ADOCCHIARE v.

0.1 adocchi, adocchia, adocchiato, adocchie, adocchio, adogli, adoglo, aocchia, aocchiato, aocchiò, aochi, aoglas.

0.2 Lat. *adoculare (LEI s.v. *adoculare).

0.3 Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.): 2.2.

0.4 In testi tosc.: Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.); Cicerchia, Risurrez., XIV sm. (sen.).

In testi mediani e merid.: Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.); Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.).

0.7 1 Vedere, scorgere (qsa che dà nell'occhio); ravvisare, riconoscere qno (a prima vista). 1.1 Fig. Raffigurarsi nel pensiero, nell'immaginazione. 1.2 Fig. Intendere (ciò che si vede), percepire. 2 Guardare, osservare attentamente e/o con insistenza; puntare lo sguardo, mirare. 2.1 Guardare con desiderio, interesse; mettere gli occhi su qno (o qsa). 2.2 Estens. Trans. Porre l'attenzione su, fare attenzione a.

0.8 Milena Piermaria 05.01.1999.

1 Vedere, scorgere (qsa che dà nell'occhio); ravvisare, riconoscere qno (a prima vista).

[1] Onesto da Bologna, XIII sm. (tosc.), 10.1, pag. 51: Siete voi, messer Cin, se ben v'adocchio, / sì che la verità par che lo sparga / che stretta via a vo' sì sembra larga? / Spesso vi fate dimostrare ad occhio. / Tal frutto è buono che di quello il nocchio, / chi l'asapora, molt'amaror larga...

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. c. 29.138, vol. 1, pag. 505: aguzza ver' me l'occhio, / sì che la faccia mia ben ti risponda: / sì vedrai ch'io son l'ombra di Capocchio, / che falsai li metalli con l'alchìmia; / e te dee ricordar, se ben t'adocchio, / com'io fui di natura buona scimia».

[3] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), Son. 231.9, pag. 149: Ser Çuanino, eo sì me è ben pensoo, / viy`-vu bene che no sonto enfentiço: / sovençe volte, qual eo sonto usoo, / e' traço aqua e ceno del paniço, / et en Rialto o là o'-t è 'l marchoo / e' vo coi graendi qual e' fos noviço; / êi guagnieli, e' serav vituperoo, / s'ig aoglas la vergunçia del me' graiço. / Eo no sonto nean sì rico merçaro / che me possa vestir sengiente mese; / ben[e] çirave, se Päa fes oste.

[4] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 13.3, pag. 373: Io ero ad ascoltare ancora attento, / quando mi puose mente per lo viso, / dove spesso s'aocchia un mal contento; / poi disse: «Figliuol mio, se bene aviso, / la sete tua non pare ancor rasciutta; / però dimmi s'è il ver, com'io diviso». / «In veritá, rispuosi, non ben tutta...

1.1 Fig. Raffigurarsi nel pensiero, nell'immaginazione.

[1] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), Son. 322.11, pag. 204: Dintorno me veço venir plu volte, / la notte, spirti cum vana figura; / a taglo novo e diversa pentura / me pongun mano, al cor dicendo: «Dolte?». / Et eo, che sento le trafitte molte, / ver' lor mi volgo pleno di paura, / fina che 'l vero alquanto m'asegura, / per ch'io non cerno fuor che menbre sciolte. / Ché qual d'essi mi pare in forma d'oglo, / qual di fronte o di bocca, qual di peto, / che per parte madonna entiera adoglo...

1.2 Fig. Intendere (ciò che si vede), percepire.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. c. 21.30, vol. 2, pag. 355: Ma perché lei che dì e notte fila / non li avea tratta ancora la conocchia / che Cloto impone a ciascuno e compila, / l'anima sua, ch'è tua e mia serocchia, / venendo sù, non potea venir sola, / però ch'al nostro modo non adocchia. / Ond'io fui tratto fuor de l'ampia gola / d'inferno per mostrarli, e mosterrolli / oltre, quanto 'l potrà menar mia scola.

2 Guardare, osservare attentamente e/o con insistenza; puntare lo sguardo, mirare.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. c. 18.123, vol. 1, pag. 310: Quei mi sgridò: «Perché se' tu sì gordo / di riguardar più me che li altri brutti?». / E io a lui: «Perché, se ben ricordo, / già t'ho veduto coi capelli asciutti, / e se' Alessio Interminei da Lucca: / però t'adocchio più che li altri tutti».

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. c. 4.109, vol. 2, pag. 65: E un di lor, che mi sembiava lasso, / sedeva e abbracciava le ginocchia, / tenendo 'l viso giù tra esse basso. / «O dolce segnor mio», diss'io, «adocchia / colui che mostra sé più negligente / che se pigrizia fosse sua serocchia».

