ACCIAIO s.m.

0.1 acaio, açaro, acciaio, acciajo, acciar, acciaro, acé, aciaio, aciero, aczarus, azaru, azzaio, 'ciaro.

0.2 Lat. tardo aciarium (LEI s.v. aciarium).

0.3 Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.): 1.

0.4 In testi tosc.: Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.); Doc. fior., 1281-97; Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Stat. sen., 1301-1303; Stat. pis., 1322-51, [1322]; Simintendi, a. 1333 (prat.).

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Atrovare del vivo e del morto, a. 1375 (emil.).

In testi mediani e merid.: Anonimo Rom., Cronica, XIV; Gloss. lat.-eugub., XIV sm.

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. acciaio andanico 2.

0.7 1 [Metall.] Lega metallica a base di ferro molto resistente (impiegata in partic. per le armi). 1.1 [Come termine di paragone o fig., simbolo di durezza e forza]. 1.2 [Prov.] Il cappello d'acciaio nuoce al collo tenero. 2 Locuz. nom. Acciaio andanico: qualità di acciaio o altro metallo ad esso affine. 3 Meton. Armi. 4 Strumento per accendere il fuoco, acciarino.

0.8 Rosalba Cigliana 10.11.1998.

1 [Metall.] Lega metallica a base di ferro molto resistente (impiegata in partic. per le armi).

[1] Gl Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.), son. 11-3.3, vol. 1, pag. 280: l'un ferro vince l'altro per aciero, / cioè lo flor del ferro che si sprima / per foco...

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio mensium, 455, pag. 19: Novembre á pïá in man un cortel da beché, / El á pur adunao ke vor scaná Zené: / Desembre á pïá in man una segú d'acé, / Dra qua el fend le legne a lu e a ser Zené.

[3] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 2, cap. 5, pag 91.1: e vedemo che questa parte del cielo è piena e sofolta de grandissima moltitudine de stelle, unde aguardandoli lo sole, alluminando colli suoi ragi quelle stelle, che so' strette e sofolte asieme, repercote e recopre de lume l'una l'altra, e fano parere questa via luminosa e piena de lume quasi continua da l'uno polo a l'altro d'uno pezzo, en modo che fosse una schiera de gente stretta, armata d'elmi di 'ciaro embruniti, e avéssaro armi lucenti, unde aguardandoli lo sole, per la luce se nascondaréno li elmi, e parrea la schiera standoli delogne quasi tutto uno lume e quasi uno pezzo.

[4] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 1, cap. 10, pag. 17.24: E non solamente a' pedoni, ma a' cavalieri, e cavalli di coloro che s'appellavano Veliti, cioè che portavano i cappelli dell'acciaio, è util cosa l'apparare a notare... || Cfr. Veg., Mil., 1, 10: «et equites ipsosque equos vel lixas, quos galiarios vocant, ad natandum exercere percommodum est». Si tratta, come si vede, di una glossa a galiarios (< galea), successivamente obnubilata da un errore del copista; cfr. Veg., Mil., 3, 16: «velocissimi cum scutis levibus pedites [[...]] quos velites nominabant»; 3, 24: «Velites autem erant iuvenes levi armatura et corpore alacri, qui ex equis optime missibilia dirigebant».

[5] Doc. fior., 1281-97, pag. 538.17: e manda'line tre paia di forfici da divetare che costaro s. ventisette, e manda'line uno paio di choraze e di choscali e di chanberuoli d'acaio che costaro lb. otto e s. diece...

[6] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 2, cap. 15, pag. 103.25: Bidulfo, [[...]] tenea in mano una spada di fino acciaro, e l'alzò di gran vertù e ferì Vergenteo...

[7] Stat. sen., 1301-1303, cap. 22 rubr., pag. 19.12: De le some de rame e de l'acciaio, e somilianti.

[8] Stat. sen., Addizioni p. 1303, pag. 51.14: se coloro che portassero el decto acciaio, el coprissero col ferro per frodare la kabella, perdano l'acciaio e 'l ferro, e non paghi altra kabella el compratore.

[9] Stat. pis., 1322-51, [1322] Agg., cap. 1, pag. 590.30: Acciaio, chi vende paghi per balla sol. tre.

[10] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 7, pag. 142.12: Illocu vinni la chitati di Rustrabatula et la chitati di Calenda et di Bella, li quali portanu li brazali firrati et li spati di azaru.

