ACCORDARE (2) v.

0.1 accorda, accordando, accordano, accordare, accordate, accordati, accordò, achordada, acorda, acordando, acordano, acordar, acordate.

0.2 Lat. *accordare (LEI s.v. *accordare, 1, 316.25). || Si distingue il lemma da accordare 1 in base a una possibile derivaz. dal lat. *acchordare (< chorda) per cui cfr. DEI s.v. accordare 2 e DELI s.v. accordare; per la tesi contraria cfr. LEI 1, 319.7-20.

0.3 Bestiario toscano, XIII ex. (pis.): 1.

0.4 In testi tosc.: Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>; S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.); Tristano Veneto, XIV.

In testi mediani e merid.: Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.).

0.7 1 [Mus.] Portare all'intonazione voluta uno strumento musicale; armonizzare uno strumento con altri. 1.1 Fig.

0.8 Paolo Squillacioti 10.09.1999.

1 [Mus.] Portare all'intonazione voluta uno strumento musicale; armonizzare uno strumento con altri.

[1] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 8, pag. 27.22: Lo cecino si è uno ucciello che è de grande corpo et è quasi tutto biancho et ave cotal natura ch'elli canta volontieri, e quando homo li sona uno stormento che ssi chiama arpa, sì s'accorda con esso in cantare, sì como lo f[laut]o co lo tamboro.

[2] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 1, cap. 3, vol. 1, pag. 14.1: La seconda si è musica, che c'insegna a fare voci di canti e suoni in cetere, in organi, ed in altri strumenti, e accordare l'uno con l'altro, per diletto delle genti, e per far canti in chiesa per l'ufficio del nostro Signore.

[3] Bestiario d'Amore, XIV in. (pis.), pag. 72.8: Chéd este una parte che lo cecino canta sì bene e sì volo[n]tieri che quando elli apare dinassi u' s'acorda l'arpa, tucto in tal maniera chome tanburello s'acorda al fre[mi]to, e dice l'omo che dé morir; e anchor dice l'omo ne trova uno ben cha[n]tante, sì dice il cecino morà uguanno.

[4] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 20, 139-148, pag. 465, col. 1.2: E come a buon. Or dà exempio 'sí come lo cantator bono cun lo sonador s'accordano in tempi, sí pieni in sono come de pose, quando ad inseme cantano o sonano', cussí parlando l'aquila de Troiano e de Rifeo, al sillabicare delle soe parole le doe fiammelle dell'occhio sintillavano et avevano in moto tal concordançia.

[5] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 20, pag. 465.11: sì come al buon cantore il buon citerizzatore fa accordare la sua cetera alle note del colui canto, sicchè il cantore più delettazione nel canto acquista.

[6] Diretano bando, XIV (tosc.), cap. 8, pag. 7.10: Ch'è uno paese là dove li ceceri [[scil. cigni]] cantano sì bene e volentieri, che quando l'uomo suona un'arpa dinanzi a lloro, e' s'acordano coll'arpa e così come 'l tamburo s'acorda col frauto, e medesimamente † non † che dè morire, sì come se dice quando l'uomo truova uno huomo che canti bene, come dice: «Questi morrà oguanno».

[7] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 23 [Ciano del Borgo a San Sepolcro].96, pag. 51: Cansone, là e qua tuoi rime gittale / dirieto a la tua sotia, / e tua sentensa sonala. / Nel cuor dei servi tuoie proposte dictale, / ché mente non s'adotia, / se buon volere spronala / che, ben servendo, di fama coronala, / perché virtù la bagna d'una pluvia / che poi non si diluvia; / e tu prega i suggetti che s'accorgano, / ben acordando l'organo, / perché s'adrappa, fregiasi et inporpora / el servo, quando col signor s'incorpora.

[8] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 55, terz. 30, vol. 3, pag. 114: O Dante mio, che non fu mai stormento / al mondo con sì dolce melodia, / nè che facesse ogni uditor contento, / come la tua solenne Commedía, / che accordò sì le corde al suono umano, / che 'l pregio di Boezio s'andò via.

[9] Tristano Veneto, XIV, cap. 83, pag. 101.29: Et per ciò qu'ello [[scil. Tristano]] cognosseva che Dio et aventura lo avea trato fora dalo pericolo del mar, alora prese lui la soa arpa e començà quella acordar, sì che le grosse chorde respondeva ale menude per dreto acordamento. Et quando ello l'ave ben achordada, inperciò qu'ello lo trovà de dolce son e de bon, lui començà arpar et sonar sì dolcementre che nigun non li oldisse che volontiera non li ascoltasse.

1.1 Fig.

[1] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 8, pag. 28.5: E sì como lo cecino che canta voluntieri e che s'accorda di suo cantare con quello stormento che dicto è, lo simigliante diviene del buono homo; ché 'l buono homo sì dice molto voluntieri lo bene che sa, e istudiasene e sì adora lo nostro signore e laudalo, e quando ello ode alcuno buono predicatore sì s'acorda con lui...

[2] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. II, prologo, pag. 651.19: E però sará quasi simile modo di parlare di virtú esercitata per lo corpo, e quelle di sopra dette nello esercizio dell'anima, accordando l'uno e l'altro insieme; e queste due corde rendono uno soave e dolce suono, cantando cantico nuovo di nuova e ordinata vita cristiana, nella quale chi va per uno modo e chi va per un altro.

[3] S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.), cap. 147, pag. 341.19: L'affetto dell'anima fa allora uno giubilo e uno suono, temperate e acordate le corde con prudenzia e lume; accordate tutte a uno suono, cioè a gloria e loda del nome mio. In questo medesimo suono, che sonno acordate le corde grandi delle potenzie dell'anima, sonno acordate le piccole de' sentimenti e strumenti del corpo.

[u.r. 22.03.2017]