0.1 accogliençe, accoglienza, accoglienze, accolglienza, achoglienza, achoglienze, acoglienza, acoglienze, acolglienza.
0.2 Da accogliere (LEI s.v. *accolligere, 1, 296.40).
0.3 Guittone, Rime (ed. Contini), a. 1294 (tosc.): 1.
0.4 In testi tosc.: Guittone, Rime (ed. Contini), a. 1294 (tosc.); Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.); Distr. Troia, XIII ex. (fior.); Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.); Ranieri Sardo, 1354-99 (pis.).
In testi sett.: Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).
0.5 Locuz. e fras. di bella accoglienza 1.1.1.
0.7 1 Atto di ricevere qno, atti e parole con cui si riceve qno. 1.1 [In modo positivo:] amica, amichevole, bella, buona, dolce, grande, lieta, nobile, onesta, ricca, serena accoglienza. 1.2 [In modo negativo:] dolorosa, mala accoglienza. 1.3 [In senso erotico].
0.8 Paolo Squillacioti 02.02.1999.
1 Atto di ricevere qno, atti e parole con cui si riceve qno.
[1] Guittone, Rime (ed. Contini), a. 1294 (tosc.), Canz. 8.14, pag. 222: O dolce terra aretina, / pianto m'aduce e dolore / (e ben chi non piange ha dur core, / over che mattezza el dimina) / membrando ch'eri di ciascun delizia, / [[...]] / forma di cortesia e di piagenza / e di gente accoglienza, / norma di cavaler', di donne assempro.
[2] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 5.46, pag. 24: E io non fino voi merzé cherendo, / e poria sucitar d'un'acoglienza / di voi meco 'n piagenza, / poi fineria lo mio dolor servendo.
[3] Dante da Maiano, XIII ex. (fior.), 41.7, pag. 120: Poi che l'affanno di lui [[scil. dal disïo d'amore]] m'è gioioso, / che gio' mi fia a sentire / lo ben, quando di me farà accoglienza?
[4] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 5, cap. 9.66, pag. 133: Ma io son qui sol per udir parlare / La savia lingua ed ordinata e conta; / Po' me n'andrò, e dirò le novelle / Per tutto il rengnio di quella acolglienza, / Che mi farà la gientilezza tua.
[5] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 8, 109-114, pag. 253, col. 2.8: Cosí sen va. Qui segue ... in mostrando quando dixe sí e no, ché no era molto fermo: e sozunge ch'era attento de la vista, poi ch'el non potea per la lunga distanzia udire soa accoglienza; e dixe che chiuxer le porte, quaxi a dire mostrando discordia.
[6] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 1, cap. 26.64, pag. 77: Livio ti conta l'accoglienza e l'atto / e 'l bel parlar di questi due gran siri / e come si partîr senza alcun patto.
1.1 [In modo positivo:] amica, amichevole, bella, buona, dolce, grande, lieta, nobile, onesta, ricca, serena accoglienza.
[1] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 56.50, pag. 192: Di ciò mi riconforto e non dispero: / pensando ne la sua ric[c]a acoglienza / che mi de' far, tornandole davanti...
[2] Dino Compagni, Rime, XIII ui.di. (fior.), 6.139, pag. 389: E sia [[scil. il Mercatante]] se può di bella contenenza, / Secondo a che mistiere orrato intenda; / E scarso a comperare, e largo venda / Fuor di ranpogne con bell'acoglienza.
[3] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 154.32: Li Greci si comsilgliaro in su cciò, e ppoi rispuosero: - Direte al vostro sengnore che grande mercé della bella accoglienza che ffatta ci à in sua terra, e ssappiate che sse elli, o alchuno da ssua parte, fosse chapitato nelle nostre terre, cierto più onorevolemente l'avremo ricievuto...
[4] Ciuccio, Rime, XIII ex. (umbr.>tosc.), Ball. IV.9, pag. 24: Semilimente è quella / vostra dolze acoglienza che fôr pense: / emmantenent'estense / en me la pena de vostra veduta, / quando per renovar fiei la venuta.
[5] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. c. 26.37, vol. 2, pag. 444: Tosto che parton l'accoglienza amica, / prima che 'l primo passo lì trascorra, / sopragridar ciascuna s'affatica...