[11] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 8, pag. 272.10: quelli subbitamente fuoro presti a ubbidire; e ugualmente poi ch'ebbero sortite l'opere fra sè, il ferro corre a rivi e il metallo dell'oro e l'acciaio atto alle ferite, si dissolve nella grande fornace.

[12] Gregorio d'Arezzo (?), Fiori di med., 1340/60 (tosc.), pag. 36.16: E Socrate vi puose suso uno specchio d'acciaio, et guardando ne lo specchio, lo quale era rimpetto a' due monti, vide due dragoni grandi...

[13] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. XIV (i), par. 30, pag. 641.22: D'assai cose e diversamente si compone quella materia la quale noi chiamiamo «esca», atta ad accendersi da qualunque piccola favilla di fuoco; e il «fucile» è uno strumento d'acciaio a dovere delle pietre, le quali noi chiamiamo focaie, fare, percotendole, uscir faville di fuoco.

[14] Atrovare del vivo e del morto, a. 1375 (emil.), III, st. 30.8, pag. 170: e tanto è sì grande quele secte / che a bevere uno fiume non seréve niente, / e simelemente hano sì gran fame / che mançarevene açaro e fero e ramo.

[15] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 11, pag. 72.23: Lo secunno aiutorio fu lo re de Navarra con quelli de Pampalona, con cinque milia cavalieri adorni, buono capiello de acciaro in testa, bona targia in vraccio, tagliente guisarma da lato, lucente zagaglia in mano.

[16] Gloss. lat.-eugub., XIV sm., pag. 106.28: Hec galea, lee id est l'elmo del'aciaio.

- Vene d'acciaio.

[17] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 59, pag. 80.14: Quivi àe montagne ove à buone vene d'acciaio e d'andanico...

1.1 [Come termine di paragone o fig., simbolo di durezza e forza].

[1] Novellino, XIII u.v. (fior.), 19, pag. 174.8: Il tempo incominciò a turbare: ecco una pioggia repente e spessa, li tuoni, li folgóri e ' baleni, che 'l mondo parea che fondesse; una gragnuola, che parea çopelli d'acciaio. || çopelli 'zoccoli' (Favati), o 'pallottole' (GDLI).

[2] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 12.2, pag. 130: Se 'l cor di Becchina fosse diamante / e tutta l'altra persona d'acciaio, / e fosse fredda com'è di gennaio...

[3] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 6, par. 17, pag. 200.23: egli non è di quercia, o di grotta, o di durapietra scoppiato, né bevve latte di tigre o di quale altro più fiero animale, né ha cuore di diamante o d'acciaio, che egli a quelli non sia pietoso e pieghevole.

1.2 [Prov.] Il cappello d'acciaio nuoce al collo tenero.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 24, pag. 277.15: Onde dice Seneca: neuna fatiga scusano le mane che si trasmutano dall'arato all'arme. Et Marzial Cuoco disse: cului che usò di molle cose, scusa di sofferire la panziera; e 'l cappello dell'acciaio nuoce al collo tenero; et la mano molte volte [unta] non riceve 'l capello da la spada; et la cotenna molto pulita siduole per caldo e per fregdo...

2 Locuz. nom. Acciaio andanico: qualità di acciaio o altro metallo ad esso affine.

[1] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 8, pag. 53.8: Chingitalas è una provincia dove sono montagne che menano acciaio andanico...

- [In contesto metaf.].

[2] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), C 23.49, vol. 1, pag. 174: Ciascun, farisei' et laico, / più for duri k'aciaio indònaco / d'intendar, quella gente prava!

3 Meton. Armi.

[1] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 3, vol. 1, pag. 134.21: E o voi, giovani, che avete più aspra etade, e più prossimana alla mia, a' quali si conviene di tenere l'armi non i fiori, e d'essere coperti d'acciaio non di foglie...

4 Strumento per accendere il fuoco, acciarino.

[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, III, 2, pag. 190.8: E sentendo che già per tutto si dormia e tempo parendogli o di dovere al suo disiderio dare effetto o di far via con alta cagione alla bramata morte, fatto con la pietra e con l'acciaio che seco portato avea un poco di fuoco, il suo torchietto accese...

[u.r. 11.06.2020]