ACCORTO agg.

0.1 accort', accorta, accorte, accorti, accortissimo, accorto, achorta, achorto, acort, acorta, äcorta, acorte, acorti, acorto, adcorta, adcorte; f: acortta.

0.2 V. accorgere.

0.3 Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.): 1.

0.4 In testi tosc.: Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.); Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Lett. sen., 1262; Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.); Folgóre, Semana, c. 1309 (sang.).

In testi sett.: Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Memoriali bologn., 1279-1300; Poes. an. bergam., XIII ex.; Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.); Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.); Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

In testi mediani e merid.: Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.); Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.).

0.5 Locuz. e fras. fare accorto 2.1.2.

0.7 1 Avveduto, assennato; [detto di persona:] che sa quello che fa, abile, esperto. 1.1 [Detto di un'opera letteraria:] denso di saggezza. 1.2 Parlare accorto: modo di parlare assennato (per ironia nell'es.). 1.3 [Detto di un luogo:] ben scelto, opportuno. 1.4 Armonioso, adorno. 1.5 Aperto, disponibile. 1.6 Agevole. 1.7 Sost. Chi è avveduto, assennato. 2 Avvertito, attento. 2.1 Cosciente, informato, consapevole. 2.2 Avvezzo, abituato. 2.3 Disposto. 3 Pronto, sollecito. 3.1 Rapido, veloce. 3.2 [Detto della lingua]. 4 Signif. non accertato.

0.8 Paolo Squillacioti 29.06.2000.

1 Avveduto, assennato; [detto di persona:] che sa quello che fa, abile, esperto.

[1] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), canz. 5.7, pag. 56: Novellamente amore / d'una donna piacente / mi rallegra e mi conforta, / da poi che 'l suo valore / mi s'ha fatto servente; / che cotanto preso porta / d'esser la meglio acorta tuttavia / di null'altra che sia, / la cui alta piacensa / divisando non si pensa.

[2] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 157.14: Perciò sia il dittatore accorto et adveduto in fare la salutazione avenante e convenevole d'ogne canto, sicché in essa medesima conquisti la grazia e la benivoglienza del ricevente, sì come noi dimostramo avanti secondo la rettorica di Tullio.

[3] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura aurea, 595, pag. 171: Per quel k'al mond eo fu acort e avezudho, / Perzò eo sont mo in gloria, dond eo m'alegro tuto.

[4] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 38, pag. 180.17: La tempesta de' venti e secondochè il mare è acerbo, come coloro che sono accorti difende, così uccide i negligenti, e che senza rangola sono.

[5] Rinuccino, Rime, XIII sm. (fior.), 9n.12, pag. 115: Adunqua vedi pe· ragione acorta / perché 'n amore fanno acordamento / piacere e noia, e l'un l'altro seguisce.

[6] Guido Cavalcanti (ed. Contini), 1270-1300 (fior.), 10.9, pag. 503: Novella doglia m'è nel cor venuta, / la qual mi fa doler e pianger forte; / e spesse volte avèn che mi saluta / tanto di presso l'angosciosa Morte, / che fa 'n quel punto le persone accorte, / che dicono infra lor: «Quest'ha dolore, / e già, secondo che ne par de fòre, / dovrebbe dentro aver novi martiri».

[9] Poes. an. bergam., XIII ex., 94, pag. 70: Lo vost fïol coy dolci cant', / con so acort acomplimant, / com grand odor illuminant, / sì-g v'à metut i·lla par driga, / in quella gloria benediga, / la qual zama' no è toliga: / ki plù ga sta, plù sì ga spiga!

[10] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), Son. 115.14, pag. 88: «La nera parte - ço porta» - me disse, / «per danno - de dona - nostra ch'è morta, / nì, come füe, - fÿe - may yocondo; / e l'altro lato, - che leto - bla[n]chisse, / mostra lo stato - che stete - acorta / fin che so' vita - se vete - nel mondo».

[11] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XII, cap. 52, vol. 3, pag. 116.3: Ma nostri volonterosi di vincere, più che accorti di guerra, intra gli altri mesere Gherardo di Viriborgo tedesco, ch'aveva il pennone de' feditori del nostro Comune, follemente entrò combattendo dentro alla porta del Cerruglio...

