ADULTERARE v.

0.1 adoltrar, adulterado, adulterando, adulterano, adulterarai, adulterare, adulterarono, adulterata, adulterate, adulterato, adulteri, adulterò, avoltera, avolterado, avólterano, avolterare, avolterasse, avolterata, avolterate, avolterato, avolterava, avolterebbe, avoltererai, avolterò, avoltrare, avolturare, avultrari, volterata.

0.2 Lat. adulterare (LEI s.v. adulterare). || «Una base lat. volg. *ABULTERARE, per il classico ADULTERARE, [...] sarebbe all'origine delle varie forme ereditarie del verbo, diffuse nell'ambito galloromanzo e in Italia [...], le quali mostrano costantemente v in luogo di d» (LEI 1, 859.14-9).

0.3 Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.): 1.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Dante, Commedia, a. 1321; <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>.

In testi sett.: Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Destr. de Troya (ms. Parigi), XIV (napol.); Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 [In gen.:] compiere atti sessuali che trasgrediscano vincoli di castità variamente imposti (specif. al patto matrimoniale); anche fig. o in contesto fig. 1.1 Trans. Indurre o costringere all'atto sessuale illecito, prostituire (anche fig.). 1.2 Trans. Stuprare, profanare (commettendo atti sessuali illeciti); anche fig. o in contesto fig. 1.3 Tenere un comportamento illegittimo, comportarsi da figlio illegittimo? 2 Alterare l'autentica natura di qsa volgendola al peggio, snaturare; contaminare e corrompere con atto sacrilego. 2.1 Rendere deforme.

0.8 Roberta Cella 05.12.2001.

1 [In gen.:] compiere atti sessuali che trasgrediscano vincoli di castità variamente imposti (specif. al patto matrimoniale); anche fig. o in contesto fig.

[1] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), 132, pag. 423: El septimo comandamento: non avolturare.

[2] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 39, pag. 131.9: Ma [[volontà]] vietativa è quando egli vieta, che non faccia alcuna cosa coma quande [sic] dicie: nonn- adulterare e non fornicare, non furare e non disiderare le cose del vicin tuo.

[3] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Laudes de Virgine Maria, 296, pag. 222: Maria è tuta dadha a mal dí e a mal far. / Li peregrin ke zevano per la crox adorar, / K'eran conseg in nave, tug i á fag seg peccar, / Con soe loseng li volze, tug i á fag adoltrar.

[4] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 30.84, pag. 79: e legger stimo arar più ch'embolare, / astenere in mangiare / più che sovente el ventre molto empiere, / e castità tenere / più ch'avoltrare, e ovrar che star nel banco.

[5] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 41.23, pag. 145: A ciò ch'ella sapesse como sé essercire, / de le quattro vertute sì la volse vestire: / per lo suo gran fallire con tutte ha adulterato».

[6] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 19, pag. 354.18: VI, non avoltererai; VIJ, non imbolerai; VIIJ, non dirai falsa testimonanza; VIIIJ, non desiderrai la moglie del prossimo tuo...

[7] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. II [Dubbie], 38.69, pag. 209: Per tuo voler fu cacciato Saturno, / Loferno ucciso per le man di Iuditte, / per te 'l signor Davitte / tradì, adulterò, fé omicidio...

[8] Destr. de Troya (ms. Parigi), XIV (napol.), L. 32., pag. 275.13: Alcuni dicono che Egisto se avolterava con Clitemestra mentre che lo re Agamenone stette a lo assieyo de Troya...

[9] Gl Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 140.23: Nella secunda tabula stavano scripte l'altre septe commandamenta, cioè: Honora el patre tuo e lla matre tua, ad ziò che vivi longamente sopre terra. Non occidere. Non commettere peccato carnale, cioè non adulterare.

[10] Bibbia (06), XIV-XV (tosc.), Sap 14, vol. 6, pag. 136.15: [24] e' non guardano già la vita e le pure nozze; ma l'uno uccide l'altro per invidia, o adulterando contristano.

