ABROGARE v.

0.1 abrogate, abrogava; f: abrogassero, abrogata.

0.2 Lat. abrogare (LEI s.v. abrogare).

0.3 Stat. perug., 1342: 1.

0.4 In testi tosc.: Boccaccio, Trattatello (Toled.), 1351/55.

In testi mediani e merid.: Stat. perug., 1342.

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Revocare quanto è stato promulgato in precedenza, togliere validità giuridica a qsa.

0.8 Pär Larson 06.05.1998.

1 Revocare quanto è stato promulgato in precedenza, togliere validità giuridica a qsa.

[1] Stat. perug., 1342, I: che valglano e che se osserveno da calende d'aprile prossemo che verrà ennante en perpetuo e 'nfinatantoché seronno enmutate, sciactate ei capitogle êlgle quagle certo dì è aposto de sua fermeçça, ei quagle valglano etiandio dal tenpo enn- esse enserto, tolte, revocate ed abrogate tucte gl'altre statute del comuno e del popolo de Peroscia, êllo presente volume non escripte...

[2] f Livio volg.: Appresso questo non fu alcuna dubitazione che tutti i tribuni non ne abrogassero la legge [Oppia], la quale abrogata fu venti anni poi che stata era fatta. || GDLI s.v. abrogare.

[3] Boccaccio, Trattatello (Toled.), 1351/55, pag. 28.5: La familiar cura trasse Dante alla publica, nella quale tanto l'avvilupparono li vani onori che alli publici ofici congiunti sono, che, senza guardare donde s'era partito e dove andava con abbandonate redine, quasi tutto al governo di quella si diede; e fugli tanto in ciò la fortuna seconda, che niuna legazion s'ascoltava, a niuna si rispondea, niuna legge si fermava, niuna se ne abrogava, niuna pace si faceva, niuna guerra publica s'imprendeva, e brievemente niuna diliberazione, la quale alcuno pondo portasse, si pigliava, se egli in ciò non dicesse prima la sua sentenzia.

[u.r. 22.03.2017]