[12] Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.), 1754, pag. 84: Li ladroni ke foro presi / et condempnati e en croce apesi, / non erano ancora morti, / et li [I]uderi fuoro acorti; / andaro a questi doi ladroni / con molti grossi bastoni / edd- a li ladroni entrambe / ruparo a catuno le gambe.

[13] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), [1360/1362] son. 17.12, pag. 271: Quanto re Karlo fo savio et accorto...

[14] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 1, cap. 21.94, pag. 63: E Decio, in arme e in consiglio accorto, / del bue dorato e de le due corone / trionfai già con allegro conforto.

[15] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Pudicitiae, 49, pag. 229: Chè già mai schermidor non fu sì accorto / A schifar colpo, nè nocchier sì presto / A volger nave dagli scogli in porto, / Come uno schermo intrepido ed honesto / Subito ricoverse quel bel viso / Dal colpo, a chi l'attende, agro e funesto.

[16] San Brendano ven., XIV, pag. 246.19: Questo canto (è) de l'anema de iusto, ch'elo vol tuor per so sposo lo fiol de Dio, che sé uno belo donzelo, zentil, savio, pro' e ardido, cortese, acorto, rico e plen de alegreza; e de questo non può vegnir a men.

1.1 [Detto di un'opera letteraria:] denso di saggezza.

[1] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), [son.] 151.1: I begli accenti de tuo rime acorte, / ch'aquetan l'ire d'ogni corpo rio, / sprona la penna e la man e 'l desio / a scriver cosa che 'l tuo cor conforte...

1.2 Parlare accorto: modo di parlare assennato (per ironia nell'es.).

[1] Guittone (ed. Leonardi), a. 1294 (tosc.), son. 83.3, pag. 249: Certo, mala donna, malo accatto / farebbe l'om a star teco a tencione, / tant'ài villan parlar, accort'e adatto / e tanto pien di tutta rea ragione.

1.2.1 Parole accorte.

[1] Intelligenza, XIV in. (tosc.), 148.6, pag. 183: un vento si levò novello e forte, / che 'l legno percoteo sí aspramente, / che Cesar presso si vide a la morte; / l'Iddii chiamò assai pietosamente, / con sue parole assai savie ed accorte...

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 23.67, pag. 250: Poi, con parole accorte, dolci e dome, / io lo pregai che mi facesse chiaro / onde venia e qual era il suo nome.

[3] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 170.3, pag. 226: Più volte già dal bel sembiante humano / ò preso ardir co le mie fide scorte / d'assalir con parole honeste accorte / la mia nemica in atto humile et piano.

[4] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. I, 83.3, pag. 101: S'io veggio il giorno, Amor, che mi scapestri / de' lacci tua, che sì mi stringon forte, / vaga bellezza né parole accorte / né alcun altri mai piacer terrestri / tanto potranno, ch'io più m'incapestri / o mi rimetta nelle tua ritorte...

1.3 [Detto di un luogo:] ben scelto, opportuno.

[1] Lett. sen., 1262, pag. 277.21: (E) la chosa no v'è i· nostro nome, ançi v'è in q(ue)lo dei nostri Parmisgiani, (e)d è achorto luogho di potervi andare qualota l'uon avese mistiere.

[2] Stat. sen., 1343 (2), L. 4, pag. 171.22: Ancho che e' consoli proveggano sollecitamente et sieno tenuti di provedere che e' pesatori de' fiorini stieno a pesare e' fiorini in alcuno luogho atto et più acorto et senza empaccio de la corte de la Mercantia.

1.4 Armonioso, adorno.

[1] Dante, Convivio, 1304-7, IV, canz. 3.128, pag. 259: Ubidente, soave e vergognosa / è nella prima etate, / e sua persona aconcia di bieltate / colle sue parti acorte...

1.4.1 Leggiadro.

[1] Poes. music., XIV (tosc., ven.), Piero madr. 1.4, pag. 3: Questa con gli atti accorti / canta più dolce che non fa Serena / e chi la mira tra' fuor d'ogni pena.

1.5 Aperto, disponibile. || (Menichetti).

[1] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 1.13, pag. 7: Chi vuole di valor sag[g]io l'usanza, / le vie di verità ha tut[t]e acorte: / per altrui fallo sua grazza non père...

