ADORNO (1) agg.

0.1 addorna, addorne, addorni, addorno, adorn', adorna, adorne, adorni, adorno, adorny,adurni, adurno, 'dorna.

0.2 V. adornare.

0.3 Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.): 2.1.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Galletto, XIII sm. (pis.); Laude di Cortona (ed. Contini), XIII sm.; Folgóre, Semana, c. 1309 (sang.); Cenne de la Chitarra, XIII ex.-a. 1336 (aret.); Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.); Doc. pist., 1352-71.

In testi sett.: Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Poes. an. ver., XIII sm.; Memoriali bologn., 1279-1300, (1287); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.); Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Anonimo Rom., Cronica, XIV.

In testi sic.: Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.).

0.7 1 Abbellito con elementi ornamentali. 1.1 Stare adorno: vestirsi elegantemente, con sfarzo. 1.2 [Con valore avv.:] elegantemente. 1.3 [Con specificazione dell'ogg., esprime abbondanza, anche fig.:] dotato; carico. 1.4 [Detto di un discorso:] ricco di ornamenti retorici; elegante, forbito. 1.5 Fig. Che gode (di un qualche onore, specif. di una vittoria) o è meritevole (di una det. ricompensa). 1.6 Fig. Farsi adorno di: ostentare (una qualche virtù). 2 [Nel linguaggio poetico:] di belle sembianze, ben costumato. 2.1 Fig. Dotato di ogni virtù; perfetto. 2.2 [Con valore enfatico o rafforzativo di bello].

0.8 Massimiliano Chiamenti; Rossella Mosti 26.07.2005.

1 Abbellito con elementi ornamentali.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura nigra, 739, pag. 126: O ho lassao la vesta sí precïosa e bella, / Dond eo sí m'adornava a moho d'una polzella, / E 'l leg adorno e alto e 'l frix dra flor novella?

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 18.3, pag. 63: Cecato t'ha questo monno coi delette e col soiorno / e col vestemento adorno e con essere laudato.

[3] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 14, cap. 3, par. 3, pag. 265.14: Lo tuo vestimento non sia molto adorno né sozzo, e nulla stranezza vi si possa trovare.

[4] Folgóre, Semana, c. 1309 (sang.), 22.5, pag. 381: en un palazzo dipinto e adorno / ragionare con quella che più ama; / qualunche cosa che desia e brama, / vegna in presente senza far distorno.

[5] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. I, cap. 15, pag. 91.10: E in questa parte dentro erano molti letti, i quali erano tropo bene adorni e coperti d'ogne parte di paili di seta e di porpore ornati.

[6] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 191.26: E deo a ciascheuno una bella robba forrata de varo, adorna, uno confallone tutto de spiche de aoro.

- [Rif. ad un'opera artigianale:] decorata a intarsio.

[7] Doc. pist., 1352-71, Ricordo orafo Pero, vol. 1, pag. 118.13: A maestro Ugolino orafo da Siena per questione che fue tra i ditto Pero e li operari però che lla taula non era bella né adorna come promesso avea...

1.1 Stare adorno: vestirsi elegantemente, con sfarzo.

[1] Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311, 16.164, pag. 757: se tu ài dinar intorno, / pensa pû de star adorno. / Ché se lombardo o atra gente / ge vennem per qualche accidente, / la vista de le belle joie / gi fa tornà le borse croye...

1.2 [Con valore avv.:] elegantemente.

[1] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 11.6, pag. 7: Levasi a lo matin la donna mia / ch'è vie più chiara che l'alba del giorno, / e vestesi di seta catu[r]ia / la qual fu lavorata in gran soggiorno / a la nobel[e] guisa di Suria, / che donne lavorarlo molto adorno.

1.3 [Con specificazione dell'ogg., esprime abbondanza, anche fig.:] dotato; carico.

