta, abietto.
0.2 Lat. abjectus (LEI s.v. abjectus).
0.3 Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.): 1.
0.4 In testi tosc.: Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.); Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.).
0.7 1 Degno di disprezzo.
0.8 Pär Larson 10.03.1998.
1 Degno di disprezzo. || Nel corpus sempre in coppia con vile.
[1] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 18. proemio, pag. 327.17: Roffiano in lingua volgare si è una vile cosa, e abietta, e dispetta persona: roffia viene a dire dispetta cosa.
[2] Legg. S. Elisab. d'Ungheria, XIV m. (tosc.), cap. 4, pag. 16.16: A tanta humilitade si sottopuose, che mai non spregiava né aveva a schifo qualunque cosa fosse vilissima e abiecta, ma in quelle continoamente con molta devotione s'essercitava.
[3] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), lett. 23, pag. 91.22: Oimè, ora che farò? Cierto muoio, se in questa santissima via non entro. Oimè, e che montano viste e veste abbiette e vigli, se di questa vesta non ci vestiamo? Che utile a noi bello parlare, molto conosciare di Dio o delle virtù, se noi per la via che c'insegna, noi recusiamo e non vogliamo andare?
[4] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), lett. 95, pag. 228.27: Non vi potreste immaginare quanta virtù troviamo in questi cardenagli, e in questi signori e molti altri, intanto che noi semo confusi dell'opare loro, et ànno più umilità negli stati grandi e nelle molte ricchezze, che noi povari superbi nello stato vile ed abbietto...
[u.r. 22.03.2017]