1.6 Agevole. || (Chiarini).

[1] Contr. Croce e Vergine, XIII ex. (tosc.or.), 339, pag. 320: Et poi che fie giunto a quello porto, / eo tel donarabbo cusì morto. / Nelle tue braccia l'avarai acorto: / alora prendi quanto vuoli dilecto».

1.7 Sost. Chi è avveduto, assennato.

[1] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 14, cap. 1, par. 11, pag. 261.17: Orazio nelle pistole. I tristi hanno in odio l'allegro, e' giocondi il tristo, e' veloci hanno in odio il posato, e' pigri l'accorto e leggiere: e' bevitori del vino eziandio in mezza notte hanno in odio colui che non vuole bere quando gli è porto.

2 Avvertito, attento.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 1899, pag. 242: E se tu hai parente / o caro benvogliente / cui la gente riprenda / d'una laida vicenda, / tu dê essere acorto / a diritto ed a torto / in dicer ben di lui, / e per fare a colui / discreder ciò che dice...

[2] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 1223, pag. 54: Lo segnor sí dixe ali frai: / «Siá guarnidi et aprestai / E ben acorti et aveçudi! / Ke sta nocte firí asaliudi, / Scandaliçai vu sarí, / Quando preso me vederí!»

[3] Memoriali bologn., 1279-1300, (1282) 4.33, pag. 12: Or, figlia, per Deo, sii acorta / né no te gli ametter zamai, / ch', a la ventura, che sai / morte ·n pudrisse portare».

[4] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 482, pag. 343: La Veritate è guardia de questa roccha bella, / la quale è multu adcorta: / ieusene a la Iustitia, disseli la nuvella / k'era ionta a la porta.

[5] Rustico Filippi, XIII sm. (fior.), son. 3.13, pag. 27: Ma io non voglio con voi stare a tenzone, / ca llungo temp'è ch'io ne fui acorto / che 'l ghibellino aveste per garzone.

[6] Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.), 20.10, pag. 107: donque, chi sente sé tenpo, sti'accorto, / in solicito, stato avere altèro.

[7] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 13.2739, pag. 292: Se tu mai cerchi nel suo lato destro / L'osso di cui non son le genti accorte, / Ha gran virtute, e di ciò t'ammaestro.

[8] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 26, 67-75, pag. 548, col. 2.7: Di stupore scarche, çoè, po' che lle dicte anime più no se meraveiono, disseno all'A.: 'Grande grazia è in tie che vai prendendo esperienzia di nostra pena, açòe che tu ne sii, anci che tu mori, acorto e provveçudo'.

2.1 Cosciente, informato, consapevole.

[1] Legg. S. Margherita, XIII ex. (piac.>ver.), 141, pag. 8: Quando i fo aprovo de le', / E Margarita stava en pe' / E sì filava a soa rocha, / No so banbas o lin o stopa. / Quand'ella de llor fo acorta, / De, com'ella devene smorta!

[2] Jacopo d'Aquino (ed. Panvini), XIII (tosc.), 11, pag. 141: Così, m'afina Amore che m'à tolto / core e disio e tut[t]a la mia mente, / e d'altra donna amar non sono ac[c]orto, / che tanto si' amorosa né piacente... || Panvini intende: «e non mi è accaduto di amare un'altra donna».

[3] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), Son. 164.2, pag. 114: Non è pyù rico dono a l'omo dato / com'è ne lo adverso stare acorto, / ché molte volte Amor si mostra torto / per ysprovare quanto è 'l meritato, / e s'è ne la vertute castumato, / çerne 'l suçetto, conducel' a porto, / dove prende d'onni pena conforto / segondo che à Bychayl çudicato.

[4] Boccaccio, Caccia di Diana, c. 1334, cant. 3.28, pag. 19: Ma guar non erano ancor ite, quando / due lepri si levar correndo forte / non di lunge da loro, al monte andando. / Di queste fur le giovinette accorte, / e l'una all'altra gridò: «Lascia i tuoi! / non possono scampar che non sien morte».