[1] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 15, 97-111, pag. 348, col. 1.17: Montemalo si è nel contà de Roma, ed è lo primo logo dove se vede la città, lo quale 'Montemalo', al tempo ch'i Romani triunfavano, era molto bello logo e adorno de mure e de torri...

[2] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 3, cap. 11, pag. 256.27: amore mai ne' primi conoscimenti degli amanti non sofferse tanta disonestà, quanta voi verso me, con cui mai voi non parlaste, avete dimostrata: anzi fa gli animi temorosi e adorni di casta vergogna, infino che la lunga consuetudine fa gli animi essere eguali conoscere.

[3] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 12, pag. 401.24: E essi capitani in mezzo de le migliaia de' cavalieri si movono adorni d'oro e di porpora, e la schiatta d'Assaraco Mnesteo, e forte Asilas, e Mesapo domatore de' cavalli, schiatta di Nettuno.

[4] Fazio degli Uberti, Rime pol., c. 1335-p. 1355 (tosc.), [p. 1343] 3.37, pag. 28: L'Apocalisse afferma, in ciò che dice, / che una bestia sarà con dieci corna / e sì di teste adorna, / che sette al busto suo ne vedra' pendere...

1.4 [Detto di un discorso:] ricco di ornamenti retorici; elegante, forbito.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 14.5: Che è eloquenzia.- Eloquenzia è sapere dire addorne parole guernite di buone sentenzie. Tullio.

[2] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 11, cap. 1, par. 6, pag. 205.22: Parlare comunemente ci è dato; ma solo lo parlare ragionevole e adorno mostra disagguaglianza da' non saputi.

[3] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 266, pag. 378, col. 1: Et fece sou sermone, / lu quale mai no fone / nè più bello nè più adurno / como fece in quillo giurno. / Nello sou dire tenea / la manera ch'avea / Virgilio nel parlare, / cha ben lo sapia fare, / cha Deo era con ella / in lengua et in favella.

[4] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 25, pag. 123.10: Tulio e Virgilio con gli altri poeti chi han lengue fiorie tagliente pù cha spae de novo amolae e lo parlar polio con lo dir adorno anderan in perdiciò a boto e a frasso e seran dampnai da questi sancti barbari...

[5] Giovanni Villani (ed. Moutier) a. 1348 (fior.), L. 9, cap. 136, vol. 4, pag. 130.19: Altresì fece uno libretto che l'intitola de vulgari eloquentia, ove promette fare quattro libri, ma non se ne truova se non due, forse per l'affrettato suo fine, ove con forte e adorno latino e belle ragioni ripruova tutti i vulgari d'Italia.

- [Con valore avv.].

[6] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 11 cap. 10, par. 7, pag. 237.18: Agustino, quarto de doctrina christiana. Dove io intendo i santi scrittori pare a me che non solamente niuno altro parli più savio, ma eziandio che niuno altro parli più adorno...

1.5 Fig. Che gode (di un qualche onore, specif. di una vittoria) o è meritevole (di una det. ricompensa).

[1] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 3721, pag. 147: «Traien inperador, / Onta te cresie e gran dollor / De Plaçidas, che xe retorna / Con tuta l'oste sua adorna. / Morti e sconfiti ello à perssiany / E sottomessi ally romany, / De che ello à 'budo tanta gloria / E tal honor e tal vitoria, / Ch'ello no è romaxo algun, / Baron ni chavallier nisiun, / Ne homo che sia de tal stado, / Che tuti non lly ebia çurado / Fedeltà de luy mantegnir / Encontra tuti e guarentir.

[2] Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), par. 21, pag. 13.11: imperciò che tu, vincitore, meritasti colla tua prodeza che la tua vecchieza fosse coronata di doppio alloro di sconficta gente, imperciò che due volte tornasti coronato a Roma, acciò che Roma fosse più lucente e più adorna di victorie numidie (gl. a) e germane (gl. b).

