ACCUSA s.f.

0.1 acchusa, acchuse, accus', accusa, accuse, accusi, accusse, accuza, achusa, achuse, acose, acusa, acuse.

0.2 Da accusare.

0.3 Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Doc. prat., 1275; Stat. sen., 1280-97; Stat. pis., 1302; Stat. sang., 1334; Stat. volt., 1336; Doc. aret., 1337; Stat. pist., 1349; Stat. lucch., 1362.

In testi sett.: Lio Mazor, 1312-14 (venez.); Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.); Doc. bologn., 1287-1330; Doc. moden., 1347; Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.); Passione genovese, c. 1353; Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.).

In testi mediani e merid.: Stat. perug., 1342; Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Anonimo Rom., Cronica, XIV.

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 Attribuzione di una colpa o peccato che stimola gen. una difesa; biasimo, rimprovero. 1.1 Denuncia. 1.2 [Detto di peccato:] confessione. 2 [Dir.] Addebito di reato, imputazione; ricoscimento della trasgressione di una norma.

0.8 Paolo Squillacioti 24.11.1999.

1 Attribuzione di una colpa o peccato che stimola gen. una difesa; biasimo, rimprovero.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 86.8: Et pare che il nascimento della constituzione vegna della difensione ch'è della accusa, non che nasca della difensione, ma perciò che del detto del difenditore si puote cognoscere se lla causa o lla questione è di fatto o di genere o di nome o d'azione, sì come appare nelli exempli che sono messi davanti.

[2] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 16, pag. 316.25: E Rutilio, uomo buono e intero, fue sì fermo e di buona fede, pensando che non avea commesso peccato, che essendo egli accusato, tutto il tempo che dell'accusa si cognobbe nè capello, nè barba, crescere non si lasciò, e non cambiò vestimenta, e umile abito non pigliò.

[3] Dante, Convivio, 1304-7, III, cap. 9, pag. 205.15: E dico che par che parli contrara a quella, dicendo: 'tu fai costei umile, e quella [la] fa superba', cioè «fera e disdegnosa», che tanto vale. Proposta questa acusa, procedo alla scusa per essemplo nello quale alcuna volta la veritade si discorda dall'aparenza, e allora per diverso rispetto si puote trattare.

[4] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 35, pag. 262.44: In del segondo modo la croce di Cristo rende testimonio o vero accusa lo mondo dei suoi mali, dà testimonio del mondo.

[5] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2 osservazioni, pag. 332.2: Onde il valente Helvio non curando queste parole, perocchè era di buoni e fedeli antichi, e l'accusa pendeva non a sua propria persona, ma apparteneva al bene comune, non dubitando, disse: «Ponpeo, tu dì vero, che bene fu' al ninferno, e molte cose vidi, ma io ti prometto che tu vi se' molto nomato per molti e molte che di te si lamentano, diciendo, come tu ingiustamente gli hai fatti uccidere.

[6] Cavalca, Specchio de' peccati, c. 1340 (pis.), cap. 6, pag. 48.14: Ma dicendogli il giudice poi, che rispondesse alle accuse del dimonio, rispuose, e disse: Ben confesso ch'io sono peccatore, e non son degno per mio merito d'entrare nel regno del cielo...

1.1 Denuncia.

[1] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), canz. 10.167, pag. 110: Perfetto savio discreto, da Sofena / ser Monaldo (ïl quale in me, sò, fé, n'à!): / te 'nvio a la sua corte, mia Acusa; / per fà' llo conto (s'altro ïn me cusa, / se ·m parta!) c'ora ï· ·l vero 'gl'è dotto.

1.2 [Detto di peccato:] confessione.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. c. 28.45, vol. 1, pag. 477: Ma tu chi se' che 'n su lo scoglio muse, / forse per indugiar d'ire a la pena / ch'è giudicata in su le tue accuse?».

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. c. 31.41, vol. 2, pag. 535: Ma quando scoppia de la propria gota / l'accusa del peccato, in nostra corte / rivolge sé contra 'l taglio la rota.

