ABITAZIO s.m.

0.1 abitatii, abitazio, avitazio.

0.2 Lat. habitatio? || Contro l'ipotesi di un adattamento di un nominativo lat. sembrerebbero parlare sia il genere maschile del termine volgare, sia la presenza, nella Tavola Rotonda e nell'Anonimo Romano, del femm. abitazione (avi-): ma andranno ricordati prefazio s.m. < lat. praefatio e dazio < datio. Inoltre REW e Faré 3963 (habitatio) registrano le forme sarde maschili - anche se con diverso valore semantico - idatone e bidattsoni.

0.3 Tavola ritonda, XIV pm. (fior.): 2.

0.4 In testi tosc.: Tavola ritonda, XIV pm. (fior.).

In testi mediani e merid.: Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Anonimo Rom., Cronica, XIV.

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Luogo di dimora, casa. 2 Luogo o edificio abitato o abitabile.

0.8 Pär Larson 03.09.1999.

1 Luogo di dimora, casa.

[1] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), LXXXVII, pag. 18: Ficero li abitatii de tabole et de mura; / Parichi miscy stettero, ché abero pagura; / Perché li gentili homini diceano ca non dura...

[2] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 143.7: La matre abbe nome Matalena, la quale visse de lavare panni e acqua portare. Fu nato nello rione della Regola. Sio avitazio fu canto fiume, fra li mulinari, nella strada che vao alla Regola, dereto a Santo Tomao, sotto lo tempio delli Iudei.

[3] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 26, pag. 232.20: Quello cassaro parte della citate ène e forte murato intorno. Hao drento la piazza dello Communo, lo palazzo e lla torre, hao drento granne avitazio de parziali. È luoco alquanto aito, soprastao alla citate che iace piana.

2 Luogo o edificio abitato o abitabile.

[1] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 57, pag. 213.7: S'egli andavano in contrata dimestica, là dove avesse città o villa o castello, sìe potevano, sed e' piaceva loro, andare al palagio del signore della contrada; e se ciò eglino non volevano fare, sìe andavano agli alberghi ordinati per lo signore della contrada, e quivi benignamente erano ricevuti: e s'egli andavano per contrada salvatica, là dove non avesse nè villa nè abitazio, lo signore che possedeva la contrada, vi facea fare magioni e certe poste; e faceanvi dimorare forestieri, gli quali aveano potenzia d'albergare gli detti cavalieri viandanti che vi arrivavano...

[2] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 74, pag. 269.30: - Dinadano, voi dovete sapere che questa contrada tanto diserta, non si mantiene già per lo re Artus nè per errante cavaliere: chè s'ella fosse loro suggetta, noi ci troveremmo abitazio fornito di quello che usanza richiede per tutti i paesi.

[u.r. 18.04.2005]