[3] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 5, cap. 44, pag. 603.25: E vedrai la sepoltura del magnifico Cesare, tuo antico avolo, posta sopra aguto marmo di Persia; e vedrai la colonna Adriana e l'arco adorno delle vittorie d'Ottaviano.

[4] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. I, 109.14, pag. 131: Dunque perché con operar valore / non c'ingegniamo di stender la fama / e con quella far lunghi e brevi giorni? / Questa ne dà, questa ne serva onore, / questa ne lieva degli anni la squama, / questa ne fa di lunga vita adorni.

1.6 Fig. Farsi adorno di: ostentare (una qualche virtù).

[1] Dante, Rime, a. 1321, D. 80.20, pag. 280: Similemente divien tutto giorno / d'uom che si fa adorno / di fama o di vertù ch'altrui dischiuda, / che spesse volte suda / de l'altrui caldo tal che poi agghiaccia.

2 [Nel linguaggio poetico:] di belle sembianze, ben costumato. || Spesso rif. alla donna o a parte del suo corpo, spec. al viso.

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 28.4, pag. 321: [L]o viso mi fa andare alegramente, / lo bello viso mi fa rinegare; / lo viso me conforta ispesament[e], / l'adorno viso che mi fa penare.

[2] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 57, pag. 177: apresso tutta fiata / avete acompagnata / l'adorna costumanza, / che 'n voi fa per usanza / sì ricco portamento / e sì bel reggimento / ch' avanzate a ragione / e Senica e Catone...

[3] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura aurea, 238, pag. 159: Illó no manca al iusto aver ni segnoria, / Donzei adorni e presti e zoie e zuiaria...

[4] Galletto, XIII sm. (pis.), 2.10, pag. 286: Or son caduto, ohi lasso!, / loc'o' non ebbi parte, / trapassat'è pió d'anno, / com'ho ad esser servo / de voi, donna, cui servo / de bon cor, ciò m'è viso: / sì siete adorna e gente, / faite stordir la gente, / quando vo mira 'n viso.

[5] Lotto di ser Dato (ed. Contini), XIII sm. (pis.), 23, pag. 316: no è donna né om sì fermo assiso / a ovrar, che deviso / no 'nd'aggia sua 'ntension per riguardare, / u' sente ch'ell'appare, / tanto i simiglia nobel creatura; / tutt'altra sua fattura, / di che parlarsi pote onestamente, / è sì adorna e gente, / non vi si porea apponer mancagione.

[6] Memoriali bologn., 1279-1300, (1286) 8.4, pag. 19: «D'un'amorosa voglia / d'amar incomenzai, / donna, quando sguardai / lo vostro viso placent' e adorno.

[7] Legg. S. Margherita, XIII ex. (piac.>ver.), 110, pag. 6: E guardà quel, vit sta pulçela / Così adorna e così bela, / Che en le' era ogne conpliment / E fóge caçuta a talent.

[8] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 394, pag. 379, col. 2: pariali tanto bella / la gentile damiscella! / Per la gratia de Deu / lucea lu viso seo; / como sole in jurno / lucea el sou viso adurno.

[9] Cenne de la Chitarra, XIII ex.-a. 1336 (aret.), 2.13, pag. 423: con una vecchia nera, vizza e ranca, / catun gittando [de] la neve a torno; / apresso voi seder in una banca, / e resmirando quel so viso adorno; / così reposi la brigata manca.

[10] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 102, pag. 9: Anchor fo el mio fiol apresentato / a cha de Cayfas, et in fin al zorno / amaramente lì fo flazelato. / Altri sputava su quel viso adorno, / altri la dolze faza perchotea, / e chomo chani li stava d'entorno.

[11] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 34.1, pag. 579: Così come nel cor ligiadro, adorno, / pien d'alegrezza già se stava Amore, / tenendo sempre en la man destra el fiore, / nel qual bellezza cressea ciascun giorno / [[...]] / così lui vegio mo' ne l'esser dévele / poggiato starse e sol par che umeltate / mòva da quel col suo atto piacévele...

