ACQUOSITÀ s.f.

0.1 acoxitè, aquositade, aquositè, aquoxità , aquoxitè; a: acquosità , acquositade, aquosità .

0.2 Da acquoso.

0.3 Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.); Gregorio d'Arezzo (?), Fiori di med., 1340/60 (tosc.); a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.).

In testi sett.: Serapiom volg., p. 1390 (padov.).

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Parte acquosa; quantità d'acqua contenuta. 1.1 [In partic.:] la parte sierosa di un liquido (ad es. latte o sangue). 1.2 Lo stesso che umidità (di un terreno o dell'aria). 2 [Med.] Secrezione sierosa determinata da una condizione patologica. 2.1 [Med.] [In partic.:] il liquido sieroso dei tessuti degli idropici. 3 Secrezione di saliva.

0.8 Valentina Pollidori; Elena Artale 08.09.2009.

1 Parte acquosa; quantità d'acqua contenuta.

[1] Gregorio d'Arezzo (?), Fiori di med., 1340/60 (tosc.), pag. 31.3: Ma nel tempo caldo [[i fructi]] non nocciono così a ccholoro ch'ànno et sentono ardore ne lo stomaco, perciò che per lo calore si risolve l'aquositade et consumasi...

[2] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 204, pag. 219.14: E le viole bianche è ancora de più debelle vertù per la acoxitè che sè in esse.

[3] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 5, cap. 13, vol. 2, pag. 151.6: E 'l liquore insipido, il quale ha quasi sapor d'acqua, per l'abbondanza del suo liquore e acquosità , pertiene a frigidità, onde è inconveniente e secondo medicina e secondo beveraggio...

1.1 [In partic.:] la parte sierosa di un liquido (ad es. latte o sangue).

[1] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 73, pag. 330.2: Et imperciò che lo cervio ène malenconico, lo suo sangue non si puote rapigliare né costringere insieme, perciò che non v'ène aquositade perciò ch'è fredo et seccho.

[2] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Bestiario, cap. 32, pag. 442.38: Alguni cuose el late, infina che la aquositè soa se smenuisse, e po aministra.

[3] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 9, cap. 75, vol. 3, pag. 121.15: E il lor latte è convenevole a usare in cibo, e assai salutevole, il quale quanto è più fresco, tanto e migliore, e quanto è più spesso, tanto è di maggior nutrimento: e la sua acquosità , la quale è il siero, solve il ventre, e ne mena fuori la collera.

1.2 Lo stesso che umidità (di un terreno o dell'aria).

[1] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. S. Eugenia), XIV (fior.), L. 4, cap. 9, pag. 358.26: [4] In tal maniera che in tutti i detti luoghi, se humidi e canpî dibattuti, overo inchinevoli, saranno, dopo il verno si piantino, a cciò che 'l caldo naturale di quell[e] per doppia aquosità , del luogo e ancora del verno, non si spengano...

[2] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 5, cap. 19, vol. 2, pag. 163.14: e [[l'ulivo]] non sostiene basso nè molto alto luogo, perocchè nel basso ha troppa acquositade, e nel molto alto poca.

2 [Med.] Secrezione sierosa determinata da una condizione patologica.

[1] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 343, pag. 382.3: E la lexìa fata de questo cendere ha la vertù, la qualle ha quisti laticinij. Dixe uno autore: Tutti li laticinij purga flema, mellancolia e aquoxitè.

[2] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Bestiario, cap. 32, pag. 443.19: Po unçeva el luogo de la gotta cum questo unguento, e avrivase quel luogo da si. E insiva fuora virule(n)cia e aquoxitè molta, e aleviavase el dollore fortemente.

2.1 [Med.] [In partic.:] il liquido sieroso dei tessuti degli idropici.

[1] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 291, pag. 317.29: E se lo ydropico beve el sugo so [[scil. del rafano]], el ge para fuora la aquoxitè.

[2] F Piero de' Crescenzi volg., XIV (fior.), L. 1, cap. 4: e i loro ventri indurano e malagievolmente possono vomitare: et alcuna volta chaggiono in dropesia. Imperoché si ritiene acquositade in essi... || Crescenzi, [p. 6].

- Acquosità citrina.

[3] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 252, pag. 266.29: E fa çoamento contra la aquoxitè citrina de li ydropici, quando el fi bevù over che el ne fi fato empiastro suxo el ventre.

3 Secrezione di saliva.

[1] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 142, pag. 148.25: Dyascorides dixe che 'l sugo de la requilitia çoa a la asperitè del polmom, quando el fi metù soto a la lengua, po fi inglotìo quela aquoxitè che ven in la bocha.

[u.r. 20.04.2012]