ADOSA s.f.

0.1 adosa.

0.2 Etimo incerto: fr. ant. *adoise, deverb. da adeser 'toccare, giungere a toccare', o (meno prob.) connesso al lat. adhaerere (cfr. Castellani, Note, pp. 79-80, n. 11).

0.3 Anonimo Rom., Cronica, XIV: 1.

0.4 Att. solo in Anonimo Rom., Cronica, XIV.

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Scontro, mischia.

0.8 Rossella Mosti 21.01.2001.

1 Scontro, mischia.

[1] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 14, pag. 124.17: Puoi [[lo re de Boemia]] demannao que tiempo fussi. Folli respuosto e ditto che sopra li Englesi stava l'airo pulito como zaffino, sopra Franceschi stava lo tiempo atto a piovia. Allora disse: «La vattaglia non fao per noi, fao per essi». Puoi mannao la ambasciata allo re Filippo in Parisci. L'ambasciatori dissero così: «Re Filippo, quanno piaccia alla aitezza vostra, la adosa non sia; ché senza danno non è, utilitate nulla. Meglio veo che staiamo fermi alli passi.

[2] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 14, pag. 126.7: Cinque milia Genovesi fuoro occisi ad una ora. Ora se avegìo le frontiere, le ponte delle vattaglie Ianni re de Maiorica a Adoardo duca de Gales. Nella adosa fu sì granne lo strillare, sì granne lo romore e llo scuoppio delle aste, che parze che doi montagne se urtassino insiemmora.

[u.r. 27.11.2017]