0.1 acquatta, acquatti, aquatta, aquattato.
0.2 Da quatto.
0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.
0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321.
0.8 Paolo Squillacioti 16.04.1999.
1 Pron. Nascondersi rannicchiandosi.
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. c. 21.59, vol. 1, pag. 351: Lo buon maestro «Acciò che non si paia / che tu ci sia», mi disse, «giù t'acquatta / dopo uno scheggio, ch'alcun schermo t'aia; / e per nulla offension che mi sia fatta, / non temer tu, ch'i' ho le cose conte, / per ch'altra volta fui a tal baratta».
[2] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 17.39, pag. 46.9: E quando in altra parte ti rabatti, / Truovi ch'a suo poder tant'ha lodato / E loda sempre ove da lui t'acquatti.
[1] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 11.34, pag. 34: E chi prefettamente l'ira acquatta, / E raffrena la lingua, è netto e puro; / E ogni vizio in sè per forza amatta.
[2] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 39.19, pag. 94: L'altro [[vizio]] s'acquatta con decezïone / Tra due che si congiungono, e che sieno / Prossimi in alcun grado di ragione. / E questo vizio, di nequizia pieno, / È appellato dalla legge incesto, / La qual non vuole che 'nsiem tali stieno.
[u.r. 22.03.2017]