ACCARNARE v.

0.1 accarnasse, accarnava, accarno; f: accarnare.

0.2 Da carne.

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 2.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321; Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.).

0.7 1 Penetrare le carni, trafiggere. 1.1 Fig. 2 Fig. Dare carne a qsa (astratto), darne o farsene un'immagine viva.

0.8 Paolo Squillacioti 10.03.1998.

1 Penetrare le carni, trafiggere.

[1] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 31, pag. 154.15: dicie l'autore che Acchille e Pelleus suo padre ebbero questa virtù, che qualunque essi ferivano di lancia el primo colpo e moriva e mortale era, se accarnasse; nè micha e mai di quella ferita non poteva campare, se non fusse ferito un altro colpo di lancia in quella medesima ferita.

[2] A. Pucci, Gismirante, a. 1388 (fior.), Cant. II, ott. 35.8, pag. 191: Gismirante col brando forbito / si difendea da lui, come maestro, / e in sulla schena un tal colpo gli dava / colla sua spada, ma nollo accarnava.

1.1 Fig.

[1] F S. Caterina, Epist., a. 1380 (sen.): Ella [[la carità]] riveste l'anima del vestimento della grazia con tanta fortezza, che neuno colpo la può accarnare; anco, ritorna in colui che lo gitta. || Misciattelli, Lettere S. Caterina, vol. 4, pag. 190.

2 Fig. Dare carne a qsa (astratto), darne o farsene un'immagine viva.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. c. 14.22, vol. 2, pag. 229: «Se ben lo 'ntendimento tuo accarno / con lo 'ntelletto», allora mi rispuose / quei che diceva pria, «tu parli d'Arno». || Con metafora che significa 'comprendere perfettamente'.

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 2, cap. 31.69, pag. 179: Solin non prese le parole indarno, / ma, rivolto in vèr me, mi fece un riso / tale, che l'atto ancor nel cuore accarno.

[u.r. 22.03.2017]