ADESCARE v.

0.1 adesca, adescare, adescasse, adescato, adeschi, adesco, adescò, adéscola, aesca, aescando, aescare, aescarono, aescato, aescava, aeschi.

0.2 Lat. tardo adescare (DEI s.v. adescare).

0.3 Inghilfredi, XIII sm. (lucch.): 3.

0.4 In testi tosc.: tosc.: Inghilfredi, XIII sm. (lucch.); Dante, Commedia, a. 1321; Barlaam e Iosafas (S. Genev.), XIV pi.di. (pis.); Gloss. lat.-aret., XIV m.

In testi sett.: Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.).

0.7 1 [Caccia] Attirare, prendere con l'esca (pesci, selvaggina); catturare. 1.1 Fig. Allettare, persuadere, sedurre (con lusinghe, promesse e artifici vari); attrarre, trattenere ingannevolmente. 2 [Mar.] Fornire di esca (l'amo o altro strumento da pesca). 2.1 Fig. Rendere desiderabile, allettante (con artifici o stratagemmi). 3 Prendere in bocca (l'amo con l'esca), abboccare (all'amo). 4 Fig. Mettere, usare come esca. 5 Pron. Fig. Alimentarsi, accrescersi.

0.8 Milena Piermaria 09.07.2004.

1 [Caccia] Attirare, prendere con l'esca (pesci, selvaggina); catturare.

[1] Onesto da Bologna, XIII sm. (tosc.), 22.7, pag. 82: per gran fredura l'oseletta adéscola, / talor la piglio, e no è cosa nova.

- [In contesto fig.].

[2] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 491-500.21, pag. 130.15: o forse rifiutato piagnerai e lamentera'ti, ma d'averti a modo ch'un nibbio lasciato adescare e pigliare alle busecchie.

1.1 Fig. Allettare, persuadere, sedurre (con lusinghe, promesse e artifici vari); attrarre, trattenere ingannevolmente.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. c. 13.55, vol. 1, pag. 213: E 'l tronco: «Sì col dolce dir m'adeschi, / ch'i' non posso tacere; e voi non gravi / perch'ïo un poco a ragionar m'inveschi.

[2] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 549.6, pag. 802.5: Nulla altro dice, se non che poco basta a te, o giovane fanciulla, avere uno amante, però che al villano una sola pecora a dare soficiente latte non basta; e perciò qui come molti n'adeschi...

[3] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), son. 33.3, pag. 578: Entra color che sono en vera fede, / non sopra drappo più fin che 'l francesco, / nel cui piacer ognor più 'l core adesco, / ch'envolupparse, non d'altro, me chiede...

[4] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 28, 7-21, pag. 661, col. 2.32: Stado IIIJ misi lo dicto re in Roma, et adunato so guarnimento d'omne parte, misese andar verso Zecilia per lo terreno de Puglia e passò presso al fiume de Ceperano e lí trovò gente del re Manfredo, e diviseli et adescò.

[5] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), Son. 403.6, pag. 245: Amor, che sempre, et ora plu, si avede / che tu l'adeschi a donna sì veççosa, / se vi consente che may non àe possa, / unde l'enganno suo sego mi lede.

[6] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 2.11, pag. 186: Ma tanto ti vo' dire: appena tenni / l'anima al cor, sí dolce l'aescava / l'alto piacer co' suoi vezzosi cenni.

[7] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 209, pag. 542.2: E come il demonio aesca nella gola, così nella lussuria e nella concupiscenza carnale, così nell'avarizia con la moneta e con le ricchezze e stati e beni terreni...

1.1.1 Pron. Rimanere attratto, intrappolato; invischiarsi (in una situazione difficile).

[1] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 89.8: Io sono il cor del tuo fratel Francesco, / quel che sì crudelmente Amor confonde; / da te mi parto e non so veder donde / mia morte fugga, in cui tanto m'adesco. / Sol un rimedio trovo a la mia doglia...

1.1.2 Investigare, interrogare dissimulando, farsi dire qsa con l'inganno.

[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 219, pag. 569.11: cominciò a domandare una vecchia contadina che filava a filatoio, come si chiamava quella villa, e di cui era quel bel luogo che vedea; e ogni cosa investigata, si fermò ad aescare sopra le due giovani che non faceano figliuoli...

2 [Mar.] Fornire di esca (l'amo o altro strumento da pesca).

[1] Barlaam e Iosafas (S. Genev.), XIV pi.di. (pis.), cap. 22, pag. 300.21: [29] E elli si riguardó a ssei medesmo, e viddesi molto infermato a ppeccare, e considerosi che avea dela femina co(n)putione di le' salvare, che ciò era amo aescato dal diaule, col quale lo volea prendere.

[2] Gloss. lat.-aret., XIV m., 725, pag. 307.1: adescho, scis, per adescare. innesco, idem.

2.1 Fig. Rendere desiderabile, allettante (con artifici o stratagemmi).

[1] Bambaglioli, Tratt., a. 1343 (tosc.), 163, pag. 20: Se di dolcezza l'amo non adesca, / Che piaccia al pesce il pescator che pesca, / Non val arte, nè lenza, / Che 'l più tira in fallenza, / E perde il tempo e la fatica invano.

[2] Fazio degli Uberti, Rime d'amore, a. 1367 (tosc.), 2.4, pag. 4: Io guardo i crespi e i biondi capelli / de' quali ha fatto per me rete Amore: / d'un fil di perle e quando d'un bel fiore / per me pigliare truovo ch'e' gli adesca.

3 Prendere in bocca (l'amo con l'esca), abboccare (all'amo).

[1] Inghilfredi, XIII sm. (lucch.), 4.40, pag. 108: lo pesce aesca l'amo unde ha perire.

4 Fig. Mettere, usare come esca.

[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 198, pag. 509.3: «Per santa Lucia! che Juccio è stato più cieco di me». E ben dicea il vero, ch'elli avea preso l'alluminato alla lenza, aescando cento fiorini per riavere gli altri.

5 Pron. Fig. Alimentarsi, accrescersi.

[1] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), Son. 326.9, pag. 206: E se 'l vien che la rixa plu si adeschi, / lo primo colpo, dove ferro ficchi, / may non se saldarà per gli todeschi, / e, baldamente, el ducha di Starlichi / ve si provi cum quel di Carentana, / ch'ag nostri dìe la plaga non fie sana. || Cfr. aderbare 0.5.

[u.r. 27.11.2017]