ADATTO agg.

0.1 adacta, adacto, adapta, adapti, adato, adatta, adatte, adatti, adatto, addatto.

0.2 Lat. adaptus (LEI s.v. adaptus).

0.3 Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.): 5.

0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.); Distr. Troia, XIII ex. (fior.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Anonimo Rom., Cronica, XIV.

0.5 Locuz. e fras. adatto di lavorio 3.1.

0.6 A Doc. aret., 1240: Gronduccio d'Adacto.

N In LEI s.v. adaptus (1, 615, 4) si isola il signif. 'ben fatto, valente, abile' come calco del prov. adaut, azaut 'grazioso'.

0.7 1 Che ha le giuste caratteristiche per un certo scopo. 2 Che ha attitudine, capacità (per qsa) o che è nella possibilità (di fare qsa); versato. 3 Che ha disposizione, tendenza, inclinazione a qsa, che è appropriato a qsa. 3.1 Fras. Adatto di lavorio: attuabile, eseguibile. 4 Valente. 4.1 Abile (in senso negativo). 5 [Di persona, relativamente all'aspetto del tutto o di una parte:] bello; [detto di donna:] avvenente, graziosa; vivace e vitale di spirito.

0.8 Redazione interna 19.03.1998.

1 Che ha le giuste caratteristiche per un certo scopo.

[1] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 19, 1-15, pag. 373, col. 2.15: Or la casone per che li ditti artisti dixeno essere in l'aurora più adatto lo tempo a soa arte, si è che in quell'ora omne digestione de cibo è fatta, sì ch'i membri del corpo no èno agravadi da alcuna casone intrinseca, ma tutti desposti ad ubedire li movementi celesti.

[2] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. II, 42.83, pag. 230: Rara ti paia ogni cosa non vile: / voglia per consiglio sempre fare, / siasi chi vole giovane o sinile / voler d'ogni cosa adimandare: / a ciò provedi loco che ti pare / segreto e più adatto / per lo miglior del fatto; / eleggi tempo e punto / coll'uom che alla ragion sia più congiunto.

[3] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 7, terz. 9, vol. 1, pag. 76: Quest'era la più nobile Fortezza, / che in Firenze fosse, e più adatta, / e fu da piè tagliata con asprezza.

[4] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 14, pag. 122.17: Nello iessire fòra li Englesi guardavano da longa per la strada ritta de Parisci, la quale stao in una adatta veduta. Guardanno li Englesi sentiero lo traiere fòra e la venuta de Franceschi allo campo.

2 Che ha attitudine, capacità (per qsa) o che è nella possibilità (di fare qsa); versato.

[1] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 33, 58-72, pag. 726, col. 2.16: e questo àrbore o per vento o per ruina cadde in la dicta acqua, ch'è cussì adatta a generare preda, e cussì devenne preda, poi per lungo descorso d'acqua in acqua venne in quelle contrade.

[2] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 1, pag. 15.7: la quale conformazione con umiltà si è principio di penitenzia, e però sanza essa mai uomo non può essere adatto, nè abile a penitenzia.

[3] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 38, pag. 281.18: e generalmente in tutte le cose s'ingegni d'essere adatto e presto e senza alcuna negrigenza tutte cose fare lietamente. E allora si potrà questo cotale chiamare e pregiare per verace e diritto amante.

[4] Velluti, Cronica, 1367-70 (fior.), pag. 34.1: Gherardino, figliuolo che fu di Piero predetto, fu ed è di piccola statura, magro e asciutto, piacevole e molto cortese, e troppo alla possibilità sua ardito, e coraggioso, e con poche parole; buono cavalcatore, e bello servidore e adatto a ogni cosa fare, salvo carte o mercatantia...

3 Che ha disposizione, tendenza, inclinazione a qsa, che è appropriato a qsa.

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 43.295, pag. 165: «Mesere, eo me voglio satisfare: / l'omo sì farà meco el contratto, / che servo sì se deia confessare: / pensosse essere Deo rompenno 'l patto; / voglio che se deia umiliare, / che fede me prometta, e sirà adatto / ad onnia che eo voglio commannare».

[2] Giunte a Restoro, XIV in. (it.sett./fior./eugub.), pag. 259.1: Per questa ragione dunque è mistieri che·ll'anima la quale vuole imprendere sapienzia sia tutta sceverata e partita da le faccende del mondo, e sia tutto adatto e dato a quella; avegnadio che questa turbazione e questa tempestade (de le quali l'uomo che vuole venire a sapienzia è mistieri che ne sia sceverato e rimosso) n'hae per la turbazione del mondo e 'l romore suo.

