ADÙLTERO s.m./agg.

0.1 adoltero, adòltero, adoltri, adoltro, adultera, adultere, adulteri, adùlteri, adúlteri, adultero, adùltero, adúltero, adulteru, adultri, adultro, avoltera, avolteria, avoltero, avòltero, avòltori, avoltro.

0.2 Lat. adulter, adulterum (LEI s.v. adulter).

0.3 Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.): 1.

0.4 In testi tosc.: Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.); Lucidario lucch., XIII/XIV; Simintendi, a. 1333 (prat.).

In testi sett.: Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.); Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.).

0.5 Si riuniscono in una sola voce i tipi adul- e avol-.

0.7 1 Chi commette o ha commesso adulterio (anche agg.). 1.1 Estens. Traditore (in senso lato). 1.2 Agg. 1.3 Agg. [Detto di amore:] adulterino. 2 Sost. Figlio nato da adulterio, bastardo. 2.1 [Usato come appellativo].

0.8 Massimiliano Chiamenti 11.09.1998.

1 Chi commette o ha commesso adulterio.

[1] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 22 (83), pag. 246.7: leccatore, biscaçero, tav(er)nero, çogatore, baratero, adultero, fo(r)nicatore, homicida, p(er)iuro, fallace, traditore.

[2] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 311, pag. 38: Molto desplaxe a Deo, ço dix lo saviom; / Fornicatori et adulteri dè Deo çudigare.

[3] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De die iudicii, 179, pag. 202: entr'infernal blastema, / L'un ivrïard l'oltro, l'adoltro con la femna, / co Azò k'i fian punidhi d'una medhesma.

[4] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 38, pag. 37.3: e è ladro e adultero e micidiale, e con lui non può neuno conversare.

[5] Gl Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc.), L. V, pt. 10, pag. 170.5: Adultero è quando peccha soluto cholla maritata, overo amogliato con suluta, e questo è più grave che lla semplicie fornichatione perché qui è frangimento di fede spirituale e coniungale.

[6] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. 178.2, pag. 236: Lussuria, tu di saggi' om matto fai, / adultro cherco, e vil serv'om signore.

[7] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), [Svet.] L. 7, cap. 46, pag. 268.6: ne rimprocciavano molte volte Pompeio, perchè elli aveva ricevuta per femina la figliuola di Cesare; colui, lo quale soleva appellare lussurioso et adultero...

[8] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 22, pag. 177.26: Unde disse ad questa femina che lo marito suo era adultero, et così dice ai peccatori, però ch'ei non ànno lo mondo in veritade, ma ànno lo mondo falso.

[9] Lucidario lucch., XIII/XIV, pag. 46.17: Quinto fue spiritale forocasione, che la sua anima che era congiunta [a] chi [a]ma, quando elli fece la volontà del diaule, si fece avoltero, e perciò per[se] l'amore del suo diricto sposo.

[10] Simintendi, a. 1333 (prat.), Suppl. L. 4, vol. 4, pag. 2.19: Poi che la moglie e l'adòltero vennero in uno letto...

[11] Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.), L. I, pag. 488.13: Quello to avoltero non sente algune richeçe. || Trad. «adulter».

1.1 Estens. Traditore (in senso lato).

[1] Dante, Convivio, 1304-7, I cap. 11, pag. 50.12: E tutti questi cotali sono li abominevoli cattivi d'Italia che hanno a vile questo prezioso volgare: lo quale, s'è vile in alcuna [cosa], non è se non in quanto ello suona nella bocca meretrice di questi adulteri; allo cui condutto vanno li ciechi.

1.2 Agg.

[7] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 34.66, pag. 95: bellore e gioventate, / e via piú s'ha marito avoltro e brutto; / e donna, ch'è vedova sola.

1.3 Agg. [Detto di amore:] adulterino.

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 27.53, pag. 66: ho de noia, / bella vita de croia, / d'avoltro amor tanto compiuta amanza, / e de tutta onta orranza.

2 Figlio nato da adulterio, bastardo.

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 3, pag. 50.21: Sensa disciprina siete, di cui partìcipi fatti sono figliuoli tutti; adoltri, non figliuoli siete».

[2] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 24.231, pag. 419.14: E dice, che fu mulo, cioè avòltero, sì come mulo ch'è nato di cavallo e d'asina.

[3] Arrighetto (ed. Battaglia), XIV (tosc.), L. IV, pag. 251.1: che è nato d'avolterio, sempre sarà avoltero.

2.1 [Usato come appellativo].

[1] Inchiesta San Gradale, XIV pm. (tosc.), cap. 22, pag. 136.6: Et Eivano l'Avoltero si fu armato et montò a cavallo, et disse che li voleva fare compagnia.

[u.r. 27.11.2017]