ADUGGIARE v.

0.1 adugge, aduggia, aduggiato, adugia, augge, auggiata.

0.2 Da uggia 1.

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321.

0.7 1 Nuocere coprendo d'ombra (detto delle piante e degli alberi che opprimono con la loro ombra le piante sottostanti). 1.1 Estens. Fare ombra (senza implicazioni negative).

0.8 Massimiliano Chiamenti 05.09.1998.

1 Nuocere coprendo d'ombra (detto delle piante e degli alberi che opprimono con la loro ombra le piante sottostanti).

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. c. 20.44, vol. 2, pag. 335: Io fui radice de la mala pianta / che la terra cristiana tutta aduggia, / sì che buon frutto rado se ne schianta.

[2] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 20, 43-60, pag. 401, col. 2.3: Questo che parla fo Ugo Çapetta, lo qual conta che fo radise de quella mala pianta lo quale adugia tutta la terra cristiana, çoè de qui' ch'ancoi oggi se fan chiamare della Ca' de França ... Sí che bon: sí che rade volte se trova in loro persona vertuosa né liale.

[3] Fazio degli Uberti, Rime pol., c.1335-p.1355 (tosc.), 6.62, pag. 35: Dico che nel mio prato / di nove piante son nati germogli, / c'hanno aduggiato i gigli e la buon'erba / e creata superba, / invidia, avarizia e molti orgogli, / lussuria con micidi, / usura, mal tolletto e arroganza / e di tanta fallanza / non ci è niuno ch'al ciel merzé ne gridi.

[4] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 264.74, pag. 331: ond'io, perché pavento / adunar sempre quel ch'un'ora sgombre, / vorre' 'l ver abbracciar, lassando l'ombre. / Ma quell'altro voler di ch'i' son pieno, / quanti press'a lui nascon par ch'adugge; / e parte il tempo fugge / che, scrivendo d'altrui, di me non calme; / e 'l lume de' begli occhi che mi strugge.

1.1 Estens. Fare ombra (senza implicazioni negative).

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. c. 15.2, vol. 1, pag. 241: Ora cen porta l'un de' duri margini; / e 'l fummo del ruscel di sopra aduggia, / sì che dal foco salva l'acqua e li argini.

[u.r. 02.08.2005]