ABISSO s.m.

0.1 abbisso, abissi, abisso, abissu, abiso, abixo, abysso, abyssu, habisso.

0.2 Lat. abyssus (LEI s.v. abyssus).

0.3 Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.): 1.

0.4 In testi tosc.: Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.); Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.); Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.); Teperto, Lettera in prosa, XIII sm. (pis.); Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); San Brendano pis., XIII/XIV; Metaura volg., XIV m. (fior.); Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.).

In testi sett.: Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Giacomino da Verona, Babilonia, XIII sm. (ver.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.); Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Matteo Corr. (ed. Corsi), XIV pm. (padov.?); Atrovare del vivo e del morto, a. 1375 (emil.); Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.).

In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Destr. de Troya (ms. Parigi), XIV (napol.); Discorso sulla Passione, XIV sm. (castell.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 Profondità immensa acquosa nel centro della Terra (preesistente alla creazione della Terra stessa). Anche fig. 2 L'Inferno. 2.1 Gli Inferi, l'oltretomba degli antichi. 3 Baratro, precipizio, voragine, rovina (anche fig.). 4 Profondità, spazio sconfinato (anche fig.). 5 Profondo abbattimento morale, sgomento. 6 Immensità imperscrutabile, grandezza infinita (rif. a Dio e alle cose divine).

0.8 Pär Larson 19.11.1998.

1 Profondità immensa acquosa nel centro della Terra (preesistente alla creazione della Terra stessa). Anche fig.

[1] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 719, pag. 53: Per ti è fate tute cose, / Le palese e le rescose, / Lo firmamento fin a l'abisso / Non mitìs malta sì 'l faïsso. / L'inferno fisti e 'l paradiso, / Mai l'un da l'altro molt è deviso: / Entro inferno è dol e torment, / Paradis è plen d'oliment.

[2] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. V, pt. 2: D'essa superbia dice Iob «Se la superbia salirà infine al cielo e 'l suo capo toccarà le nuvola, infino de l'abisso lo cacciaròne»...

[3] Giacomino da Verona, Babilonia, XIII sm. (ver.), 83, pag. 641: de la morto, / sença remissïon batandol molto forto; / lo qual s'à far veniro un perfido ministro, / ke l'à metro in prexon, segundo k'el è scrito, / en un poço plui alto k'el cel n'è da l'abisso, / per esro lì tutore tormentao et aflicto.

[4] Dante, Convivio, 1304-7, III cap. 15, pag. 250.8: E però disse Salomone in quello de' Proverbi in persona della Sapienza: «Quando Dio apparecchiava li cieli, io era presente; quando con certa legge e con certo giro vallava li abissi, quando suso fermava [l'etera] e suspendeva le fonti dell'acque, quando circuiva lo suo termine al mare e poneva legge all'acque che non passassero li suoi confini...

[5] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 4489, pag. 167: E credy in quel signor eterno, / Che volsse suplichar lo inferno, / E che llo terço dy resusità, / E può apresso in çiello montà. / Chollú è quello, che fexe lo mondo, / Lo çiello e ll'abisso e llo profondo...

[6] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 18, vol. 1, pag. 133.30: E la prima autorità, sopra la quale si fondano, si è quella, che si dice nel principio del Genesi: Tenebre erano sopra la faccia dell'abisso.

[7] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 43, vol. 2, pag. 69.32: E però anco quel, che si chiama terra, poi si chiama abisso per la sua tenebrosità, ed informità, quando nel detto libro del Genesi si soggiunge: Et tenebrae erant super faciem abyssi: E tenebre, dice, erano sopra la faccia dell'abisso.

[8] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 43, vol. 2, pag. 70.28: A buona fede dunque teniamo, che la detta prima materia fu una cosa confusa, e inordinata, e però è detta chaos, ed abisso.

[9] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XII, cap. 1, vol. 3, pag. 11.28: crediamo che questo diluvio fosse troppo maggiore che l'antico, che solamente non fu tanto il crescimento per piova, come fue per terremuoto. Di certo che l'acqua chiara surgea d'abisso con grandi sampilli sopra più terreni; e questo vedemo in più parti, e eziandio in sulle montagne...

