ACCONCEZZA s.f.

0.1 acconcessa, acconciezza; f: acconcezze.

0.2 Da acconcio 1.

0.3 f Bart. da San Concordio, Sallustio volg., a. 1347: 1; Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.): 2.

0.4 In testi tosc.: Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.); Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.).

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Cosa o maniera di essere gradevole o vantaggiosa. 2 Opportunità (di fare qsa).

0.8 Paolo Squillacioti 06.04.2000.

1 Cosa o maniera di essere gradevole o vantaggiosa.

[1] f Bart. da San Concordio, Sallustio volg., a. 1347: Si diede [Mario] ad uso e a far frutto e operazioni, non all'adorno parlar greco, né a mundizie ovvero acconcezze cittadinesche. || GDLI s.v. acconcezza.

[2] f Cicerone volg.: Conciosiacosaché l'amistade abbia in sé molte e grandi acconcezze, ma quella una è sopra tutte. || GDLI s.v. acconcezza.

2 Opportunità (di fare qsa).

[1] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 1, pag. 19.25: E infra loro amore rade volte dura, o se amore rimanesse tra tali, non può prendere amore li diletti usati, imperciò che la ricevuta sospeccione del romore alla giovinetta fa porre maggior guardia: ogni acconciezza di parlare le va via, e li parenti di quella rende solleciti e attenti, e di questo nasce capitale nimistà.

2.1 [Con valore neg.:] occasione che provoca al male.

[1] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 8, 31-42, pag. 177.10: tentazione è quando lo dimonio cerca in che peccato elli possa fare cadere l'omo; e quando elli à preso esperienzia de l'omo e vede che elli è meno forte in uno peccato che in uno altro, et elli li dà la battallia battendoli li mali pensieri, dandoli abilità et acconcessa a quel peccato, e farebbelo cadere: tanto è la forsa sua, se non fusse la grazia di Dio che 'l difende.

[u.r. 14.12.2017]