ADAGIARE v.

0.1 adage, adagi, adagia, adagiano, adagiare, adagiaro, adagiarono, adagiarsi, adagiata, adagiati, adagiato, adagie, adasciato, adasato, adasatu, adasiata.

0.2 Da adagio.

0.3 Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.): 1.2.

0.4 In testi tosc.: Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.); Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.); Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.); Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.).

0.7 1 Tornar comodo, conveniente. 1.1 Dare o procurarsi piacere o vantaggi. 1.2 Procurarsi agi; vivere nell'agiatezza. 2 Sovvenire, provvedere ai bisogni di qno; ristorare; rifocillare (anche rifl.). 2.1 Fig. Sostenere, confortare moralmente. 3 Allocare convenientemente, vantaggiosamente. 4 Riposarsi, acquietarsi. 4.1 Indugiare, attardarsi. 5 Coricarsi, sdraiarsi.

0.8 Redazione interna 02.11.1999.

1 Tornar comodo, conveniente.

[1] Guittone, Rime (ed. Contini), a. 1294 (tosc.), Canz. 4.68, pag. 208: A voi che siete ora in Fiorenza dico, / che ciò ch'è divenuto, par, v'adagia; / e poi che li Alamanni in casa avete, / servite·i bene, e faitevo mostrare / le spade lor, con che v'han fesso i visi, / padri e figliuoli aucisi... || Con valore ironico.

[2] Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.), 11.58, pag. 75: Or giustisi' à[n] dezerta, ond'è caduta / con ragion, e perduta, / ché più ladron[i] son che merca[ta]nti, / e quazi certo i santi / son dirubbati, e no solo i palagi, / ed a ciascuno adagi, / par, de' detti signor'; ma ciò non sono, / ché l'un perisce, e l'altr'à 'n mal perdono.

1.1 Dare o procurarsi piacere o vantaggi.

[1] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), S'io mi parto da voi. Canz. 60.4, pag. 201: S'io mi parto da voi, donna malvagia, / non parto di cantare; / s'io il volesse celare, / paria mi fosse a noia ciò ch'adagia: / ché molti han gioia, e par loro penare, / e ciò che li disagia / dimenano ['n] gran ragia / per erro o per follia d'amore amare.

[2] Boccaccio, Decameron, c. 1370, IV.3, pag. 285.24: Della qual cosa avvedutosi Restagnone, essendogli stato dalla Ninetta mostrato, pensò di potersi ne' suoi difetti adagiare per lo costoro amore, e con lor presa dimestichezza, or l'uno e or l'altro e talvolta amenduni gli accompagnava a vedere le lor donne e la sua.

[3] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, Accessus, par. 51, pag. 12.12: sentendo per costui la qualità dell'avaro, il quale, per non diminuire l'acquistato, non ardisce toccarne e così in cose assai patisce disagio, potendosene adagiare.

1.2 Procurarsi agi; vivere nell'agiatezza.

[1] Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.), 15.5, pag. 477: Pur a pensar mi par gran meraviglia / come l'umana gent'è sì smarrita / che largamente questo mondo piglia / com' regnasse così senza finita, / e 'n adagiarsi ciascun s'assottiglia / come non fusse mai più altra vita.

[2] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), Canz. 29.26, pag. 71: Unde non già poco erra / chi omo pregia alcuno, ove non se'; / ché vizio, senza te, / si conta onne vertute, / né alcuno ha salute, / né ben nente, pur quant'el vol s'adagi.

2 Sovvenire, provvedere ai bisogni di qno; ristorare; rifocillare (anche rifl.).

[1] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 6, ott. 70.8, pag. 442: Alti conviti e doni a regi degni / s'usavan quivi, e sol d'amor parlare, / e' vizii si biasmavano e li sdegni; / giovenil giuochi e sovente armeggiare / il più del tempo occupavan gl'ingegni, / o in giardin con donne festeggiare; / lieti v'erano i grandi e i minori, / e adagiati da' fini amadori.

[2] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 4, cap. 41, pag. 418.15: Quivi furo mandati carri e bestie per adagiare quelli che del combattere e del camminare che fatto aveano di notte, erano lassi e travagliati.

[3] Boccaccio, Decameron, c. 1370, IX.6, pag. 614.24: Ismontati adunque i due giovani e nell'alberghetto entrati, primieramente i lor ronzini adagiarono e appresso, avendo ben seco portato da cena, insieme con l'oste cenarono.

2.1 Fig. Sostenere, confortare moralmente.

[1] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 36, cap. 7, par. 10, pag. 517.9: Gregorio sopra Ezechiele. Chi a coloro che mal fanno studia d'adulare, quasi pone 'l guanciale sotto 'l capo del giacente; sì che quegli, che della colpa dovea essere corretto, in essa si posi colle lode adagiato.

[2] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 9. 15.6, pag. 114: «La fede, Giosafà, ch'io t'insegnai / è falsa e rea e gattiva e malvagia; / molti per essa potresti aver guai / e longo tempo stare in su la bragia, / questa de' nostri dii, come udito hai, / è quella che alfin tutti ci adagia / e sì è santa, giusta, buona e degna / e mal finisce chiunque la disdegna...

3 Allocare convenientemente, vantaggiosamente.

[1] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 5, cap. 54, pag. 75.18: questo luogo per fondare la città: qui sono i belli monti, dilettevoli e sani per abitare, la riviera che ci fa tanto d'agio, per la quale l'uomo arreca la biada delle ville che sono verso il mezzo della contrada, onde ci viene il mercato per mare. Il mare c'è vicino per adagiare la città, ma non sì presso, che l'uomo tema pericolo di navi forestiere.

[2] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 6, cap. 4, pag. 90.21: Allora cominciò Roma a crescere e ad essere innalzata per edificii, e la republica sovveniva agli spenditori, e gli edili studiavano l'opera, e ciascuno privato si studiava di compiere il suo albergo, però che grande desiderio n'aveano per adagiare le loro famiglie, sì che innanzi ad un anno la novella città fu rifatta.

4 Riposarsi, acquietarsi.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. c. 25.28, vol. 2, pag. 427: «[[...]] Ma perché dentro a tuo voler t'adage, / ecco qui Stazio; e io lui chiamo e prego / che sia or sanator de le tue piage».

[2] Chiose falso Boccaccio, Purg., 1375 (fior.), c. 25, pag. 453.2: così diciendo Virgilio a Dante: Ma perché dentro al tuo volere t'adagie... || Citato per la grafia.

4.1 Indugiare, attardarsi.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. c. 3.111, vol. 1, pag. 52.4: Caron dimonio, con occhi di bragia / loro accennando, tutte le raccoglie; / batte col remo qualunque s'adagia.

5 Coricarsi, sdraiarsi.

[1] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 50.38, pag. 68: move la schiera sua soavemente; / poi lontan da la gente / o casetta o spelunca / di verdifrondi ingiuncha: / ivi senza pensier' s'adagia et dorme.

[u.r. 10.02.2021]