[10] Metaura volg., XIV m. (fior.), App. B, L. 2 capp. 22-23, pag. 326.19: e quando si ritrae è profonda, e tira sì forte che quale nave vi si trovasse presso a ppiù di quaranta miglia la tirerebbe a ssé e profonderebbe in abisso. E questa è la vera ragione e naturale che l'acqua moltripica e corre e ritorna in aquilone per lo spiro del fiotto com'è detto per noi.

[11] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 6, cap. 9.19, pag. 451: La misura li diè, la qual non varca; / la gente gli ordinò e gli animali, / de' quali, al tempo che disse, la carca. / De lo profondo abisso e infernali / luoghi e de' ciel le cataratte aperse, / con tuon crudeli e saette mortali.

[12] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 46.13, pag. 63: Questi poser silentio al signor mio, / che per me vi pregava, ond'ei si tacque, / veggendo in voi finir vostro desio; / questi fuor fabbricati sopra l'acque / d'abisso, et tinti ne l'eterno oblio, / onde 'l principio de mia morte nacque.

[13] Torini, Brieve meditazione, XIV sm. (fior.), pag. 331.16: Fecesi il nostro Signore tanto minimo per noi, e tanto s'aumiliò, ch'elli, il quale il cielo, la terra, il mare e lo abisso, e se fossero centomilia tanti magiori che non sono, mai nol compresoro né porieno comprendere, si lasciò comprendere a sì piccol luogo.

[14] San Brendano ven., XIV, pag. 178.11: e de presente elo zonse una gran moltitudine de demonii, li qual somiava a babu(in) e coverse tuta l'aqua de lo mar, e in quelo luogo e quela aqua si fì dito abiso...

[15] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 15, pag. 136.5: Tutta la state passata operze Dio le cataratte dello cielo e mannao acqua spessa e foita, non granne. Ma puoi nello autunno, recoite le uve, comenzanno dalla festa de Onniasanti, parze che· lle fontane dello abisso fussino operte per vomacare acqua.

2 L'Inferno.

[1] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 289, pag. 38: L'una è la superbia ke tene Lucifelo; / Sego el s'amigoe, quando era tropo bello, / E fo caçao del celo con essa in abisso.

[2] Lib. Antichr., XIII t.q. (ven.eug.>umbr.-march.), 416, pag. 116: Manderà questo mundo [co]tal calor, / starà li angeli in cellu ad altitudine, / ànno sonar tant fort[e] con le tube / k'el tremarà l'abisso de inferno inferïore: / tuti li morti ke fo en questa luce / [à] suscitar al son de queste voce / tuti en carne deplena de vertue.

[3] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De die iudicii, 173, pag. 201: Il profundao habisso quand i seran butai, / Tug han haver illora li corpi desformai, / Infirmi, nigri e grevi e spagurus e inflai, / Plu grossi ka carrere, plu ka montagn gravai.

[4] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 20, pag. 255.21: ma quello antico grande nemico nostro, che di tenebre è prince, poi l'à bendato el vizo, fallo macinare a sua guiza onni formento e traggielo cià e là di fossa in fossa, mentre in abisso àlo prefondato.

[5] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), C 23.83, vol. 1, pag. 176: D'omtios'et forte iudicio / fust'ad morte condempnato, / et messo ad grande supplicio / nella cruce 'nchiavellato, / d'aceto et di fel potato, / et cum duo ladroni crucifixo: / inferno 'l sentì enn- abisso / e tutto 'l mondo tenebroso.

[6] Giacomino da Verona, Babilonia, XIII sm. (ver.), 166, pag. 644: E a le fin de dreo sì enso un gran vilan / del profundo d'abisso, compagnon de Sathan, / de trenta passa longo, con un baston en man / per benëir scarsella al falso cristïan...

[7] Novellino, XIII u.v. (fior.), 17 a, pag. 164.1: per die, per lo cavallo e l'arme che ritenesti. Ma, grazia del Signore mio, io ne vo purgato in cielo; e tu la comperai amaramente»: che, udento centomilia genti, venne un truono da cielo; et andonne con lui in abisso.

