0.1 afabel, afabile, affabele, affabeli, affabile, affabili.
0.2 Lat. affabilis (LEI s.v. affabilis).
0.3 Dante, Convivio, 1304-7: 1.
0.4 In testi tosc.: Dante, Convivio, 1304-7; Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.); Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.); Teologia Mistica, 1356/67 (sen.).
In testi sett.: Paolino Minorita, 1313/15 (venez.); Doc. gen., 1352.
In testi mediani e merid.: Destr. de Troya, XIV (napol.).
In testi sic.: Poes. an. sic., 1354 (?); Simone da Lentini, 1358 (sirac.).
0.7 1 Disposto a ben parlare e ascoltare; che si comporta con cortesia e amorevolezza; (anche fig.). 2 Desideroso. 3 Capace di esprimere. 4 Afabel a: facile da.
0.8 Rossella Mosti 03.07.1998.
1 Disposto a ben parlare e ascoltare; che si comporta con cortesia e amorevolezza; (anche fig.).
[1] Gl Dante, Convivio, 1304-7, IV cap. 27, pag. 434.9: E dice [[lo testo]] che l'anima nobile nella senetta si è prudente, si è giusta, si è larga, e allegra di dir bene e prode d'altrui e d'udire quello, cioè che è affabile.
[2] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), Son. 408.10, pag. 247.24: però che l'intelletto sempre vede un habito che par tanto li çovi, ch'el se delletta en tutti segni novi et en caschuno imaçina merçede: unde l'ençegno suo continuo sede su fantasia che lieto effetto trovi. Questo lo fa oblïar melenconia, rendello affabele cum providença, largo e spendente, plen di cortesia...
[3] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), cap. 16, pag. 140.29: Non era Antonio, come suole addivenire a quelli che stanno solitarî per lo diserto, aspro e rigido né salvatico, ma tutto giocondo e affabile e grazioso, e discreto in parlare e in ogni sua opera...
[4] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 45, pag. 63.1: Ancora de çò se segue k'elli [[li nobeli]] sia plu graciosi e plu affabeli.
[5] Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.), pag. 520.4: Di quello Eson era nato un figliuolo, lo quale avea nome Iason, uomo forte e savio e giovane molto bello, largo, affabile, trattabile, pietoso e d'ogni costume ornato.
[6] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 1, vol. 2, pag. 140.6: conseguentemente ogni suddito richiede nel suo signore, e desidera la seconda condizione di sopra proposta, cioè umilità, sicchè la troppa autorità, e baldanza del signore non lo spaventi, e prema, ma sia umile, e affabile, e che lasci parlare, e non richiegga troppi onori, ma tratti li sudditi dolcemente come figliuoli, e fratelli.
[7] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 5, cap. 4, pag. 125.5: ma [[il confessoro]] dee essere sobrio, pudico, casto, modesto, mansueto, pietoso, benigno, affabile, liberale, paziente, fedele, segretiere, tacito...
[8] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 2, pag. 7.6: Rugeri, lu quali era lu minuri frati di li dudichi, era iuvini bellissimu et grandi di persuna, facundu in lingua et saviu et calidu in consiglu, providu in tutti cosi chi si havianu a ffari, iocundu et affabili...
[9] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 8, pag. 111.36: Palamides, lo figlyo de lo re Naulo, fo assay bello de persona, luongo et assupto, amoderatamente ardito a combattere, affabele, tractabele, cortese e liberale a fare duoni.
[1] Teologia Mistica, 1356/67 (sen.), cap. 3, part. 3, pag. 73, col. 2.41: Imperciocchè siccome dello spesso ben fare ne rimane uno abito nell'anima, così quando la mente arà diputato il tempo all'orazione, e spezialmente di notte [la notte] è illuminazione mia nelle ricchezze mie; rimane alcuna affabile compiacenza nell'anima acciò ch'ella compia il suo esercizio in quella ora, nella quale l'anima ha in usanza di drizzarsi a Dio. || Traduce il lat. «quaedam affectabilis complacentia in mente remanet».
[1] Poes. an. sic., 1354 (?), 188, pag. 30: Muru si' inexpunnabili et summu aitaturi, / killu ki a ti è clamabili tu dai difinsuri, / lu tou nomu laudabili non à comprehensuri, / nin lingua indi esti affabili, nin pinsarilu puri.
[1] Doc. gen., 1352, pag. 24.2: Item che per lo Segnor Rey secretamenti sea dayto in tractao a lo nostro sindico presente lo modo e la condicion de quele terre, chi seam pu afabel a deveir conquistar, e unde le galee poessem meio aver reducto e refrescamento, per pu segurtae de le dicte galee...
[u.r. 03.09.2019]