ACCOLTO (1) agg.

0.1 accolta, accolte, accolti, accolto, acolta, acolte, acolti, acolto.

0.2 V. accogliere.

0.3 Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.).

0.7 1 Raccolto, radunato. 1.1 Accostato, unito. 2 Ricevuto, concepito (di un sentimento, e nel corpus sempre dell'ira).

0.8 Paolo Squillacioti 09.02.1999.

1 Raccolto, radunato.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 13.10: Cittade èe uno raunamento di gente fatto per vivere a ragione; onde non sono detti cittadini d'uno medesimo comune perché siano insieme accolti dentro ad uno muro, ma quelli che insieme sono acolti a vivere ad una ragione.

[2] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 35, par. 2, pag. 142.4: Allora vidi una gentile donna giovane e bella molto, la quale da una finestra mi riguardava sì pietosamente, quanto a la vista, che tutta la pietà parea in lei accolta.

[3] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 29, pag. 348.11: O quante lettere, quante, quante salute, quante vizitassione in istraina terra ài prezentato me, quazi in tuo luogo parlando e stando meco! E con quale gioia grande sono lettere mieie per te acolt[e]!

[4] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 9.36, pag. 92: Mustrarà la misera ch'aia gran trecce avvolte: / la süa testa adornase co' fossen trecce accolte: / oi è tomento fracedo, oi so' picciole molte; / così le gente stolte enganna con lor fraudate.

[5] Pieraccio Tedaldi, XIV pm. (fior.), 7.6, pag. 723: La gaia donna che, del mio paese, / vidi fra l'altre donne ch'eran molte, / con velo in capo e colle treccie avvolte, / acconcia adornamente a la lucchese, / mirando in lei, subito il cor mi prese / colle bellezze c'ha nel viso accolte, / e tutte noie m'ha levate e tolte / e le virtù doblate e forte accese.

[6] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 5.85, pag. 351: Del sangue in terra madefatto e accolto / nacque il cavallo, che fece in Parnaso / la fonte, che vedesti non è molto.

1.1 Accostato, unito.

[1] Intelligenza, XIV in. (tosc.), 207.6, pag. 199: I suoi labbri grossetti e bene accolti, / naso affilato e bocca picciolella, / e i denti minutelli e bianchi in ella, / e i gai sembianti c'ha nel viso effolti.

2 Ricevuto, concepito (di un sentimento, e nel corpus sempre dell'ira). || (Quondam, ED s.v. accogliere).

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. c. 8.24, vol. 1, pag. 129: Qual è colui che grande inganno ascolta / che li sia fatto, e poi se ne rammarca, / fecesi Flegïàs ne l'ira accolta.

[2] Gl Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 8, 19-24, pag. 237, col. 1.5: Nell'ira accolta. Qui discrive la inordinata voluntà e non quieta de li officiali de l'Inf. li quali quando non ponno nuoxere sí si reputano d'essere ingannadi e sforzadi.

[3] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. VII (ii), par. 134, pag. 440.14: Per la nebula del padule possiamo intendere l'altra qualità degl'iracundi, la qual dissi lungamente servare l'ira acolta, ma poi per lungheza di tempo a poco a poco risolversi, sì come veggiamo che le nebule de' pantani, state quasi salde e intere per buona parte del dì, pure alla fine si risolvono e tornano in niente.

[u.r. 02.07.2007]