ABOMINARE v.

0.1 abbomina, abbominando, abbominano, abbòminano, abbominare, abbominarlo, abbominata, abbominati, abbominato, abbominerà , abbomineranno, abbomineremmo, abbominerò, abbomini, abbomino, abbominò, abbominoe, abomina, abominaa, abominando, abominandolo, abominano, abominanti, abominao, abominar, abominare, abominarla, abominarlo, abominarono, abominassi, abominata, abominate, abominati, abominato, abominatus, abominava, abominerebbe, abomineremo, abuminae, abuminao.

0.2 Lat. abominari (LEI s.v. abominari).

0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 2.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.); Stat. prat., 1347.

In testi sett.: Elucidario, XIV in. (mil.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Paolino Minorita, 1313/15 (venez.).

In testi mediani e merid.: Destr. de Troya, XIV (napol.).

0.7 1 Avere in orrore, esecrare, condannare. 1.1 [Rif. a un luogo o a una regione:] dichiarare, rendere infame; maledire. 2 Accusare con infamia, vituperare. 3 [Ret.] Esortare, sollevare contro.

0.8 Pär Larson 25.02.1999.

1 Avere in orrore, esecrare, condannare.

[1] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 21, pag. 43.1: E questa è forse quella cena che tu volei che la Fede ti desse; ma ella, conoscendo ch'era rea e abominata da' savi e minacciata da Dio, ce ne volle guardare.

[2] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 2, cap. 11, pag. 97.5: ora dicono, che sono migliori i passati. Che altro ne possiamo cogliere, abominando catuno il tempo a lui presente, se non che sempre ee il tempo buono, ma non ee in grato a colui, che l'altrui tempo fa migliore; e neuno tempo di bontà avanza l'altro.

[3] Dante, Convivio, 1304-7, IV cap. 15, pag. 361.2: ché sono molti tanto presuntuosi, che si credono tutto sapere, e per questo le non certe cose affermano per certe; lo qual vizio Tulio massimamente abomina nel primo delli Officii [e] Tommaso nel suo Contra li Gentili...

[4] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 1, quaestio 193, pag. 134.16: S'alchuno altro abominando le mal ovre ... de lor mane, eyo crezo semeiantemente ke quello è salvo, ké nuy lezemo ben ke Yosep recevé lo corpo de Criste da Pilato.

[5] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 82.2, pag. 404: De quante guise son peccae / sì gravementi abuminae, / chi fan de terra in cel crior / per acusar lo peccaor?

[6] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 37, pag. 49.24: Et avegnachè nu abiemo metudo exemplo en lo stado comun, semejentementre è da entender del stado particulare de çaschum, ke quele cose ke l'embriga ad acquistar lo so bono stado el de' abominar.

[7] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 47, pag. 98.17: E' miseri servi gli stanno innanzi, e non osano parlare, e se parlano, tosto son battuti. E per questa cagione elli abbominano i loro segnori.

[8] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 2, cap. 1, pag. 45.3: Se tu lei appruovi, usa i suoi costumi, e non ti lamentare; se la sua perfidia abbomini, dispregia e discaccia la 'ngannatrice con nocivo e mortal giuoco.

[9] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 10, pag. 183.20: E però dico, ch'elli studiosamente disse tempio, a denotare che come il tempio è il nome della chiesa de' Pagani, la quale la fede catolica abomina, e disface; così li prieghi, de' quali di sopra si fa menzione, quanto alla catolica fede non sono accetabili nè qui nè in alcuno luogo...

[10] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 4, cap. 50, pag. 306.28: Ma quando vedendosi morire così abbandonato richiederà li frati, lo suo fratello carnale gli dica che per li denari, li quali occultamente aveva, sia così abbandonato ed abominato da tutti li frati...

[11] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 1, cap. 47, pag. 82.20: Quand'egli furono congiunti, allora cominciò la malvagia femina ad abbominare il padre, e a dispregiare la sua vecchiezza...