[5] Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.), 1788, pag. 85: Puoi ke Pilato questo entese / uno pochetto se ne contese, / finché da Centurïone / facta fòne enquesitione / se quello profeta era morto, / et k'elli ne fosse ben acorto.

[6] Tristano Veneto, XIV, cap. 246, pag. 214.3: Benché alo re Marcho fasesse ela çogia in suo leto et defora lo leto, ella non lo faseva miga per amor ni per paura ni per dota qu'ella avesse da lui, ma ela lo feva inperciò qu'ello non fosse achorto de quel amor lo qual ella avea inver Tristan, perché ela savea ben che s'elo se podesse achorcer, ello li vorave tuti do destrucere.

2.1.1 [Detto di un animale:] che vede bene, che si accorge di tutto.

[1] Folgóre, Semana, c. 1309 (sang.), 20.4, pag. 379: Ed ogni venerdì gran caccia e forte: / veltri, bracchetti, mastin e stivori, / e bosco basso miglia di staiori, / là 've si troven molte bestie accorte, / che possano veder, cacciando, scorte; / e rampognar ensieme i cacciatori, / cornando a caccia presa i cornatori...

2.1.2 Locuz. verb. Fare accorto: far sapere (qsa a qno), rendere consapevole (qno di qsa).

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Vita beati Alexii, 328, pag. 303: Tut quest eo ho vezudho, dond eo te 'n faz acorto».

[2] Girardo da Castelfior., XIV in. (tosc.>ven.), 5.11, pag. 205: Ma or la pena mia m'ha fatto accorto / ched io so' esdegnato, / poi voi non par peccato / che servo sì fedel receva torto.

[3] Dino Fresc. (ed. Marti), XIII ex.-a. 1316 (fior.), 3.2, pag. 361: Per tanto pianger quanto li occhi fanno, / lasso! faranno l' altra gente accorta / dell' aspra pena che lo mi' cor porta / delli rei colpi che fedito l' hanno.

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. c. 9.131, vol. 2, pag. 152: Intrate; ma facciovi accorti / che di fuor torna chi 'n dietro si guata».

[5] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 31, pag. 533.21: e così credette elli infino a tanto, ch'elli none fu fatto acorto da Virgilio, come appare nel testo.

[6] Boccaccio, Decameron, c. 1370, III, 3, pag. 193.16: La quale, o piacevoli donne, io racconterò non solamente per seguire l'ordine imposto, ma ancora per farvi accorte che eziandio che i religiosi, a' quali noi oltre modo credule troppa fede prestiamo, possono essere e sono alcuna volta, non che dagli uomini, ma da alcuna di noi cautamente beffati.

[7] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 3, par. 14, comp. 43.93, pag. 125: La prima diva, con sua compagnia / che verso me venia, / per farmi acorto dela essença sua, / era la Fede nitida polita, / con gli ochi volti alla celeste vita...

2.2 Avvezzo, abituato.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 1496, pag. 228: Hacci gente di corte / che sono use ed acorte / a sollazzar la gente, / ma domandan sovente / danari e vestimenti...

2.3 Disposto.

[1] Fiore, XIII u.q. (fior.), 135.11, pag. 272: Ma non vi pensa e non si n'è acorto, / E ttuttor sì vi mostra buon corag[g]io, / E servireb[b]evi a dritto e a torto / Come que' ch'è cortese e prode e saggio».

3 Pronto, sollecito.

[1] Dino Compagni, Rime, XIII ui.di. (fior.), 6.71, pag. 384: Cavallieri che 'n pregio vole intendre / Metta la spada sua 'n dritti servigi, / Chè pregio non aquistan vani fregi / Senza vedove ed orfani difendre. / Conven che sempre stea prod'et acorto, / E tutto sia de cortesia fornito.

[2] Fiore, XIII u.q. (fior.), 127.12, pag. 256: «Allor», sì disse Amor, «ogno[n] si' acorto / D'armarsi con su' arme devisate, / E vadasi al castel che ssì m'à morto».

[3] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 11, docum. 1.45, vol. 3, pag. 351: Ma convienti or vedere / che se tu vuo' buon luogo aver in corte / convien tue voglie accorte / aver in esser a tutti altri grato.

