ABOMINIO s.m.

0.1 abbominio, abominio, abomino.

0.2 Lat. mediev. abominium (LEI s.v. abominari, 1, 124.29).

0.3 Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.).

0.7 1 Lo stesso che abominazione; vergogna, odio. 2 Accusa infamante.

0.8 Pär Larson 10.03.1998.

1 Lo stesso che abominazione; vergogna, odio.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 135.13: dice l'aversario: «Tu non la dovei punire né non convenia ad te punirla di ciò, ma altre la dovea e potea punire sanza tua perversità, e sanza tua così crudele opera, come del figliuolo uccidere sua madre». Et così indebolia la ragione d'Orestres e mettealo in vituperoso abominio...

[2] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 1.19, pag. 146.20: venne [[messer Monfiorito da Padova]] in tanto abbominio che i cittadini nol poterono sostenere, e feciono pigliar lui e due suoi famigli, e feciollo collare...

[3] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 397.1, pag. 242: Non èe fallo, ma cade en abomino / e maçor monstro che vicio si pande, / dove la pertinacia èe tanto grande, / che l'omo creça aver senno divino; / perché l'arte fa diverso camino / e la fantasia sta per scure bande; / unde l'ençegno varii rivi spande / quando la vogla en luy prende domino.

[4] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 9, vol. 2, pag. 209.1: Due cose sono quelle, delle quali io priego iddio: l'una, che tu sia rilevata del grande dolore; l'altra, che tu partorisca fanciullo maschio: l'una sorte è più grave; e la fortuna ti niega forze: e per questo hoe abominio, se avvenisse che tu partorissi femina; contra mio volere lo comando (o pietà, perdonami); sia morta.

[5] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 4, ott. 152.6, pag. 151: Ed oltre a questo vo' che tu riguardi / a ciò che quasi d'ogni cosa avviene: / non è cosa sì vil, pur ben si guardi, / che non si faccia disiar con pene, / e quanto tu più di possederla ardi, / più tosto abbominio nel cor ti viene, / se larga potestate di vederla / fatta ti fia, ed ancor di tenerla.

2 Accusa infamante.

[1] Stat. fior., 1354, cap. 41, pag. 36.24: E se il detto novizio delle dodici fave avrà le diece nere o più, s'intenda accettato tra loro; [[...]]. E se per alcuno fosse detto alcuna cosa d'abominio del detto novizio, i capitani di tale novizio non si debbiano più inframettere.

[2] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 15, pag. 35.33: Così si rallegrò il marchese di questo, come si fosse rallegrato un altro che, dopo grande abbominio dato a una sua sorella, la trovasse poi senza difetto...

[u.r. 22.03.2017]