[6] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. c. 7.1, vol. 2, pag. 105: Poscia che l'accoglienze oneste e liete / furo iterate tre e quattro volte, / Sordel si trasse, e disse: «Voi, chi siete?».
[7] Gl Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 7, 1-15, pag. 111, col. 1.1: Poscia che l'accoglienze. Zoè, che doppo che Virg. fo alegramente e onestamente recevù da Sordello e Sordello da lui, solo perché Virg. mençonò Mantoa, e Sordello se trasse indredo e domandò chi ello era.
[8] Lapo Gianni, XIII ex./1328 (fior.), 12.35, pag. 593: Tu vederai la nobile accoglienza / nel cerchio delle braccia ove Pietate / ripara con la gentilezza umana...
[9] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 5, cap. 50, pag. 612.26: Elli s'abbracciarono quivi molte volte e insieme gran festa si fecero, ripetendo i tempi preteriti; ma dopo l'amichevoli accoglienze, Mennilio domandò chi fossero i compagni...
[10] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XI, cap. 223, vol. 2, pag. 791.1: e là vegnendo, il re Ruberto gli si fece incontro infino a' prati di Nola, basciandosi in bocca con grandi acoglienze...
[11] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 177.13, pag. 233: Ma 'l bel paese e 'l dilectoso fiume / con serena accoglienza rassecura / il cor già vòlto ov'abita il suo lume.
[12] San Brendano tosc., XIV (ven.>tosc.), pag. 237: [qu]esti due [[scil. Enoc e Elia]] venn[er]o a noi molto allegramente e fecionci un[a] [m]olta buona accoglienza e domandano che novelle...
1.1.1 Locuz. agg. Di bella accoglienza: di modi cortesi.
[1] Dino Compagni, Rime, XIII ui.di. (fior.), 6.51, pag. 382: Barone che buon pregio vuol avere / Sia sempre fedele al suo signore [[...]] Pro' in torneare, / Largo 'n donare, / Sia bel cortese e di bell'acoglienza...
1.2 [In modo negativo:] dolorosa, mala accoglienza.
[1] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 62.13, pag. 180: L'altrier passa' per vi' e dièll'un saluto, / per disaccar la sua mal'accoglienza; / sì disse: - Cecco, va, che sie fenduto!
[2] Lapo Gianni, XIII ex./1328 (fior.), 1. 18, pag. 571: «Non si convene a me, gentil segnore, / a tal messaggio far mal'acoglienza: / vostra presenza vo' guiderdonare, / sì come sòle usar bona ragione.
[3] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. I, cap. 21, vol. 1, pag. 31.1: [[Enea]] navicando per più tempo ebbe di molte fortune, e arrivò in molti paesi, e prima nella contrada di Macedonia ove eranogià Elenus, e la moglie, e 'l figliuolo d'Ettor; e dopo la dolorosa accoglienza per la ricordanza della ruina di Troia, si partiro.
[4] Ranieri Sardo, 1354-99 (pis.), pag. 229.6: Poi che tornorono i nostri inbasciadori si fe' la pacie lo papa cho' Fiorentini, et fella il dì [28 di luglio] di suo mandato, sanza chonsiglio di nessuno chardinale. Et per quello indengnio et per molte male achoglienze et male risposte, lo papa fugine li chardinali tramontani et a ttucti.
[1] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 5, cap. 9.68, pag. 134: Io vi farei accolglienza d'amore; / Ma voi mi dite d'andallo diciendo: / Sì ch'io mi tengnio a volermi dormire.
[2] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 3, ott. 30.7, pag. 90: Né si partiron prima di quel loco, / che mille volte insieme s'abbracciaro / con dolce festa e con ardente gioco, / e altrettante e vie più si basciaro, / sì come quei ch'ardevan d'egual foco, / e che l'un l'altro molto aveva caro; / ma come l'accoglienze si finiro, / salir le scale e 'n camera ne giro.
[3] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 5, cap. 29, pag. 587: Ma non prima Caleon lo conobbe che con riverenza il riceveo: e partita la maraviglia, e l'amorose accoglienze finite, Caleon voltò i passi e con Filocolo nella città ritornò...
[4] Boccaccio, Decameron, c. 1370, III. 7, pag. 228.11: Tedaldo, basciata e abbracciata lei, disse: «Madonna, egli non è or tempo da fare più strette accoglienze...
[u.r. 22.03.2017]