[8] San Brendano pis., XIII/XIV, pag. 73.10: Ed ecco infinita moltitudine di dimoni coperse la faccia del'abisso, mectendo gran voci et dicendo: «O omo di Dio, maladecta sia la tua venuta et la tua andata, per che lo nosso principe istanocte di crudele battiture ci à battuti, per che no li prezentammo questo maladecto gattivo».

[9] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 2, q. 92, pag. 177.27: quando illi hano fagio peccare una anima illi ne fan grande festa al so prencepo. E se alchuno de loro fi vezudo da l'omo, incontanente l'angello k'è soa guarda li liga in abissi ni pò più zamay quello demonio ligao in abisso asalire ni combatere contra alcuno santo, ma lo so prencepo ne substituisse uno altro in so logo.

[10] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 133.125, pag. 519: ma danao [fo] pû per zo, / che 'lo no vose dar lo so / a Lazaro, povero meschin: / pû per zo vegne a mara fin; / zuegao fo, ponio e miso / ê infernal fogo d'abisso. / Or poni mente quanto mar / faito i à no vorer dar.

[11] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. c. 1.46, vol. 2, pag. 8: «Chi v'ha guidati, o che vi fu lucerna, / uscendo fuor de la profonda notte / che sempre nera fa la valle inferna? / Son le leggi d'abisso così rotte? / o è mutato in ciel novo consiglio, / che, dannati, venite a le mie grotte?».

[12] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 4, cap. 12.33, pag. 398: Dunque, il felice tien maggior battaglia / Vincendo il male con le virtù sante, / E pover'uom di ciò non ha travaglia; / Chè povertate superbia confonde, / Raffrena la lussuria e la costregne, / Che par che nell'abisso l'uom profonde.

[13] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 17, 1-18, pag. 438, col. 2.5: po' ... tratta di l'usurarii li quai el punisse in la fin del VIJ circulo cum fiamme de fogo e cum vapuri fetidi e puzolenti, li quai esseno del fondo dell'abisso...

[14] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 4, pag. 78.24: Gabriel fu quello, che fue mandato alla Vergine Maria ad anu[n]ziare la Incarnazione di Cristo: Missus est Angelus Gabriel ad Mariam ec. Michael, questi è descritto princip[e] della milizia celestiale nel cacciamento delli spiriti superbi dal Cielo nell'abisso.

[15] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 38, vol. 2, pag. 23.35: Il primo si è quello di Lucifero, lo quale volle per superbia salire alla egualità di Dio, ed essere simile all'Altissimo. E però, come si dice in Isaia, fu profondato in abisso d'Inferno, e in eterno dannato.

[16] Matteo Corr. (ed. Corsi), XIV pm. (padov.?), 2.11, pag. 151: Manda l'angelo tuo, manda la spada / che vince e taglia ogni voler superbo, / sí che in abiso ogni malicia cada.

[17] Cinquanta miracoli, XIV pm. (ven.), 36, pag. 63.19: Siando ensidi de fora, la Madona comandà che 'l montasse suso una grande piera, ch'era sovra una boca de terra averta; e guardando in çoso, vete lo abisso infernale, che ghitava flame solferegne e puça grevissima e plena d'ogne tormento.

[18] Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.), 1.8, pag. 19: Unde convenne che così el partisse / di cerchio in cerchio scendendo a' malnati / dal sommo sapiente digradati / in fin l'abysso du' Lucifer fisse.

[19] Gl A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 3, pag. 18.4: E in questo mezzo della terra è l'abisso, ciò è lo 'nferno, e in quello punto e centro della terra è Lucifero, sovra le cui ispalle Dante pone che iscese con Virgilio infino all'anche e poi si rivolsero in giù, overo ch'era in su, però che salivano verso l'aria...

[20] Gl Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, Accessus par. 73, pag. 17.13: Chiamasi ancora Abisso, sì come nell'Apocalissi si legge, ove dice: «Bestia que ascendet de abysso, faciet adversus illos bellum»; e in altra parte: «Data est illi clavis putei abyssi et aperuit puteum abyssi»; il qual nome significa «profondità ». Hanne ancora il detto luogo alcuni, ma basti al presente aver narrati questi.

