0.1 acerbamente, acerbamenti, axerbamente.
0.2 Da acerbo.
0.3 Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.): 2.
0.4 In testi tosc.: Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.); Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.); Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.).
In testi sett.: Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.).
In testi mediani e merid.: Dom. Scolari, c. 1360 (perug.).
In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).
0.7 1 In modo amaro, dolorosamente. 1.1 Prematuramente. 2 In modo aspro, duramente, severamente. 2.1 Crudelmente. 2.2 Con grande determinazione, fieramente.
0.8 Paolo Squillacioti 18.05.1999.
1 In modo amaro, dolorosamente.
[1] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 16, vol. 1, pag. 118.23: E questa si pone nel libro della Sapienza, dove si dice, che dolendosi alcun padre troppo acerbamente della morte del caro figliuolo, fecesi fabbricare l'immagine sua in idolo, e fecelo adorare alli suoi servi e schiavi, e faceva certe grazie a chi l'adorava; e così poi per successo di tempo questo errore venne in usanza.
[1] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 324.6, pag. 400: Ahi dispietata morte, ahi crudel vita! / L'una m'à posto in doglia, / et mie speranze acerbamente à spente; / l'altra mi tèn qua giú contra mia voglia, / et lei che se n'è gita / seguir non posso, ch'ella nol consente.
[1] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 12, pag. 411.3: Enea stava acerbamente fremendo, fermandosi sopra l'asta sua grande; e perchè molti giovani fussero venuti, e per le lagrime del tristo Julo non si moveva.
2 In modo aspro, duramente, severamente.
[1] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 30, 85-99, pag. 651, col. 1.2: Sí come neve. Or vol mostrar l'A. come s'aflisse odendo Beatrixe parlar de sie axerbamente, e dise: 'Sí come la neve se gela in Ytalia tra le trave çunte, çoè tra le creadure delle case quando je trage li vènti schiavi, çoè tramontana, poi se resolve in acqua quando la terra che no prende ombra spira, çoè, quando trage ostro'...
[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 7, cap. 7, vol. 2, pag. 136.12: Issu avia consumati li fluri di sua iuventuti per la republica, issu avia sustinnuti grandissimi fatighi et multi periculi, issu mostrava li cicatrici di li plaghi li quali issu avia riciputi in so corpu, et incircava di pussidiri li soy casi li quali eranu ad issu occi[u]si carighi, constrictu di lassar l'armi et di intrari la togata cavalaria. Et acerbamenti, però que issu avia a fari con pessimi heredi, chaytau di li beni di so patri dananti li C viri; e partiusindi vincituri et supranu non sulamenti per consilgi, ma eciandeu per sentencij.
[3] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 29, vol. 1, pag. 258.18: E s. Gregorio dice: Li devoti, e savi uomini a grande grazia si reputano di essere in questo mondo delli loro peccati battuti, e ingiuriati da alcun uomo, perciocch'elli hanno per certo, che Dio tanto poi più dolcemente li giudicherà, quanto ora più acerbamente li lascia tribolare. Or dico dunque che Dio perdona mirabilmente in ciò che mostrandoci ira ci fa misericordia.
[4] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), [son.] 81.3: Talor i' sento al cor doglie sì fatte, / che la adirata lingua mia si move / maladicendo acerbamente Iove / e quella baila che mi porse i· latte; / e mai non cessa finché la s'abatte / contra te, donna...
[1] Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1342 (pis.), cap. 13, pag. 432.10: E fu contento della povertà di Maria, e di Giuseppe, non mostrando magnificenza come figliuolo di Dio. All'ultimo essendo flagellato, e duramente afflitto, e schernito tacette, ed essendo crocifisso acerbamente, pregò umilmente il Padre per li suoi crocifissori.
2.2 Con grande determinazione, fieramente.
[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 5, cap. 4, pag. 368.15: Però ch'elli [[scil. Cajo Flaminio]] tribuno del popolo piuvicando e prenunziando una legge del campo de' Galli che si dividesse per testa, invito e repugnante il senato, acerbamente resistendo alli prieghi e minaccie, e non impaurito perchè una oste era scritta contra lui s'elli perseverasse in quella medesima sentenza, poi che 'l padre mise la mano in lui, ricontando già la legge in sulla ringhiera, per lo imperio del padre privato, rotto, della ringhiera discese, e certo elli non ne fu ripreso da uno minimo mormorìo dello abandonato parlamento.
[2] Dom. Scolari, c. 1360 (perug.), 125, pag. 13: E se licito m'è de poner frecta / pregoten, singnor mio, ché m'è mestieri / e non conosco scusabel desdecta / però ch'en oriente veggio arcieri / desposti acerbamente a conculcarmi / rabiosamente e mortalmente fieri.
[3] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II.9, pag. 157.20: Per che, se così è, quegli medesimi disideri deono essere i suoi o quelle medesime forze che nell'altre sono a resistere a questi naturali appetiti; per che possibile è, quantunque ella sia onestissima, che ella quello che l'altre faccia, e niuna cosa possibile è così acerbamente da negare, o da affermare il contrario a quella, come tu fai.»
[u.r. 24.03.2017]