0.1 addirano, addirare, adir, adira, adirando, adirandoci, adirandose, adirandosi, adirano, adiransi, adirantesi, adirao, adirar, adirarà , adirarassi, adirarci, adirare, adirare, adirarlo, adiraro, adiraron, adirarono, adirarono, adiraronsi, adirarse, adirarsi, adirarsi, adirarti, adirasi, adirasse, adirassi, adiraste, adirasti, adirata, adirate, adiratevi, adirati, adirato, adiratosi, adiratti, adiratu, adirava, adiravasi, adire, adirerà , adirerà , adirerai, adirerai, adirerassi, adireremmo, adirerò, adiri, adiri, adiriamo, adiriate, adirino, adirirasse, adiriti, adiro, adirò, adirò, adiroe, adiroe, adiròe, adiromi, adirone, adirorono, adirorono, adirorsi, adirossi, adirossi, adiròssi, adirrò, airarsi, airato, airerò.
0.2 Lat. *adirare (LEI s.v. *adirare).
0.3 Patecchio, Frotula, XIII pi.di. (crem.): 1.
0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.); Simintendi, a. 1333 (prat.).
In testi sett.: Patecchio, Frotula, XIII pi.di. (crem.); Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.).
In testi mediani e merid.: Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Anonimo Rom., Cronica, XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).
In testi sic.: Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.).
0.7 1 Provare ira o sdegno, andare in collera (anche in contesto metaf.). Anche pron. 1.1 Sost. 1.2 Provare ira e dolore (cruccio), crucciarsi. Estens. Avvilirsi, addolorarsi, affliggersi. 1.3 [Detto di animali:] essere, diventare feroce; inferocirsi. 1.4 Fig. [Detto di elementi naturali:] scatenarsi, perturbarsi; essere in tempesta. 2 Mandare in collera, suscitare ira, sdegno; dar fastidio, irritare.
0.8 Milena Piermaria 09.11.2000.
1 Provare ira o sdegno, andare in collera (anche in contesto metaf.). Anche pron.
[1] Patecchio, Frotula, XIII pi.di. (crem.), 72, pag. 588: Enoiar me fai e gran pesança / om[o] qe s'adire de nïente; / [e] rason q'eo faç'a qi m'avança; / en car consei poner molta çente...
[2] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 13.22, pag. 177: Dogliomi e adiro sovente / de lo core che dimora / con madonna mia avenente, / in sì gran bona-ventura: / odio e invidio tale affare, / che con lei non posso stare / né veder la sua figura. / Sovente mi doglio e adiro...
[3] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 10, pag. 215.16: Et anche: l'uomo savio se co lo stolto crida o adirasi, nonn- averà riposo.
[4] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 8: sì come li carboni ala bragia (et) le lengna al fuoco, così l'omo adiroso isveglia tencione, però che qua(n)do l'omo s'adira si è di fuore dalo suo corpo...
[4] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 3, cap. 7, pag. 100.2: Ché quando ragione comanda a fare alcuna opera di virtù, e l'uomo s'adira e si corruccia secondo ragione, elli fa meglio e più vigorosamente l'opere della virtù.
[5] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 57, pag. 93.10: Veduto la Superbia i nimici nel campo, e udita la richesta ch'avien fatta, s'adirò sí fortemente, che gittava schiuma per bocca come fosse cavallo, e per lo volto e per li occhi fiamme di fuoco...
[6] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. V, pt. 3, pag. 147.6: (Et) devete sapere ke doe ire se trovano, licita (et) inlicita, bona (et) ria. Licita ène quando h(om)o s'adira d'alcun male ke vede o sente fare (et) d'alcun bene ke se deveria fare ke vede o sente obmettere, ke non se fae.
[7] Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.), 6, pag. 85.3: De la qual cosa Cesar s' adirò e schifò multo, ma tuctavia non passò, e grande tempo stecte con tucta sua gente làe...
[8] F Canz. an. Amor fa come 'l fino ucellatore, XIII (tosc.): ka, s'adira o nasconde, / ben m'ancide e confonde / quella per cui son miso al morire, / ké ben d'amor non è sença infollire. || CLPIO, P 016.45.
[9] Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 33, pag. 213.30:. L'appetito irascivo desidera di far vendetta et male ad li altri. Et questo viene dall'adversità e dalle ingiurie che l'omo sostiene et non vorrebbe sostenere: unde s'adira et desidera di vendicarsi, et questo è irascivo.
[10] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), [Pt. 4. Fisonomia], pag. 176.17: E se lle vene e l'alterie dela testa sono grosse e enfiate, sì è sengno d'uomo che ss'adiri spesso e che ssi cruci volontieri.
