ACCECATO agg./s.m.

0.1 accecata, accecate, accecati, accecato, accechato, acciecati, acciecato, acecati, acecato, açecato, acegadi, acegai, acegao, acegato, aciecati, aciecato, azegae, azegao; x: acegado.

0.2 V. accecare.

0.3 Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.): 1.

0.4 In testi tosc.: Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.); Teologia Mistica, 1356/67 (sen.).

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); x Prose d'amore, XIII/XIV (piac.); Legg. S. Caterina ver., XIV in.; Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.).

0.7 1 Privo della vista, cieco. 1.1 Fig. 2 Ottenebrato nella mente, confuso. 3 Sost.

0.8 Paolo Squillacioti 28.01.2002.

1 Privo della vista, cieco.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Vulgare de elymosinis, 425, pag. 253: Adonca sanct Eustachio, ke dnanz era acegao, / Per le soe grang lemosine sí fo illuminao...

[2] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 13.1-9, pag. 238, col. 1.4: Intende l'A. in lo presente cap. de purgare li invidiusi, e metelli vilmente vistidi sí come da viltade pò vignire invidia; e metelli acegadi: sí come per la veçuda àno aquistà quel vicio, cussí gl'ochi stano seradi e cuverti in lo Purgatorio...

[3] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 6, vol. 2, pag. 26.16: L'altro canto [[della tela di Aragne]] che rimanea, avea l'accecato Cinera.

[4] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 12, pag. 208.1: L'altro canto avea l'acecato Cinara convertito in sasso.

[5] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 44, vol. 2, pag. 77.20: non aveva potuto vincere. Ma egli per grazia di Dio in tutto fu paziente, e vincitore. E così simigliantemente potremmo dire, che divenne a s. Tobia accecato, e tribolato.

[6] Teologia Mistica, 1356/67 (sen.), cap. 3, 3, pag. 75, col. 2.25: Consideri coloro che miserabilmente sono accecati, dei quali tra li cento non n'è appena uno che meriti di vedere in gloria colui, il quale desiderano gli Angioli di guardare.

1.1 Fig.

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 24.104, pag. 87: Or ecco lo stare c'ha l'omo 'n sto mondo, / d'onne ben mondo per gente accecata.

[2] Legg. S. Caterina ver., XIV in., 720, pag. 281: eo no sun sì mato ni anc sì acegato, / et entro qui' laçi o' tu me vôi plegaro / tu cognoscerai ke men savrò guardare...

[3] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 41.18, pag. 250: Ben è donca malastruo, / con dur cor e azegao, / chi pende in senestro lao / per dir: «E' serò pur druo / d'un onor tosto perduo, / per dever ese condanao».

[4] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 159.5, pag. 111: ché l'omo stulto, açecato et orbo, / cum la verità sì forte s'açufa / che 'l senno altruy vilipende e trufa, / del suo presume d'onni feça torbo.

[5] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), lett. 37, pag. 126.16: E Minori patono di noi assai pena. Cristo tutti gli allumini. Oimè, Cristo abbandonato? Pregatelo ch'esso allumini l'acciecato mondo.

2 Ottenebrato nella mente, confuso.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio musce cum formica, 175, pag. 94: Ma quel hom è acegao, quel hom è mat e zanio, / Ke perd per vanagloria s'el ha qualk bon guadhanio.

[2] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 12, pag. 33.4: E cussì sono una maynera di gente che sono in peccati e tanto li tiene acecati la loro fellonia che non congnosceno lo loro malo stato, e sì non ne sanno uscire, ançi pur diceno: Dimane, dimane.

[3] x Prose d'amore, XIII/XIV (piac.), pag. 4: Lo De' de l'amore intanto me tormenta lo corpo e più la mente ch'e' languischo e desfrizo die et nocte più che lo lardo in la padella; cusì che la vita mia conve[n] essere breve, se per ti, bella, [e'] no figa secorso e tosto; avisandote che quele penne no posando più portare, e', de l'amore to acegado, farò como fa lo porcho acanado a lo spedo.

[4] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 14, pag. 111.8: E (che è più abbominevole cosa) in questo offendono, e incorrono massimamente alcuni idioti; i quali accecati di superbia, vivono a loro senno, e trovano nuovi errori...

3 Sost.

[1] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), lett. 3, pag. 12.24: O misari, acciecati che noi semo! che, se io considero lo smisurato amore che 'l nostro Maestro e Signore ci à mostrato, io ci vengo meno e tutto triemo di paura e di dolore.

[2] S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.), cap. 85, pag. 163.16: E però Io mandai queste lucerne ad illuminare gli accecati e grossi intendimenti.

[3] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), Dedicatoria, pag. 224.10: Onde noi, decetti e dalla falsa reputazione di noi accecati, questo non seguitiamo, ma per contrario continuo operando controfacciamo...

[u.r. 10.05.2005]