ABUSIONE s.f.

0.1 abbusione, abusion, abusione, abusioni, abusiuni, obbusione, obusione.

0.2 Lat. abusio, abusionem (LEI s.v. abusio).

0.3 Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?); Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.).

In testi sett.: Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.).

In testi mediani e merid.: Dom. Scolari, c. 1360 (perug.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. in abusione 1.1.

0.6 N GDLI ha un lemma distinto obusione, ma le forme in o‑ appaiono usate soltanto nell'opera del fiorentino Agnolo Torini.

0.7 1 Abitudine o trattamento improprio o vergognoso, abuso. 1.1 Locuz. avv. In abusione: in modo improprio. 2 Cattiva usanza, cattivo stato. 2.1 Ciò che è ridotto in cattivo stato.

0.8 Pär Larson 10.03.1998.

1 Abitudine o trattamento improprio o vergognoso, abuso.

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 7, cap. 3, vol. 2, pag. 117.29: Non esti da perdunari lu convitu a Marcu Antoniu. Lu quali dicia que issu però non vulia scriviri nulla di li soy oraciuni per tal que, se quillu que issu avia dictu a la prima questiuni per aventura nucissi a quilla, la quali issu diffindia da poy, - non putissi essiri allegatu incontra d'issu -; ca di factu virgugnusu apena issu appi causa tollerabili. Ca per difindiri li soy clientuli, qui stavannu in periculu, non skictu usava di sua eloquencia, ma eciandeu era aparichatu ad abusiuni di sua verecundia.

[2] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), cap. 12, vol. 2, pag. 244.4: Ma oimè! che di questi cotali servi di Cristo pochi oggi si trovano, anzi veggiamo, che per la maggior parte vivono in delizie, e in conviti, e con tali pompe, che sarebbero sconvenevoli alli signori mondani. Grande abusione è certo questa, che l'uomo si dica, e voglia essere tenuto servo di Cristo povero, e crocifisso, e viva in delizie.

[3] Dom. Scolari, c. 1360 (perug.), 100, pag. 13: Ch'io so già sì revoltata seorso / da la tua prima e vera oppinione, / che l'use fronde non so de mio torso / e trovomi per prava abusione / usare in avaritia et in rapina / in tiranicha vita e storsione.

1.1 Locuz. avv. In abusione: in modo improprio. || Nell'es. cit., tenere una donna come concubina anziché sposarla.

[1] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 2, ott. 76.4, pag. 62: Appresso, questi ch'al presente t'ama / è di troppo più alta condizione / che tu non sei; questa amorosa brama / gli passerà, ed in abusione / sempre t'avrà, e lasceratti grama, / d'infamia piena e di confusione.

2 Cattiva usanza, cattivo stato.

[1] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 3, cap. 21, pag. 281.18: Onde sono alcuni, che, quivi veggendosi essere pervenuti, e pure un poco dalla conscienzia rimorsi, per la obbusione della loro mente aviluppata ne' mondani viluppi stupefatti e sciaborditi, si vogliono aconciare con Dio...

[2] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. I (ii), par. 70, pag. 90.27: Ed essendo salute di quella umile Italia, la qual fu già capo del mondo, e dove questo vizio [[l'avarizia]] più che in alcuna altra parte pare aver potenza, sarebbe salute di tutto il rimanente del mondo, e così, d'ogni parte discacciatola, la rimetterebbe in inferno, cioè in dimenticanza e in abusione, o vogliam dire in quella parte dove gli altri vizi son utti e donde ella primieramente surse intra' mortali.

2.1 Ciò che è ridotto in cattivo stato.

[1] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 610, pag. 40: Non è quela la faza in chui desira / chontinuamente li agnoli vardare; / mo par abusion a chi la mira.

[u.r. 27.11.2017]