1.1 Trans. Indurre o costringere all'atto sessuale illecito, prostituire (anche fig.).

[1] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 58, pag. 79.18: Or avenne che al tempo di Mogu Kane, segnore de' Tartari, sappiendo che tutti gli uomini di questa provincia faceano avolterare loro femine a' forestieri, incontanente comandò che niuno dovesse albergare niuno forestiere e che no dovessoro avolterare loro femine.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 19.4, vol. 1, pag. 313: O Simon mago, o miseri seguaci / che le cose di Dio, che di bontate / deon essere spose, e voi rapaci / per oro e per argento avolterate, / or convien che per voi suoni la tromba, / però che ne la terza bolgia state.

[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 9, cap. 1, vol. 2, pag. 195.22: 9. Altressì ben vituperusu fu quillu convitu lu qual fici Gemellu, [[...]]; ca issu, urdina[n]du in sua casa burdelaria, ficinci avultrari Mumia et Flavia, levati per forza l'una da lu patri et l'altra da lu maritu, et unu nobili citellu Saturninu.

[4] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 296, pag. 738.24: Costui [[Pilade]] fu il magiore amico del mondo d'Oreste, il quale Oreste fu marito d'Ermonia e nientemeno l'amore dell'amistà rimase da l'uno lato e congiunsesi Ermonia con Pilade, sì come Pallas e Febo; onde nota che Tulio, infra le fedeli amistà, che furono cinque, secondo ch'egli ne· libro de l'Amistade narra, annovera quella d'Oreste e di Pilades essere una e quella di Peritoho e di Teseo l'aultra. Ma Ovidio avolterebbe il cielo e avoltera.

1.2 Trans. Stuprare, profanare (commettendo atti sessuali illeciti); anche fig. o in contesto fig.

[1] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Ermione, pag. 77.6: tu giovane uccidesti la tua madre Clitennestra ed il sacerdote Egisto, i quali insieme adulterarono il glorioso letto del tuo padre...

[2] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 32, 109-123, pag. 705, col. 1.19: Per la putana intende lo sommo pastore, çoè lo Papa, lo qual de' regere la Chesia; per lo gigante intende qui' della França, li quai hanno stuprado e avolterado la Chesia de Deo putaneçando cum li Papi...

[3] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 7, pag. 109.23: E dice superbio st[r]upo, a ddenotare che come strupo è inlicito disfioramento di vergini; così costui quan[t]o fu in lui, vuolle rapire, e disverginare il vergine regno di Dio; mancòe solamente la possa al volere. Costui prima vuole corrompere, violare la virginità di Dio, per la qual cosa è tenuto a tutto il danno, che poi per quello è.: e come colui che disfiora la virgine, le toglie quello bene che mai non può raquistare; così costui fece inreparabile male, e da non potere compensare: e come il boto de la verginitade non riceve dispensazione, [nè] ricompensazione, però che non riceve riconciliazione; così questi, che volle avolterare il regno di Dio, non puote avere dispensazione, nè ricompensazione.

[4] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 6, cap. 1, pag. 410.9: la moglie di Orgiagonte Regolo, femina di maravigliosa bellezza, fu constretta di lasciarsi adulterare dal centurione, alla cui guardia era data.

[5] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 6, pag. 52.19: dice s. Paolo: Deh non siamo noi come alcuni, che adulterano la parola di Dio. La divina sapienza è detta dalla Scrittura, Sposa dell'anima; e però come nel matrimonio carnale si commette adulterio, quando l'uomo non intende principalmente al frutto, ma al diletto sconcio, e perde il seme disonestamente; così quelli è adultero, e non sposo della parola di Dio, il quale sparge il seme della predicazione, non principalmente perchè n'esca frutto spirituale, ma per essere lodato, e per avervi suo diletto, o suo guadagno.