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Par. c. 25.118, vol. 3, pag. 422: Qual è colui ch'adocchia e s'argomenta / di vedere eclissar lo sole un poco, / che, per veder, non vedente diventa; / tal mi fec'ïo a quell'ultimo foco / mentre che detto fu: «Perché t'abbagli / per veder cosa che qui non ha loco?

[4] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 1553, pag. 393, col. 2: Li carnifici guardan[n]o / la gente che illi stando, / multe genti vedeano / che per toa amor plangeano; / dixero alla benedecta: / 'Vostra oratione facciate, / per mi no llo lassate.' / La vergene ingenocchia<va>, / in ve[r] lu celo adocchia; / le mani ad celu stese / et a dicere prese; / 'O spene, o salute, / o suma gran vert[ut]e / de cunqu' a vui à spene, / che en tua fede crede bene...

[5] Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.), 11.12, pag. 673: Ma io farò una fica e dirò: - Castra! / Famme 'l peggio, che puoi; tènla tra gli occhie: / tu se' colui, che ogne vizio ammastra; / tu se' colui, che cieco altrui adocchie; / tu se' colui, che tutta gente scastra; / tu se' colui, pro quo perduntur astra.

[6] Fazio degli Uberti, Rime varie, a. 1367 (tosc.), 8 [accidia].2, pag. 51: Ed io accidia son, tanto da nulla, / che grama son di qualunque m'adocchia. / Per gran tristizia abraccio le ginocchia / e 'l mento su per esse se trastulla. / Cotal me son, qual m'era ne la culla; / non ho piú pie' né piú mane né occhia; / gracido e muso come una ranocchia...

[7] Cicerchia, Risurrez., XIV sm. (sen.), cant. 1, ott. 40.8, pag. 393: Co' la suo tribu diposer lor carchi, / di fuor uscir, ciascun isnello e destro / più che saette di sorïan archi. / Ciascuno a' piè del Signor s'inginocchia; / Galàd del Signor la faccia adocchia.

[8] A. Pucci, Nuovo lamento, 1342 (fior.), 38, pag. 8: E l'un ver l'altro con pietade adocchia, / E ciascun duolsi che nons'inginocchia / Al Volto Santo. / E spesse volte lagriman da canto, / E in silenzio fan dirotto pianto...

2.1 Guardare con desiderio, interesse; mettere gli occhi su qno (o qsa).

[1] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), 178.5, pag. 905: E' non è legno di sì forti nocchi, / né ancor dura tanto alcuna petra, / ch'esta crudel, che mia morte perpetra, / non vi mettesse Amor co' suoi begli occhi. / Or dunque s'ella incontra om che l'adocchi, / ben li dé il cor passar, poi non s'arretra; / onde 'l conven morir, ché mai no impetra / mercé che 'l suo desir sol s'impannocchi. / Deh, perché tanta vertù data fue / a li occhi d'una donna così acerba...

[2] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), Son. 277.11, pag. 182: Per non usare era di polver lordo / lo core mio e di ruçine sporcho, / quando Amor gli scridò: «S'eo non torcho / la tua dureçça, ben mi terrò gordo». / E piglandolo quasi tutto stordo, / taglòlo per longo dicendo: «Eo corcho / tego custey e nel meço la inforcho, / sì che ver' me plu non ti mostri sordo. / Se ço te desplaçe, reprendi gl'ogli, / che volser pur mirar le belle ganbe, / unde lor fructo ormay tu l'adogli». / Alora quel cluse le porte entranbe / e risposi: «Segnor, eo te regracio, / poy che di star cum ley per ti mi sacio».

[3] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 225, pag. 585.14: e Agnolo se n'andò in Casentino, avendo fatto appieno ciò ch'egli avea pensato. Nuove condizioni e nuovi avvisi hanno li piacevoli uomeni, e spezialmente i buffoni. Costui aocchiò in tutta quella brigata il più nuovo uomo che vi fosse, e chiese di grazia di dormire con lui, per fare questa novità, la quale diede gran piacere a tutti....

2.2 Estens. Trans. Porre l'attenzione su, fare attenzione a.

[1] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), Canz. 10.160, pag. 110: Per me, ongni vertù spenta par luce! / Cernito il vero i' n'ò, fòr volontate; / a potersen'e' far maravilgl'i aochi! / Da poi che, quanto veg[g]io co' miei ochi, / contra mia volontate, là ov'e' sta.

[2] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 14, 35.4, pag. 184: Vedendo quel remito ched e' giace / dinanzi a lui, in terra s'inginocchia / e disse: - Signor mio, Dio ti dia pace! - / La man baciolli e poi gli disse: - Adocchia / ciò ch'io dirotti, sed e' non ti spiace, / perché t'hai fatta ogni virtù sorocchia...

[u.r. 27.11.2017]