ABORRIRE v.

0.1 abborre, abborrenti, abborreva, abborriscono, abhorre, aborra, aborre, aborri, aborreno.

0.2 Lat. abhorrere (LEI s.v. abhorrere).

0.3 <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>: 1.

0.4 In testi tosc.: <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>; <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>.

In testi mediani e merid.: Destr. de Troya, XIV (napol.).

0.7 1 Avere in odio, disprezzare, detestare profondamente. 2 Schivare, evitare.

0.8 Pär Larson 10.03.1998.

1 Avere in odio, disprezzare, detestare profondamente.

[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 52, vol. 3, pag. 421.2: Innocenza è purità di coraggio che abborre a fare tutti i torti fatti.

[2] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 14, pag. 115.17: e così sgomentandosi in udire ricordare quelle pene, le quali a i loro pari sono apparecchiate, abborriscono il leggere, e lo studiare.

[3] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 14.18, pag. 39: E chi nella larghezza più trascorre, / Che suo borsa non può, nel vizio cade / Di prodegalità, cu' poi abborre. / Della qual son le condizion sì lade, / Che 'n picciol monte ducon la gran bica; / E tiene in povertà chi 'n lei invade.

[4] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 98.4, pag. 131: Orso, al vostro destrier si pò ben porre / un fren, che di suo corso indietro il volga; / ma 'l cor chi legherà, che non si sciolga, / se brama honore, e 'l suo contrario abhorre?

[5] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 32, pag. 274.17: E como epse syano naturalemente guastatrice de loro honore, in loro persone no vergognano né aborreno commectere vilitate, e no lle commecteno may, se no con vile e de poco condiccione...

2 Schivare, evitare.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. c. 26.73, vol. 3, pag. 433: E come a lume acuto si disonna / per lo spirto visivo che ricorre / a lo splendor che va di gonna in gonna, / e lo svegliato ciò che vede aborre, / sì nescïa è la sùbita vigilia / fin che la stimativa non soccorre... || Il GDLI considera questo esempio forma metaplastica di abborrare: vedi ED, s.v. aborrire e cfr. la spiegazione di Jacopo della Lana qui cit. s.v. abborrare, 2 [2].

[2] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 7, ott. 32.5, pag. 457: vidde la ca' dello dio / armipotente, questa edificata / tutta d'acciaio splendido e pulio, / dal quale era dal sol riverberata / la luce che abborreva il luogo rio...

[3] Gl Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 25, pag. 387.22: per la novità de le dicte transmutatione facte in questo loco, esso non pò cossì floridamente scrivere; se scusa e dice: se fior, idest cossa fiorida, la pena, idest de D., aborra, idest refuti. || Cfr. abborrare.

[4] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 31, pag. 453.14: V. responde: però che tu trascorri Per le tenebre tropo da la lunga, idest riguardi, Aven che poi ne l'imaginare aborri, idest che tu temerai. || Cfr. abborrare.

[u.r. 22.03.2017]