ABNEGARE v.

0.1 abnegare, abnegata, abnegato, anieghi, annega, annegando, annegare, annegata, annegate, annegherà , anneghi, annieghi, anniegano, annieghino.

0.2 Lat. eccl. abnegare (LEI s.v. abnegare).

0.3 Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.): 1.

0.4 In testi tosc.: Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.); Diatessaron, a. 1373 (fior.); S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.).

0.6 N L'omofonia (e omografia) con annegare 'affogare' rende talvolta difficile distinguere di quale dei due verbi si tratti, tanto più che certi scrittori sembrano giocare apposta su tale ambiguità.

0.7 1 Rinunciare (alla propria volontà), abbandonare (la propria volontà).

0.8 Pär Larson 07.04.1998.

1 Rinunciare (alla propria volontà), abbandonare (la propria volontà).

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 92.26, pag. 392: Vilisco onne cosa / ed onne cosa ho parte en possedere: / chi è cosa d'onne cosa, / nulla cosa mai non può volere: / questo è lo primo stato de l'omo annichilato, / che ha abnegato tutto suo volere. / Tutto lo suo voler sì è abnegato, / e fatt'ha l'unione, / ed èsse messo en man de lo svegliato / per aver più ragione; / son tranquillati i venti de li passati tempi, / fatta è la pace del temporegiare.

[2] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I cap. 10, pag. 626.32: Lo primo de' quali [[consigli]] è ubbidienzia a spezial prelato, per la quale s'annega il proprio volere, e l'anima tutta si pone e rende a Dio. Il secondo è castità, per la quale s'annega la carne e li sensi corporali.

[3] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 11 vol. 2, pag. 234.21: È dunque da mortificare, dico, per ubbidienza la propria volontà, e lo proprio parere. E questo è quello annegare se medesimo, il quale Cristo ci consiglia nel Vangelio dicendo: Chi vuole venir dopo me, rinneghi se medesimo, e tolga la croce sua, e seguitimi. || Cfr. Mc 8,34: «si quis vult post me sequi, deneget se ipsum...».

[4] Diatessaron, a. 1373 (fior.), cap. 91, pag. 270.11: Se alcuno vuole venire dopo me, anieghi sè medesimo e tolga la croce sua e seguitimi.

[5] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), lett. 23 (1374), pag. 98.5 : Dico che, vedendo l'anima, non si può tenere che al tutto none anieghi e uccida la sua perversa volontà sensitiva, che sempre ribella a sé e al suo creatore; ma, come inamorato dell'onore di Dio e della salute della creatura, non raguardarà sé, farà come l'uomo che ama, che il cuore e l'affetto suo non sarebbe trovato in sé, ma in quello che elli à posto l'amore suo.

[u.r. 22.03.2017]