[12] Piero Alighieri, Arti liberali, a. 1364 (fior.), 76, pag. 203: Quel ch'era d'onor degno, abominato / veggio per propria invidia delle genti, / malvagi e frodolenti / i qua' son degni d'ogni vitipero.

[13] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 20 [Fazio?].43, pag. 44: Sparla, ma dice ver chi 'l chiama bavaro, / ch'è nome possessivo di Bavaria, / sua provincia et aria, / ma sì villan parlar certo io l'abbomino: / questi non è gianetto né mugavaro, / sua è Germania, Gallia con Ungaria, / Galilea con Samaria.

[14] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 13, pag. 134.24: Achilles: «Messere, chisto re Theutran foy grande amico de Hercules patre mio, et eo essendo venuto uno tiempo casualemente a chesta soa citate, illo me fece multo honore e donaome delle cose soy in buona quantetate, per che deyo raysonebelemente abominare la morte e la destructione soa».

[15] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 10, cap. 30, pag. 494.23: Quella cosa adunque che noi massimamente abbomineremmo, voi innanzi ad ogni altra cosa disiderreste...

1.1 [Rif. a un luogo o a una regione:] dichiarare, rendere infame; maledire.

[1] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Leandro, pag. 173.13: Io penso che allora era egli così tempestoso, quando da prima egli fue chiamato Ellesponto, cioè mare di Elles; perocchè Elles allora v'affogò entro. Certo questo mare è assai abbominato per la morte di Elles. || Cfr. Ov. Her. XVIII, 141: «locus hic infamis ab Helle est».

[2] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 8, cap. 24, pag. 259.35: E passando la sua compagnia il fiume senza trovare guado, uno di loro, ch'era lasso di paura e d'affanno, abbominando il nome dell'orribile fiume, disse: «Ragionevolmente ti chiami Acheronte», cioè senza letizia. || Cfr. Liv. VIII, 24: «increpans nomen abominandum fluminis».

[3] Boccaccio, Rubriche, 1366/72 (?), pag. 265.6: Comincia il canto decimoquarto del Purgatoro. Nel quale l'autore nel predetto girone parla con Guido del Duca, il quale, abbominata la valle d'Arno, predice alcune cose del nepote di Rinier da Calvoli...

[4] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 10, cap. 25, pag. 486.14: Annibale già appressandosi alla terra, essendo stato ad uno de' marinari comandato che egli montasse in sull'albero e ragguardasse in quale regione fossero, avendo detto la prora della nave riguardare il sepolcro rovinato, abbominò Annibale il luogo, e comandò al governatore che in altro luogo più oltre il portasse...

[5] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 4, cap. 56, pag. 283.28: Ma quando vegandose così abandonao ello demanderà li frai, e so fra' carnà li diga che per li dinai li quai ocultamenti avea sie così abandonao e abominao da tuti li frai, sì che a lo mem per questo modo reconosa la soa culpa e piança-lo e piançando se purge de lo peccao.

2 Accusare con infamia, vituperare.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 40, pag. 135.5: si tu voli far vendetta, ricorrene al giudice che n'abbia giuridicione e licienzia; lo quale, mediante e per aiuto de la ragione, debitamente punirà gli aversari tuoi, e non tarderà; et o vero che seranno puniti in persona, o ver che saranno condannati in avere et seranno infammati e abbominati.

[2] Libro dei Sette Savi, XIII ex. (tosc.), pag. 46.10: Io vi dirò, disse la giovane, che 'l prete di questa villa m'à fatto pregare, e lui voglio amare e non niuno cavaliere, chè s'io amassi un cavaliere egli si farebbe beffe di me, e m'abominerebbe e domanderebbemi delle mie cose per mettere in gaggio.

[3] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 5, pag. 20.31: Il nuocere co la lingua e fare male altrui s'è in molti modi: l'uno modo si è in abominarlo e infamarlo; l'altro modo si è in maladirlo e bestemmiarlo...