[21] Atrovare del vivo e del morto, a. 1375 (emil.), iii. st. 7.1, pag. 164: L'octavo nom'è chiamato Abisso / per le gran fornaxe e poçe abraxadi, / ch'el se trova in l'Apocallisse / chiamato Abiso per perfonditade: / tristo el peccadore che lì dentro è meso / e ligado streto in quella laiditade!

[22] Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.), 3, pag. 220.15: e per la soperbia soa, ch'el volse metere la sedia soa apresso quella de Deo e volsese asomeiare a Deo e no se contentoe de quello che Deo ge avea fato, imperçò sì caçè de celo fine in profundo d'abisso...

2.1 Gli Inferi, l'oltretomba degli antichi.

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), L. Luc. 6, cap. 19, pag. 190.14: Allora tolse uno crochetto e misseli sotto al gorgozzale, e tirossi questo corpo drieto, ove era una greppa et una rottura grandissima la quale andava ad abisso, et avevavi uno bosco d'intorno assai spesso et oscuro, e là menò Ericon questo corpo a quella tana la quale era una de le boche d'abisso. Et allora tolse Ericon di tutte maniere cose da coniuramenti fare. Sesto e li suoi compagni si credevano essere in abisso per la diversità del luogo.

[2] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 28, 43-60, pag. 591, col. 2.26: La madre, perdù custei, la gé cercando per tutta l'isola, e infine trovòe Aretusa dea delle fontane, la qual glie dixe ch'avea veçù Proserpina nello abisso. Çerere cumquesta a Iupiter de tale sforço, lo pregò ch'el li la fesse recrovare.

[3] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 3, cap. 2, pag. 211.6: ridusse ad ultima disperazione quello Serse re, grave al mare et a la terra, e non solamente terribile a li uomini, ma che costringea lo dio del mare con legami, minacciava le tenebre dell'abisso al cielo.

3 Baratro, precipizio, voragine, rovina (anche fig.).

[1] Teperto, Lettera in prosa, XIII sm. (pis.), pag. 434.18: Apresso dico tei, amico, considera e guarda quanti e quanti - e di quanti dela nostra cità dire et parlare potrei di lor filicità mondana! - come dirivati sono del colmo della ruota inn- abisso!

[2] Jacopo Alighieri, Inf., 1322 (fior.), cap. 20, pag. 112.7: detto Polinice con l'ammaestramento di Amfiarao intorno alla città di Tebe con grande esercito ad assedio finalmente si pose, nel quale, essendo il detto Amfiarao, secondo usanza, personalmente sopra un suo carro, la terra di sotto lui rovinando in abisso s'aperse...

[3] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 1, cap. 8.91, pag. 164: Sì che li monti, li colli e gli abissi / Sono formati dagli inclusi venti / Che spirano sotterra duri e spissi; / Ed anche l'acque sotto noi celate / Fanno questi atti, se tu ti rammenti / Le parti dello mondo concavate.

[4] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 5, cap. 4, vol. 2, pag. 41.11: Con zò sia cosa que in la meza parti di lu mercatu per unu grandi terremotu la terra s'aprissi et adimustrassi una gran vuragini oy abyssu, et fussi statu rispostu da li agureri qui skittu quillu putia inchiri quilla vuragini lu quali fora valurusissimu et multu prufitusu a la patria...

[5] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 21, vol. 1, pag. 167.1: Onde veggiamo, che l'uomo molto avaro si precipita come cieco in ogni abisso, e fossato di peccato, e di perdizione, non mirando nè a timore, nè ad amore di Dio, nè a vergogna, o pericolo di mondo.

[6] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Temporis, 102, pag. 269: Udi' dir, «In questi humani, a dir proprio, ligustri, / Di cieca oblivion che 'scuri abissi! / Volgerà il sol, non pure anni, ma lustri / E secoli, victor d'ogni cerebro, / E vedra' i vaneggiar di questi illustri.

4 Profondità, spazio sconfinato (anche fig.).

[1] ? Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), canz. 6.47, pag. 69: Rispondo ch'e' sono fatto 'Ninferno, / '[n]del mondo, per nonn, a[h], avere, or, fenita, / come si truova de l'altro è 'n abisso! / S'averà fine il mondo, alora i' ssò / ch'e' fia per me! Ed alquanto vi dubio.