[4] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 3539, pag. 142: En una nave la intrassemo, / E tanto per lo mar andassemo, / Che nuy rivassemo ad un porto; / E llà fo çasschadun acorto / Ad insir fuora della nave.

[5] Laudario S.M. d. Scala, XIII ex./XIV po.q. (tosc.), 16.187, pag. 218: In tal diviso essendo questi cinque / (la madre con Iohanni e le Marie, / et altre donne v'erano propinque, / le quali lo seguitaron quel dìe) / di lui servire, sì come lo stingue / sancto Lucha, finch'esso morìe, / Ioseppo chon alquanti fu accorto, / et schiavellato Cristo così morto, / nel suo monimento dentro all'orto / .... [-ìe].

[6] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 5, pag. 158.23: Entello mostra la destra levandola alto, quegli veloce ed accorto previde il colpo venire da alto, e traendosi a dietro fuggillo.

[7] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 39, pag. 137.17: Ma gli buoni cavalieri, ch'erano destri e accorti, tantosto si drizzano in piede, e mettono mano a loro mazze di ferro...

[8] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), canz. 2.15, pag. 545: E se pur morte li facete avere, / donna, sirà vostra possa invilita, / né sirà mai ad alcun tanto gradita; / ché se poi per servir lo servo è morto, / chi serà quel, che del servir sia accorto?

[9] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 4.64, pag. 265: Allor mi volsi dal mio destro canto / e dimandai Solin: «Che monte è questo, / che sopra ogni altro si puote dar vanto?» / Ed esso a me rispuose accorto e presto: / «Olimpo è detto, lo quale ololampo / interpretato trovi in alcun testo».

3.1 Rapido, veloce.

[1] Fiore, XIII u.q. (fior.), 66.12, pag. 134: O s'ella ancor ne fosse in sospez[z]one, / Fa saramenta ch'ella t'ag[g]ia torto, / C[h]'unque ver' lei non fosti i· mesprigione; / E s'ella il pruova, convien che sie acorto / A dir che forza fu e tradigione: / Allor la prendi e sì lle 'nnaffia l'orto».

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. c. 34.87, vol. 1, pag. 593: Poi uscì fuor per lo fóro d'un sasso / e puose me in su l'orlo a sedere; / appresso porse a me l'accorto passo.

[3] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 9, cap. 9, pag. 228.14: Nel cavar de' pozzi si vuole guardar, che non sia pericolo a' cavatori: perocchè spesse volte ha sotterra solfo, o allume, o bitume, intra i quali s'inchiude spirito, cioè aere mortifero, e subitamente entra altrui, e riempie il naso, e partisce l'anima dal corpo, se incontenente il cavator non è accorto a fuggire.

[4] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 12, pag. 95.28: E li due elimenti sono leggieri e acorti, ciò è l'aria e 'l fuoco, e gl'altri due son gravi e pesanti, ciò è la terra e l'acqua.

3.2 [Detto della lingua].

[1] Guittone (ed. Leonardi), a. 1294 (tosc.), son. 86.12, pag. 258: Ben puoi tener ormai la lingu'acorta / e dir ciò che ti piac'e star fidato, / che 'nn-alcun modo non responderaggio.

[2] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 117.3, pag. 360: Io vo sanza portare a chi mi porta, / e porto amore ed io non son portato; / non dico nulla ed ho la lingua acorta, / s'io dico nulla, sì son ripigliato; / ed ho il cor vivo e la persona morta, / e non son preso e trovomi legato...

[3] F Tommaso da Faenza, Cielestiale Padere, comsilglio vi· chegio, XIII sm. (tosc.): Da quinci adietro sono stato a speranza / di merzé e pietanza: / ed acio la mia lingua molto acortta, / c'altro nom saccio dire né dimandare / che llei merzé chiamare / e pietanza... || CLPIO, V 109 ToFa.31.

4 Signif. non accertato.

[1] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 29.8, pag. 67: Ben ch'io sia certo che chïunque forte, / o care mi, in mei dilectïone / hucusque fuit opere et sermone, / anchora sta constante in quela sorte; / parmi che a chiuder ad altrui le porte / sit procedendum cum previsïone, / ut non turbetur in opinïone / del drito calle le suo mente acorte.

[u.r. 22.11.2018]