ACCOSTUMANZA s.f.

0.1 accostumanza, acostumanza.

0.2 Da accostumare.

0.3 <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>: 1.

0.4 In testi tosc.: <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.).

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Consuetudine, abitudine.

0.8 Paolo Squillacioti 12.03.1999.

1 Consuetudine, abitudine.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 2, pag. 26.5: L'altra maniera di virtù si è, per la quale noi facemo buone operazioni, e l'acquistiamo per l'accostumanza del fare bene.

[2] Conti morali (ed. Segre), XIII ex. (sen.), 7, pag. 497.27: Ben è folle colui che lassa la credenza che Dio gli ha data e che fugge penetenzia e confessione per acostumanza.

[3] Trattato di virtù morali, XIII/XIV (tosc.), cap. 16, pag. 52.5: Poi vennero cose inacostumate, perchè omo vi trova prode e ragione. Così le cose che avvennero di natura, furono [p]rovate per acostumanza, sì sono confermate per legge e per ragione.

[4] F Barlaam e Josafat, XIV pm. (tosc.): Non lasciò le rie opere servire a' diletti di questo mondo e della carne, per la rea accostumanza ov'egli era tutto tempo istato. || Bottari, Barlaam, pag. 88.

[5] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 1, cap. 16, par. 2, pag. 91.19: nel secondo di Puleticha nel V chapitolo quasi nella fine dicie Aristotole: «tanto non profitterà (ch'è 'l prenze muterà) con bene muterà l'acostumante rubello al prenze»; con l'altre cose che ddette sono d'accostumanza nel XVIIJ chapitolo di questo libro nella VJ parte.

[u.r. 29.06.2005]