[3] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 12, vol. 1, pag. 85.24: Anco pur per le leggi ecclesiastiche questi incantatori e malefici sono infami, e non vale la loro testimonianza, nè accusa, ma dennosi escomunicare, se il loro peccato è pubblico.

2 [Dir.] Addebito di reato, imputazione; ricoscimento della trasgressione di una norma.

[1] Doc. fior., 1262-75, 38, pag. 304.1: Ànne dato s. xiij, che disse che lli mi prestoe quando feci l'achusa dei f. Chiari, che disse che lli diedi a mess(er) Iachopo Gherardi, chui Dio p(er)doni al'anima.

[2] Doc. prat., 1275, 52, pag. 502.32: Richovero maestro p(er) j die che llavoroa a' sedi ove siede lo chavalieri della podestade (e) ' notari de' chamarli(n)chi a rrichoglere le ch[ond]a(n)nagioni nel palagio, d. xl. Ranuccio f. Melanesi da fFeghine p(er) meça parte d'una cho(n)da(n)nagione d'un'achusa ch'elli fece <d'Odolino> di Giova(n)ni f. Oddolini da Cerreto di ve(n)ti soldi p(er) messere Giova(n)ni Rosselli...

[3] Brunetto Latini, Pro Ligario, a. 1294 (fior.), pag. 174.30: Queste sono ben dure cose e piene di maraviglia. Ché non contiene questa accusa cose per le quali Ligario debbia essere sbandito, ma morto.

[4] Stat. sen., 1280-97, par. 1, pag. 4.1: E se accusa ne fusse facta e non pagasse le decte cento libre, si' sbandito del decto castello e de la sua corte, infin'a tanto che pagarà la condannagione, se provato fusse a lui con uno testimone di verità el detto malefizio, o vero con tre testimoni di fama.

[5] Stat. pis., 1302, cap. 60, pag. 977.16: Et ancho ordiniamo, che li consuli de la dicta arte li quali aguale sono, u per innansi fino, debbiano et possano procedere contra ciascheduno de la dicta arte che facesse contra lo suprascripto Breve, et contra ciascheduno capitulo del suprascripto Breve, per accusa, dinuntiamento, et per inquisitione et investigatione, per loro officio...

[6] Lio Mazor, 1312-14 (venez.), pag. 26.25: Albertaço çurà li comandamenti del predito miser la potestà et de dir la verità dela predita [a]cusa: lo qual dis che ben fo en casa sua, no furtevelmenter...

[7] Stat. sen./umbr., 1314/16, cap. [123], pag. 55.9: Anco statuto e ordinato si è, che qualunque persona di Chiarentana riceverà alcuno dampno in alcuno suo bene con bestie o sença bestie, se vorrà fare alcuna accusa d'esso dampno dato, che quello cotale ch'el dicto dampno riceverà o ricevuto avirà, possa e a·llui sia licito di fare accusa e denuntia e accusare e denuntiare de quello dampno dato, dal dì che serà facto o dato el dampno dato a VIII dì.

[8] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 6, 127-142, pag. 152, col. 2.9: E poi il mosser, çoè le acuse mosseno lo conte a domandare a Romeo rasone.

[9] Doc. bologn., 1287-1330, (1289) 3, pag. 64.27: Le predicte cose [denuntiae] èno a vui de le mestralii denançi da le altre; che vui façai fare le predicte cose e sapì che [li] [figlio]li del dicto Guio morto suno tenui in tale guisa per quilli da Viçano che [denuntia alcuna] [no] se po fare né acusa.

[10] Stat. sang., 1334, pag. 132.22: Ancho ordiniamo che lo consolo sia tenuto e debbia punire tutti e sottoposti a l'arte predetta, se alcuna cosa li fusse portata inançi da alcuno sottoposto, giurato o vero lavorente, avendone accusa o vero dinunça con seramento dell'acusatore, di punirllo secondo gli ordini de la detta arte, pena a llui se ciò none observasse del doppio de la pena che dovesse pagare l'accusato e del seramento.