1.3 Tenere un comportamento illegittimo, comportarsi da figlio illegittimo?

[1] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 19, pag. 312.8: Qui dice che 'l simoniaco, procurando la eclesia de Dio, la qual è soa sposa, notrica li bastardi e li figli soi nati de adulterio e non lassare la [...] e malmenare. E questo testo intendono cossì alcuni. Ma io intendo per quello modo e cossì: che questo avolterare se intenda che lo prelato contaminato dal dicto vitio procura la sposa de Dio, idest la eclesia, la quale debbe esser tenuta como a matre, in virtù e sapientia, scientia e onestà; e questo è legiptimo figlio. E però D. lo chiama adultero, idest a dir non legiptimo. || Ma l'intero passo è corrotto, cfr. Pisoni-Bellomo.

2 Alterare l'autentica natura di qsa volgendola al peggio, snaturare; contaminare e corrompere con atto sacrilego.

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), [Svet.] L. 7, cap. 54, pag. 286.15: Quando Publio Claudio ebbe contrattato con Pompeio sua femina, sì come aviamo detto in qua drieto, et elli andò in abito di femina a lei; Parmites che faceva lo sacrifizio, l'accusò, e lo senato dimandò a Cesare se sapesse niente che Publio avesse el sacrifizio adulterato. || Cfr. Fet des Romains, pag. 732: «et il fu alez a li en habit de fame parmi cels qui fesoient le<s> sacrifices, et li senaz demanda a Cesar se il savoit rien que Publius eüst les sacrifices violez en ceste maniere».

[2] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 9, 127-142, pag. 225, col. 2.23: qui conclude Folco, e dixe che li loghi de Roma ch'èno stadi ab antico cimiterio de qui' pasturi, che hanno seguida la vestigia che seguí san Piero, çoè de Cristo, seranno liberi tosto da questo adulterio. Quasi a dire: 'Deo [metterà] compenso a tai pasturi e redduralli al primo stato, sí che non serà tale offitio adulterado, maculado, né tinto da tanto obbrobrioso defetto'...

[3] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 29, pag. 504.11: 109. Io fui d'Arezzo ec. Tra gli altri della presente qualità questo Aretino, il quale fu Girolamo, e il compagno che fu Fiorentino, nome Capocchio, essemplifica l'Autore tra gli archimista, sì che maestri esperti in questa arte, e li quali conseguirono il vero fine d'essa, cioè il fuoco in che elli furono arsi, l'Aretino in Firenze, e il Fiorentino in Siena; a dare ad intendere, che per l'avolterare che fa quest'arte, nullo quasi l'ardisse a fare nella propria patria, massimamente in palese.

[4] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 19, pag. 444.28: 136. E parranno ec. 137. Del Barba e del Fratel ec. Dove dice, che re Iacopo di Maiolica, fratello che fu del re Piero, e il re Iame di Raona, fratello di don Federigo, hanno adontata ed adulterata la casa di Raona, e le corone di quelli due regni.

[5] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 60, Vergine d'Antiochia, vol. 2, pag. 534.13: Menata è la pulcella di Dio al mal luogo, ma aprite l'orecchie, vergini di Dio! La vergine può essere abbattuta in terra, ma non volterata.

[6] Bibbia (10), XIV-XV (tosc.), 2 Cor 4, vol. 10, pag. 161.10: [2] Ma rimoviamo le cose della vergogna, e non andiamo con inganno adulterando la parola di Dio, ma andiamo con manifestamento di verità, commendando noi medesimi a ogni coscienza degli uomini inanzi da Dio.

2.1 Rendere deforme.

[1] Jacopo Alighieri, Inf. (ed. Bellomo), 1321-22 (fior.), 25, pag. 183.3: Sí come nelle chiose del duodecimo passato canto si conta, ciascuno avolterato dalla natura in apetito e abito, bestial e violente in altrui, principalmente sopra gli altri centauro si chiama.

[u.r. 30.04.2010]