0.1 abbiezione, abiezione.
0.2 Lat. abjectio, abjectionem (LEI s.v. abjectio).
0.3 Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.): 1. || LEI, GDLI e Crusca (5) citano come prima att. un passo di Fra Giordano di dubbia autenticità: cfr. DELI s.v. abietto.
0.4 In testi tosc.: Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.).
0.6 N Doc. esaustiva.
0.8 Pär Larson 10.03.1998.
[1] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 1, vol. 2, pag. 145.2: La virtù dunque della umilità in istato di grandezza è più commendabile; e però dice s. Bernardo: [[...]]. E ancora dice: Non è gran fatto, che l'uomo sia umile in abbiezione, e in stato di vilità, ma grande, e rada virtù è umilità con onore.
[2] Bibbia (01), XIV-XV (tosc.), Prol., capo 7, vol. 1, pag. 13.18: Malachia apertamente, ed infine di tutti li profeti, profetizza dell'abiezione d'Israel, e della vocazione delle genti. Onde dice: la mia volontà non è in voi, dice il signore delli eserciti, e della vostra mano non torrò il dono.
2 Oggetto di avvilimento, reietto.
[1] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 19, pag. 86.7: Cristo ebbe questo dispetto d'essergli velati gli occhi, e sputato nella faccia come dispetto ed abietto. Onde nel Salmo dice: Io son fatto obbrobrio degli uomini ed abiezione del popolo.
[u.r. 27.11.2017]