[11] Stat. volt., 1336, cap. 17, pag. 20.26: Item che di ciascuno processo et cosa comessa per quegli dell'arte contra la forma degli statuti della decta arte et di comandamenti non observati possano et debbano i decti consoli o camarlingo o due di loro in concordia cognoscere et diffinire con solennità di scriptura et sanza et come a lloro piacerà, sì et in tal modo che accusa, denuntia o comandamento e 'l processo facto si scriva per lo camarlingo della decta arte o per alcuno notaio a cciò deputato per la decta arte.

[12] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 6, cap. 5, vol. 2, pag. 83.32: Ca lu populu assolsi per sentencia ad issu Claudiu e Pompiliu remisi la acusa a Graccu.

[13] Doc. aret., 1337, Risposta ai capitoli riveduti, pag. 655.9: Anco se domanda che ogne processo che contra messere Piero o suoi consorti se facesse per inquisitione e acusa per casgione de qualunche malifitio o per altra casgione possano respondere e defendarsi per legiptimo procuratore e non possano essere costrecti per alcuno modo de comparire in persona...

[14] Stat. perug., 1342, I.56.8, vol. 1, pag. 226.8: Ei bailie non facciano, né fare possano alcuna acusa d'alcuno citadino overo de contadino de Peroscia d'alcuna cosa e, se la faronno esse overo alcuno de loro, cotale acusa non valgla, né tenga, né amectere se degga se non fosse engiuria facta overo illata ad alcuno bailio, la quale certamente engiuria provare non se possa per altro bailio.

[15] Doc. moden., 1347, par. 46, pag. 158.22: Anchora chi ave e retene el dicto Nicholò per lo dito Cichino per una acusa due sol. e se' dinari modenex.

[16] Stat. pist., 1349, pag. 109.13: Intendiamo di qualunche bando s. I e d'ogni richiesta dr. VI e del comandamento dr. XII e d'ogni stimagione s. I e da lire V in su s. II, e de qualuncha accusa o vero dinonça che alquna persona apponesse co[n]tra alquna persona per alquno suo bisogno dr. VI...

[17] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 270, pag. 20: Tuti chridava: sia chruzifigato, / che s'el non fose chossì malfatore, / nui non te l'avesamo qua menato. / Et io aldando dir chotanto erore / voleva dir chontra zaschuna achusa; / ma io non potea: tanto era el gran chlamore.

[18] Passione genovese, c. 1353, pag. 35.31: Or pensa, pechaor, in che guisa la donna stava de fora dello paraxo, e odiva le acuse che faxeam in contra lo so figlor e li colpi che ello sostegnia, e no intendeyva ni odyva nissum chi lo schusasse ni chi lo deffendesse, ma odiva la voxe forte criar: «Mora mora questo malvaxo pecchaor.»

[19] Cost. Egid., 1357 (umbro-romagn.), L. II, cap. 5, pag. 544.13: El çudese de le questione criminale cognosca de tutte le prime questione criminale meris et mixte, sì de mero come de mixto imperio, per accuse, per denuncie, per inquisitione a lui reportate et in cognoscerle et in terminarle abia plena baylia e podestà segondo le constitutione poste in questo volume e maximamente in lo quarto libro.

[20] Stat. lucch., 1362, cap. 65, pag. 114.29: E possa e debbia il dicto messer Podestà e la sua corte, e abbia piena bailìa di procedere, nelle predicte cose nelli presenti statuti e capitoli comprese o in alcuno di quelli, per dinontia o per accusa facta per lo modo e segondo lo modo di sopra dicto..

[21] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 520, pag. 119: Quando misser Todino denanti ad re odìo / Queste sì facte accuse, tucto se sbagottìo; / Mintri potte, scusòse, all'osterio regìo, / Et de dollia amalò, et de quello se morìo.

[22] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 156.16: Decimoquinto, che quanno alcuno accusa e non provassi l'accusa, sostenga quella pena la quale devessi patere lo accusato, sì in perzona sì in pecunia.

[23] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 1, cap. 4, pag. 87.31: Or ète usio de mente como David, lo qua solea avei' spirito de prophecia, contra lo figlo de Ionata, lo quar era innocente, dè se[n]tencia odando la fasa acusa da lo vasalo de lo dito Ionata?

[u.r. 22.05.2018]