[4] Dante, Convivio, 1304-7, IV cap. 11, pag. 330.16: di ciò non voglio recare innanzi alcuna testimonianza, ma ciascuno volga li occhi per la sua vicinanza, e vedrà quello che io mi taccio per non abominare alcuno.

[5] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 1.12, pag. 141.14: I grandi cominciorono a parlare contro a lui [[scil. Giano della Bella]], minacciandolo che non per giustizia ma per fare morire i suoi nimici il facea, abbominando lui e le leggi...

[6] Jacopo Alighieri, Inf., 1322 (fior.), cap. 13, pag. 86.26: lui ogni segreto del Segnore si volgea, tenendo a suo volere le due chiavi del cuore, cioè il sì e no del suo imperato dovere, di cui per gli altri cortigiani tanta invidia si prese, che falsamente dinanzi al Signore abominandolo più volte, in disgrazia ricadde.

[7] Stat. prat., 1347, cap. 29, pag. 25.6: Ancora statuto e ordinato è, che veruno de' compagni dell'arte predecta no abbomini nè non dica villania de' rectori, overo d'alcuno di loro; overo non debbia dire alcuna parola ingiuriosa delli rectori, overo d'alcuno di loro...

[8] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. VII, cap. 24, vol. 1, pag. 306.3: E 'l detto papa udendo le 'nfinte scuse e vane proferte dello 'mperadore, domandò i detti ambasciadori se di ciò fare aveano autentico mandato, li quali appresentaro piena procura a tutto promettere e obbligare sotto bolla d'oro del detto imperadore. E come il papa l'ebbe a ssé, in pieno concilio e presenti i detti ambasciadori, abbominò Federigo di tutti i detti XIII articoli colpevole...

[9] Colori rettorici, XIV m. (fior.), pag. 25.13: Occupatio: questo colore s'usa quando tu volessi abominare alcuna persona per modo che non paressi di volere abominarla, e nondimeno pure l'abominassi. Esemplo: O cavaliere Tosingo, come tu se' leale in Pistoia tu 'l dimostrasti, e s'io non fossi tuo amico, io dire' bene come tu amasti più la pecunia che l'onore; ma tacerommi per tuo amore.

[10] Stat. fior., 1354, cap. 40, pag. 35.14: Chi abbominerà alcuno de' fratelli o accuserallo a' capitani, se prima noll'avrà amonito da sè a lui, e non si truovi vero di quello che l'avrà abominato a' capitani, intendasi essere raso.

[11] Rubriche Commedia, 1321-55 (fior.), Par. c. 19, pag. 309.2: Canto XIX, nel quale li spiriti ch'erano ne la stella di Iove insieme conglutinati in forma d'aguglia, ad una voce solvono uno grande dubbio, e abominano e infamano tutti li re cristiani che regnavano ne l'anno di Cristo MCCC.

[12] Velluti, Cronica, 1367-70 (fior.), pag. 176.3: i Perugini, veggendo ciò, tutti a grido si partirono dell'oste, malcontenti, e abominando Leggieri di tradimento e baratteria, dicendo ch'e' detti 16.000 fiorini e' dovea guadagnare.

[13] Miracoli di Caterina di Iacopo, c. 1374 (fior./sen.), cap. 29, pag. 25.8: è usanza degli infermi che spesse volte doventano ritrosi contro a chi gli serve, cominciò questa inferma a ritrosire co llei per modo, che si biasimava della Caterina, e dolendosi, non abbiendo nè sappiendo di che, eziandio s'ingegnava d'abominarla, e d'infamarla quanto sapea.

3 [Ret.] Esortare, sollevare contro.

[1] Gl Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 71, pag. 81.10: sì cci conviene in prima sapere quanti sono i modi del favellare. E pongono i savi sette modi, cioè: dignitoso, mostrare, narrare, giocare, contendere, abominare, lamentare. [[...]]. E se la favella saràe in abominare, cioè che 'l dicitore voglia dicere parole onde inzighi e accenda l'animo degli uditori contra alcuna persona, sì favellerà con boce sottile, e un poco di grido, e suono iguale...

[u.r. 22.03.2017]