[11] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 1, docum. 24.90, vol. 1, pag. 312: E di questi son tanti, / chi adirando e chi viso mostrando, / ch'io non so già ben quando / potesse fine a lor numero porre.
[12] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 27, 16-27, pag. 596, col. 1.5: S'io mi trascoloro, çoè s'io m'adiro.
[13] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 1514, pag. 393, col. 1: Quando così parlone, / Massentio se adirone; / fecela condempnare / della testa li tagliare.
[14] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 5, vol. 2, pag. 5.8: Allora Aretusa, moglie d'Alfeo, trasse fuori lo capo dell'onde Elee; e rimosse dalla faccia gli gocciolanti capelli agli orecchi; e disse: o madre della vergine cercata per tutto il mondo, e madre delle biade, poni fine alle grandi fatiche; o crudele, non ti adirare alla fidata terra.
[15] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 2, pag. 610.33: E continuamente insuperbiamo inverso Iddio [[...]]. Ancora adirandoci inverso il prossimo iniustamente...
[16] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), D. 176.37, pag. 902: Non vi chero mercede, / madonna, per paura / ch'i' aggio che di ciò non vi adiriate...
[17] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), Prologo, vol. 1, pag. 11.6: ki iniuriatu mai non ti adirasti, offisu mai non cuntrastasti, bactutu mai non rebactisti...
[18] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 186.5: Non fu orrore, non arme. Doi perzone àbbero paravole. Adirati trassero le spade. 'Nanti che colpo menassino le tornaro in loro guaine. Onneuno vao in soa via.
[19] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 22 rubr., pag. 150.13: Et in dello principio l'omo se no(n) deve adirare contra illo [[scil il cavallo]]ch(e) p(er) lla ventura, p(er)ciò illo no(n) piglie vitio descomenevele, ma p(er) granne p(er)severancia de legirança et de humilitate se tocche...
[20] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 169.9: et alli dì VII del dicto convivio lo dicto re se adirò con la regina Vasti soa mogliere...
- Fig.
[21] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 191.13, pag. 127: El me desplaçe, / ben rideria la splen se ço non fosse»; / al figato che ama tuto plaçe, / ma lo fele, madonna, pur se adira, / ché se dol ch'amor a mort[e] me tira.
[1] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 30, cap. 1, par. 6, pag. 443.6: Se ti vuogli mantenere gagliardo e sano, togli via le gravi cure, e credimi che l' adirare è pessima cosa...
[2] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 14, cap. 2.23, pag. 328: Pensa che 'l tuo singnior sia tanto buono / Che milgliorar nol possi, / E lla sua casa sia per te in vita. / Pensa di notte e di giorno piacerli; / A llui sostieni adirare e gridare, / E cciò c'a llui onesto piacie fare.
[3] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 5, cap. 36, pag. 594.11: Oimè, che se l'ira d'uno potesse trarre amore del cuore ad un altro, io direi che licito gli fosse stato l'adirarsi; ma quella in me misero il multiplicò, né l'ha però mancato il lungo essilio.
1.2 Provare ira e dolore (cruccio), crucciarsi. Estens. Avvilirsi, addolorarsi, affliggersi.
[1] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 83.8, pag. 304: Io non posso, madonna, ritenere, / quando ci passo, ched io non vi miri, / ché 'l cor mi batte ed ha tanto volere / che fa bagnare gli oc[c]hi di sospiri; / s'io no gl'inalzo a voi, bella, vedere, / ogni mio membro par ch'a doglia tiri; / e piangono con tanto dispiacere / che ciascuno ver' l'altro par s'adiri...
[2] Monte Andrea (ed. Menichetti), XIII sm. (fior.), canz. 61a.59, pag. 211: E s'eo lamento ag[g]io fatto plùi, / dico che sol non fui / omo che di vanitate s'adiri; / ma or, meo sir, - son sì nel tut[t]o giùi, / convene pur lo contraro a me tiri / là ove volga o giri...
[3] Onesto da Bologna, XIII sm. (tosc.), 1.19, pag. 26: Sì mal fu Amor creato all'opo meo / che m'è vergogna dir ciò che m'incontra; / tutto fu fatto solo a mia incontra, / però no ·l chiamo Amor, ma amaro e reo. / Per lui lo core meo chiamo cor morto, / ingiuliato a torto, / ed ancor me per lui chiamo mal nato, / perch'è sì sventurato, / ch'ogni mio membro si sbatte e s'adira, / piangone gli occhi e l'anima sospira.