[12] Dom. da Monticchiello, Rime, 1358 (sen.), 3.483, pag. 66: Ancor vidi Ianson ch'e frutti colse / de l'orto d'Issiphele, e menar scorno, / e vedea lei che dell'Amor si dolse. / E Ianson non curar di far ritorno, / ma di novello amor già fatto altero, / com'è già detto, per Medea adorno.

2.1 Fig. Dotato di ogni virtù; perfetto.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 603, pag. 548: no trovarà, si credeli, hom sì savio n' adorno / ke ela no lo sofeg[h]e com fai la cana 'l forno.

[2] Piero Asino, a. 1267 (fior.), 7, pag. 475: c'Amor di membro i[n] membro infin al core / di suo valor - lo stringe nott' e dia; / adorno il face, sag[g]io e folle alore, / e prode e servidor - per cortesia.

[3] Poes. an. ver., XIII sm., 97, pag. 18: Cristo per vui, vergene adorna / Cristo de vui reçevé carno monda, / dondo bià quel omo c'a vui se trona, / c'al vostro prego, umel colomba, / c'a Deo s'enchina.

[4] Legg. S. Caterina, XIV in. (tosc.), str. 49.5, pag. 503: La reina e 'l cavaliere sì torna, / poi che ebbono lo battesimo preso, / co' cavalieri suoi sì soggiorna, / e disse a lloro: «Ciaschuno sia inteso, / andate a Caterina ch'è sì adorna / e prendete la bene che i' lei è ispeso».

[5] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 86.17, pag. 416: Tanto era so stao adorno, / che tute le done dentorno / voluntera la visitavan, / e spesso or la cortiavam, / forte de gente e de terra / por poer far paxe e guerra.

[6] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 26, par. 3.12, vol. 2, pag. 116: Cunchippi figlu senza virgogna, / purtai stu figlu senza omni dogla; / pulchella necta, fui matri et donna, / di tucti beni cumplita et adorna.

2.2 [Con valore enfatico o rafforzativo di bello].

[1] Laude di Cortona (ed. Contini), XIII sm., 2.69, pag. 17: Da oggi al terzo giorno / tu farai in ciel soggiorno: / sempre ne starà più adorno / per te, rosa freschissima.

[2] Boccaccio, Caccia di Diana, c. 1334, c. 1.1, pag. 15: Nel tempo adorno che l'erbette nove / rivestono ogni prato e l'aere chiaro / ride per la dolcezza che 'l ciel move, / sol pensando mi stava che riparo / potessi fare ai colpi che forando / mi gian d'amor il cuor con duolo amaro...

[3] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 996, pag. 229: Lo re stava ad Barletta, nelli pagisci adurni; / Lui con la regina stava in granni sogiurni.

[4] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 3, terz. 95, vol. 1, pag. 37: Correva, quando fu di morte preda, / mille cenventicinque, l'anno adorno, / che Iddio a noi, e a lui pace conceda.

[5] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 1.91, pag. 6: Ma perché abuto n'ài credençe fisse / ne le parole che per me se trasse, / tu non parlera' mai defin al giorno / che tutte quante esse certe fasse, / le qual se ademplirà nel tempo adorno".

2.2.1 [In partic., detto della voce:] forte, intensa.

[1] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 31.220, pag. 215: Ditte queste parole, con adorno / cridar Iexù clamoe: "Laçar, vien fora", / unde tantosto in vita feo ritorno / colue che quatro dì morto dimora...

2.2.2 Opera e lavoro adorno: 'buone azioni'.

[1] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 84.6, pag. 407: Chi va in logo sì loitam / che zà mai no àm retorno, / ché no pensa noite e jorno / de portage vin e pan? / Zo è far, fin ch'el'è san, / overa e lavor adorno, / chi semper gi stea intorno / en queli dì chi fin no àn.

[u.r. 17.05.2023; doc. parzialm. aggiorn.]