ACERBITÀ s.f.

0.1 acerbità , acerbitá, acerbitade, acerbitadi, acerbitate, acerbitati, cerbitati.

0.2 Lat. acerbitas (LEI s.v. acerbitas).

0.3 Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.): 2.

0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.); Ricette di Ruberto Bernardi, 1364 (fior.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 Sapore amaro e irritante per il gusto. 1.1 Condizione di non pieno sviluppo, immaturità. 2 Fig. Durezza, asprezza, crudezza, crudeltà. 2.1 Impeto, violenza. 3 Sofferenza, acceso dolore.

0.8 Paolo Squillacioti 18.05.1999.

1 Sapore amaro e irritante per il gusto.

[1] Ricette di Ruberto Bernardi, 1364 (fior.), pag. 57.14: Se alchuno meterà le folie de' ramerino nella botte, sì guarda e chonserva il vino d'ongni acerbitade e d'ongni mal sapore.

1.1 Condizione di non pieno sviluppo, immaturità.

[1] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 10, cap. 17, pag. 244.12: L'uve, che volem serbare, coglierem salde, e non maculate d'acerbitade, nè troppo scorse di maturezza: ma quelle ch'hanno l'acino lucido, e chiaro, e 'l tocco calloso, e con diletto...

1.1.1 Fig.

[1] Boccaccio, Trattatello (Chig.), 1359/62, pag. 116.1: Ma pur poi, in processo di tempo maturatasi alquanto l'acerbità del dolore, e faccendo alquanto la passion luogo alla ragione, cominciò senza pianto a potersi ricordare che morta fosse la donna sua, e per conseguente ad aprir gli orecchi a' conforti...

2 Fig. Durezza, asprezza, crudezza, crudeltà.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 15, pag. 239.26: [[Annibale]] grande numero d'uomeni perdeo, e molto bestiame, e quasi tutti i leofanti, per l'acerbità del freddo.

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 1, cap. 5, vol. 1, pag. 37.15: Adonca la sullicitudini paterna da nulla parti cessau di rimoviri ogni cosa qui apertinissi a chò que issu putissi skiffari la acerbitati di la pestilencia qui l'era denunciata in sonnu.

[3] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 3, cap. 34, pag. 304.21: - O impiissima acerbità dell'umane menti, che commisi io ch'io etterno essilio meritassi della piacevole Marmorina? Niuno fallo commisi: amai e amo.

[4] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 25, pag. 110.10: Guarda, o uomo, quanto sei obbligato a Cristo; guarda il sudore del sangue, le contumelie della faccia, l'acerbità delli flagelli, la corona delle spine, gli sputi, le derisioni, la croce in collo, la faccia pallida, gli occhi lividi, l'amaro beveraggio, le mani e li piedi inchiodati, il capo inclinato, e il tumulto ed il furore del popolo, e le grida grandissime: crucifige crucifige, e la viltade della morte, e la ingratitudine nostra, chè si vedeva morire per gli uomini, che non lo riconoscevano.

2.1 Impeto, violenza.

[1] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 39, pag. 182.6: Seguitasi il trattato de' dì e de' mesi, perchè non tutto intero l'anno l'acerbità , e la forza del mare patisce coloro che vogliono navicare. || Veg. Mil. 4, 39: «Neque enim integro anno vis atque acerbitas maris patitur navigantes...»

3 Sofferenza, acceso dolore.

[1] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 28, pag. 443.15: E in ciò avemo dalla nostra propia [buona] natura grande amaestramento di soavitade, ché in essa cotale morte non è dolore né alcuna acerbitate, ma sì come uno pomo maturo leggiermente e sanza violenza si dispicca dal suo ramo, così la nostra anima sanza doglia si parte dal corpo ov'ella è stata.

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 5, cap. 3, vol. 2, pag. 24.4: Et issu Scipiu non purtau a l'altru mundu quista acerbitati di lu so vuluntariu exiliu tacendu, ca issu cummandau que a lu so mulimentu se scrivissi quisti paroli: «O ingrata patria, tu non aviray li mei ossi».

[u.r. 22.03.2017]