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 92.79, pag. 395: L'autunni son quadrati, / son stabiliti, non posson voltare; / li cieli son stainati, / lo lor silere me face gridare: / o profondato mare, altura del tuo abisso / m'ha cercostritto a volerme annegare!

[3] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), L. Luc. 5, cap. 11, pag. 166.33: Quando furo entrati in mare, lo vento, la gragnuola e la piova e la tempesta levasi sì forte, che tutto 'l mare era schiumato: l'onde cominciaro a portare la nave in alto, e discenderla infino in abisso.

[4] x Immanuel Romano, XIII/XIV (tosc.), son. Io, che trassi, pag. 320: Io, che trassi le lagrime del fondo / de l'abisso del cor che 'n sù le 'nvea / piango...

[5] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 26, vol. 1, pag. 224.23: certi filosofi chiamati Talmudisti dissero, che chiunque ponesse lo ingegno suo a quattro cose, rimarrebbe confuso, cioè, se vuol investigare quel che è in sommo, quel che è in abisso ed ultimo, in quanto è fine; sicchè vuol dire insomma, che li secreti di Dio non si debbono, nè ponno investigare.

[6] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 28, vol. 1, pag. 239.21: Non dee dunque l'uomo per nullo peccato, nè per molti disperare, perciocchè, come dice una esposizione sopra quella parola del Salmo: Abyssus, abyssum invocat; l'abisso della umana miseria provoca, e chiama l'abisso della misericordia divina...

[7] Destr. de Troya (ms. Parigi), XIV (napol.), L. 33, pag. 293.17: poy, navecando, lo fortunevole viento ne portao intra Silla et Caribdi et, concessa de cosa che li lloro infiati periculi si stendeno per XV stadii, in quillo luoco l'angodeza de lo mare più che la mezetate delle nave mandao in abisso, onde tutti li miei compagni, li quali nce navecavano de sopre pererono.

5 Profondo abbattimento morale, sgomento.

[1] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 169.18: et tenne la spada in mano e iurao infra lo populo de Roma de essere defennitore de Italia e molti altri ordinao so esso. Et quello fo lo primo homo ke revocao la spene ad li Romani, ke era in abisso.

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 61.54, pag. 248: La piaga laterale como rosa vermeglia: / lo pianto c'era tale a quella meraveglia, / vederla en la semeglia de Cristo crucifisso, / lo cor era en abisso veder tale specchiato.

[3] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 75.36, pag. 316: «E me fatt'ha muto, che fui parlatore: / en sì grande abisso entrat'è mio core, / che eo non trovo quasi auditore / con chi ne possa de ciò rascionare».

[4] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 90.141, pag. 372: Sappi parlare, ora so fatto muto; / vedea, mo so cieco deventato. / Sì grande abisso non fo mai veduto: / tacendo parlo, fugo e so legato, / scendendo salgo, tengo e so tenuto, / de for so dentro, caccio e so cacciato.

6 Immensità imperscrutabile, grandezza infinita (rif. a Dio e alle cose divine).

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 85.21, pag. 344: Non reman dal daiente, ma dal recipiente: / non è sufficiente a Deo nullo creato: / lo enfinito amare finito en demostrare, / la mostra termenare en amor stermenato. / 'N quilli amorosi abissi gli santi so sommersi, / dentro e da fore oppressi d'amore spelagato.

[2] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), Predica 10.157, pag. 49.20: Dico che non, che sarebbe contra 'l detto de' santi, che avegna che noi non sappiamo renderne quella, né quelle ragioni altissime, le quali vide l'abisso de la sapienzia di Dio, tuttavia noi ne possiamo vedere altre ragioni convenevoli a ·nnoi.

[3] Ugo Panziera, Epist., 1312 (tosc.occ.), pag. 68, col. 1.20: Frate Ugho Pantiera della soprascripta provincia infra e minimi poveri Frati minori della Tartaria d'oriente indegnamente anumerato, se gli racomanda nello infinito abisso dove tutte le creature per Idio risplendono l'una l'altra adornando, quando la sapientia increata a sé medesima intendere si circonda...