[3] Rim. Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), prologo, pag. 357.17: E tu se' fanciullo, Amore, e non si conviene che tu facci altro che giucare e solazzare; giuoca: al tuo animo si convengono morbide segnorie. Certo tu potevi usare a le battaglie ignude saette, ma li tuoi dardi non tragono, né sono adatti a trare sangue che induca morte.

[4] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 16, 64-78, pag. 427, col. 1.8: sì à in li Fiorentini generato argoio zoè superbia e desmesura, zoè destenperança: per la quale o ver per le quai casuni e' non sono né cortesi né valorosi e tutti adatti più ai vicii che discendeno da superbia e da invidia, imperzò che 'l forastero non à amore a la città...

[5] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 2. proemio 83, pag. 31.19: e sì come la pura verginitade è la più lucida cosa e chiara tra·lle umane cose, elli a simile la puosero in quella stella ch'è adatta ad avere lume, ed a potersi oscurare sì come dice il Filosofo nel secondo Coeli et Mundi, che la Luna è corpo disposto a ricevere lume...

3.1 Fras. Adatto di lavorio: attuabile, eseguibile.

[1] Doc. fior., 1362-75, (1366). doc.150, pag. 175.24: E però, vedendo ch'e maestri insieme co' dipintori e orafi chiaramente ànno risposto che il decto disengno e hedifìcho adattodi lavorio e sufficiente e forte e fortissimo a mandarlo alto quanto bisongnerà, sanza esservi chatene che si veghano; consigliano, e pare loro, a reverenza di Dio e della Vergine Maria, e a onore della cità di Firenze: Che il decto disengno vada inanzi...

4 Valente.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 14.27, pag. 293: Di là partiti, passammo in Bavera, / onde fu il buon Namo e questa schiatta / la più gentil, che sia di là, s'avera. / Molto mi parve quella gente tratta / d'amare e portar fede al suo signore, / ne l'arme accorta e tutta bene adatta.

[2] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 8, cap. 43, pag. 365.1: o sono al presente in Africa gli eserciti maggiori e più duchi e migliori, che allora furono in Ispagna? o era l'età mia allora più matura a guerreggiare, ch'ella non è al presente? o è col cartaginese nemico più addatto a far guerra in Ispagna, che in Africa?

[4] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 8, pag. 40.28: Moito vaco destri per la sala. Moito cavalcano adatti per la citate. Puoi se ne iro li dodici ambasciatori denanti a missore Mastino.

4.1 Abile (in senso negativo).

[1] Guittone (ed. Leonardi), a. 1294 (tosc.), Son. 83.3, pag. 249: Certo, mala donna, malo accatto / farebbe l'om a star teco a tencione, / tant'ài villan parlar, accort'e adatto / e tanto pien di tutta rea ragione.

5 [Di persona, relativamente all'aspetto del tutto o di una parte:] bello; [detto di donna:] avvenente, graziosa; vivace e vitale di spirito.

[1] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 2, cap. 15, pag. 56.22: è da eleggere il decurione che della compagnia de' cavalieri sia fatto capitano, in prima che sia del corpo bene adatto, e bene armato, sicchè da quegli che gli sono d'intorno per maraviglia sia guardato... || Cfr. Veg., Mil., 2, 14: «eligendus est decurio, qui turmae equitum praeponatur, inprimis habili corpore, ut loricatus et armis circumdatus omnibus cum summa admiratione equum possit ascendere».

[2] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 167.25: Ella fue di bella statura, di convenevole grandezza, lungha e schietta, convenevolemente charnuta, adatta, snella, biancha come aliso, pulita come ivorio, chiara come christallo, e cholorita per avenente modo...

[3] Intelligenza, XIV in. (tosc.), pag. 199: Con quelle spalle piane e sì ben fatte, / con quel petto grossetto e sovrastante, / e l'anche avea grossette e isnelle e adatte, / le man'sottili e i nodi d'un sembiante; / le gambe sue grossette e ben ritratte, / e 'l piè su' corto e dritto e ben calzante...

[4] Boccaccio, Ninfale, 1344/48 (?), st. 275.3, pag. 293: Tu se' viva fontana di bellezza, / e d'ogni bel costume chiara luce; / tu sei adatta e piena di franchezza; / tu se' colei, 'n cui sola si riduce / ogni vertù ed ogni gentilezza, / e quella che la mia vita conduce; / tu se' vezzosa e se' morbida e bianca: / nïuna cosa bella non ti manca!

[u.r. 27.11.2017]