[4] Fiore, XIII u.q. (fior.), 146.11, pag. 294: Ma cciò mi pesa, ch'i' non fu' saputa. / Or sì mi doglio quand'i' mi rimiro / Dentro a lo spec[c]hio, ed i' veg[g]o invec[c]hiarmi: / Molto nel mi[o] cuore me n'adiro.
[5] Cione Bagl. (ed. Menichetti), XIII/XIV (tosc.), 117c.3, pag. 364: Consiglio bene chi si dà ad amare / <che> guardi prima a ciò che lli s'avene, / e non s'adiri, prima che 'l penare / sormonti i· llui, o biasimi le pene: / ché l'ira è folle per isconfortare, / e quegli è amante che doglia sostene: / per umiltà si può amore aquistare / co la mercé...
[6] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 8.121, vol. 1, pag. 141: Li occhi a la terra e le ciglia avea rase / d'ogne baldanza, e dicea ne' sospiri: / «Chi m'ha negate le dolenti case!». / E a me disse: «Tu, perch'io m'adiri, / non sbigottir, ch'io vincerò la prova, / qual ch'a la difension dentro s'aggiri.
[7] Bind. d. Scelto (ed. Gorra), a. 1322 (sen.), cap. 309, pag. 415.3: Elli pensa sovente e sospira di cuore profondo; elli si gioiva sovente e sovente s'adira; sovente cambia suo colore e muta per amore...
[8] Comm. Arte Am. (A), XIV pm. (pis.), ch. 321, pag. 590.20: Avendo l'auttor ditto de li incomodi con dolori de l'amore, amonisce li amanti che non s'adirino né dogliano.
[9] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 124.7, pag. 163: Amor mi strugge 'l cor, Fortuna il priva / d'ogni conforto, onde la mente stolta / s'adira et piange: et così in pena molta / sempre conven che combattendo viva.
1.3 [Detto di animali:] essere, diventare feroce; inferocirsi.
[1] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 7, vol. 2, pag. 98.7: Lo porco salvatico non si ricorda d'adirare; la cerbia non si confida del correre; nè gli orsi di perquotere tra gli armenti.
[2] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 12, vol. 3, pag. 58.19: Achille non si adirò altrimenti che s'adiri lo toro nell'aperto cerchio, quand'elli assalisce coloro che 'l fanno adirare, col terribile corno, che sente gli vestiri della porpora e le schernite percosse.
1.4 Fig. [Detto di elementi naturali:] scatenarsi, perturbarsi; essere in tempesta.
[1] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 5, pag. 40.25: Or che dovrà essere dell'ira di quello sommo giudice? Considera pur dell'ira del mare: ke è ad essere in mare quando elli è adirato? Vedi quando li elementi s'adirano, quando sono li terremuoti, sono le pestilentie, or che tremore è allora in delli homini?
[2] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Pudicitiae.112, pag. 232: Cotale era egli, e tanto a peggior patto, / Chè paura e dolor, vergogna ed ira / Eran nel volto suo tutte ad un tratto. / Non freme così 'l mar, quando s'adira...
2 Mandare in collera, suscitare ira, sdegno; dar fastidio, irritare.
[1] Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.), 2.3, pag. 589: Noioso, responder m'è enoio / e conçar ogna causa veçosa. / Fortement m'adira e faime noio / dona del reu drudho esser celosa. / Ogn'on q'è malastruo 'n me recoio / per cotanta çent invidïosa.
[2] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 52.10, pag. 270: e piacemi di Dio li dica ognora / come lo serva, e sia benivogliente; / e che gli dea lecenza di ben fare, / e no l'adiri, ma tegnal gioioso, / e tuttavia lo deg[g]ia confortare, / con sue parole farlo baldanzoso, / a ciò che possa l'anima salvare, / e 'l corpo suo tener disideroso.
[3] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 18.8, pag. 136: I'ho sì gran paura di fallare / verso la dolce gentil donna mia, / ch'i' non l'ardisco la gioi' domandare, / che 'l mi' coraggio cotanto disia; / ma 'l cor mi dice pur d'assicurare; / per che 'n lei sento tanta cortesia, / ch'eo non potrëi quel dicer né fare, / ch'i adirasse la sua segnoria.
[4] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 10, pag. 117.13: E chi forria chillo che non avesse tremore de ne volere offendere oy dommayare, excepto se fosse chisto re pazo di Troya, lo quale con macto e cieco consiglyo, commo fece lo patre, àvenesse adirati aduosso e datone materia de vattaglyaremo insembla con colpa loro, de che non porranno scampare che non siano tutti destructi?
[u.r. 27.11.2017]