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Par. c. 7.94, vol. 3, pag. 111: o che Dio solo per sua cortesia / dimesso avesse, o che l'uom per sé isso / avesse sodisfatto a sua follia. / Ficca mo l'occhio per entro l'abisso / de l'etterno consiglio, quanto puoi / al mio parlar distrettamente fisso.

[5] Dante, Commedia, a. 1321, Par. c. 21.94, vol. 3, pag. 351: Ma quell'alma nel ciel che più si schiara, / quel serafin che 'n Dio più l'occhio ha fisso, / a la dimanda tua non satisfara, / però che sì s'innoltra ne lo abisso / de l'etterno statuto quel che chiedi, / che da ogne creata vista è scisso.

[6] Gl Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 7, 85-96, pag. 171, col. 1.6: Badi, çoè tu speculi e rasoni. O che Dio. Questo per la soa omnipotentia, o che l'uomo, çoè per li soi naturali cença altra extranea aida. Abisso, çoè profundo e secreto conseio della divinità.

[7] Gl Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 21, 91-105, pag. 479, col. 1.5: Quel serafino, çoè quell'ordene degli angeli. Inoltra, si è verbo informativo, e tanto significa quanto 'se delunga'. Abisso, çoè fundo. La mente che, quasi a dire: 'se no le possemo vedere nui chiari, come 'l de' veder quelle menti che fumano per la compagnìa del corpo?'.

[8] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 5, vol. 1, pag. 30.33: E se mi dici, o uomo: Or perchè creò Dio tanti, li quali previde che si dovevano dannare? Già ti ho risposto, che questo abisso delli suoi giudizj non puoi, nè debbi tu cercare.

[9] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XII, cap. 2, vol. 3, pag. 17.7: Per simile modo e maggiormente il corso di natura e delli elementi, e eziandio le demonia, per lo comandamento di Dio sono flagella e martella a' popoli per punire le peccata; e a la nostra fragile natura non è possibile d'antivedere l'abisso e etterno consiglio del predestino e prescienza de l'Altissimo, ma eziandio male si conoscono per noi l'opere sue fatte e a noi visibili.

[10] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), prologo cap. 2, vol. 1, pag. 14.24: Deu esti principiu senza principiu et senza fini, primu essiri, prima substancia, prima vita, prima beata vita, prima viritati, prima sapiencia, prima buntati, infinitu abissu di buntati, prima virtuti omnipotenti, omniscienti, tuctu beni volenti, nullu mali malvasementi volenti, zo ki voli vulendu optimamenti, mari di tucti virtuti, di tucti perfectiuni.

[11] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), lett. 57. (1376), pag. 231.8: La volontà sarà legata col legame dello Spirito santo, abisso di carità, nella quale carità conceperete dolce e amoroso desiderio e spasimato, per onore di Dio e per salute dell'anime.

[12] Discorso sulla Passione, XIV sm. (castell.), pag. 163.22: Oi a(n)i(m)a devota, co(n)sidera l'abisso de q(ue)sta chosì grande humilità che fece oggie mes(er) (Gesù) (Cristo) quando en tucti i sui fatti se mostrò padre e doctore e aministratore deli descepoli suoi.

-Quantità incalcolabile.

[13] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), Predica 60.53, pag. 299.5: Quivi mostrò Idio tutto 'l savere suo, e è abisso infinito, che sempre ci truovi più e più abissi di sapienzia.

[14] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 339.11, pag. 422: Onde quant'io di lei parlai né scrissi, / ch'or per lodi anzi a Dio preghi mi rende, / fu breve stilla d'infiniti abissi: / ché stilo oltra l'ingegno non si stende; / et per aver uom li occhi nel sol fissi, / tanto si vede men quanto più splende.

[15] Cicerchia, Risurrez., XIV sm. (sen.), cant.2.ott. 68.5, pag. 422: E ginocchion in terra si fu misso, / e lacrimando con gran sospir dice: / - Signor, che per me fusti crucifisso, / perdon'a questo misero 'nfelice! / El fallo mie, Signor, fu tant'abisso, / peggior son che ladron o meretrice: / misericordia! - chiama con voce alta. / - Non guardar, Signor mie, la gran difalta!

[u.r. 20.12.2017]