ACCONTANZA s.f.

0.1 accontanza, accontanze, achontansa, aconstanza, acontansa, acontanssa, acontanza, acontanze, acotança, acontasse.

0.2 Da accontare 1.

0.3 Meo Abbracc., Lett. in prosa, a. 1294 (pist.>pis.): 2.1.

0.4 In testi tosc.: Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.); Betto Mettefuoco, XIII sm. (pis.).

0.7 1 Atto di venire in presenza di qno. 2 Frequentazione assidua, compagnia. 2.1 Dimestichezza, familiarità.

0.8 Paolo Squillacioti 18.01.1999.

1 Atto di venire in presenza di qno.

[1] Bestiario d'Amore, XIV in. (pis.), pag. 75.5: De la novella acho[n]tansa si[e]te asimiliata all'omo nudo. Ché chosì chome l'omo non este nudo, ch'elli [si] [v]este [quand'elli este] pernodritro, chosì este elli nudo d'amare [a] [l]a prima acontansa e dischoverto, che sae bene dire tucto suo choragio.

[2] Bestiario d'Amore, XIV in. (pis.), pag. 77.7: Ch'[a] la prima acontansa è l'omo preso e tenuto da li ochi, né g[i]amai non serebe preso se non isguardasse cho· li ochi.

2 Frequentazione assidua, compagnia.

[1] Fiore, XIII u.q. (fior.), 159.5, pag. 320: L'acontanza a color che· sson avari / Sì par c[h]'a Dio e al mondo dispiaccia: / Non dar mangiar a que' cotali in taccia, / Ché ' pagamenti lor son troppo amari.

[2] Bestiario d'Amore, XIV in. (pis.), pag. 82.9: Né per quanto sì credo io che voi sapete bene chome io v'amo e sì d'amalai quand'io m'acontai a voi a la prima volta, sì non sapeia io né micha perché questo, se non era che ciò fue uno prono[n]siamento di male che possa est venuto sopra mei; tuctavia m'ab'io adormentato al canto de la serena, ciò fue al dolciore di vossa acontansa e di vosso dolce parlare che per udire fui preso.

2.1 Dimestichezza, familiarità.

[1] Meo Abbracc., Lett. in prosa, a. 1294 (pist.>pis.), lett. 31, pag. 365: S'amore crea solo di piacere, e piacere solo di bono, temo di convenire a vostr'acontanssa, perché non è fôr d'amore amistate, ned amore fôr simile di vertù infra li amici.

[2] Betto Mettefuoco, XIII sm. (pis.), 12, pag. 293: Molt'ho grand'allegressa / de la dolse cointessa / ch'aggio co l'avenente, / che par che ·i sia piagente - mi' acontansa; / però 'nde temo forte, / e paur'ho di morte, / c'a lei non dispiacesse / s'eo più su li dicesse - c'aggio usansa.

[3] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), Son. 103.1, pag. 325: Assai mi piace, sire, tua acontanza / ed amola e disïo fortemente; / sì porgi lo tuo dir con gran pietanza, / che m'hai del tuo voler fatta vogliente...

[u.r. 03.06.2009]