0.1 afanai, afanata, afanate, afanato, afannate, afannato, affanata, affanati, affanato, affandato, affannata, affannate, affannati, affannatissima, affannato, affannatu.
0.2 V. affannare.
0.3 Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.): 2.
0.4 In testi tosc.: Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.); Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.); Distr. Troia, XIII ex. (fior.); Simintendi, a. 1333 (prat.); Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.); Cavalca, Rime (ed. Simoneschi), a. 1342 (pis.).
In testi sett.: Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).
In testi mediani e merid.: Poes. an. umbr., XIII/XIV; Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Poes. an. perug., c. 1350; Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Anonimo Rom., Cronica, XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.).
In testi sic.: Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.).
0.7 1 Che ha una respirazione ansimante, stentata (per una corsa, una salita, uno sforzo fisico). 1.1 Estens. Affaticato, privo di forze, fiaccato fisicamente. 2 Fig. Gravato dall'angoscia, afflitto. 2.1 Sost.
0.8 Rossella Mosti 21.05.1999.
1 Che ha una respirazione ansimante, stentata (per una corsa, una salita, uno sforzo fisico).
[1] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 38.21, pag. 235: E úsage sorvesagenti / tuti afanai e sì freventi / che tuta la galea è soa; / corrando vam da popa a proa.
[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 11, pag. 20.12: Alcuni sono, che benchè sieno di grand'animo, sudano, e riscaldansi innanzi alla gente, siccome uomini affannati.
[3] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 33, pag. 170.7: e pareva a llui, [[il conte Ugolino]] che eglino avessero grande quantità di cagnie magre e ossute e volonterose, e cacciatori, le quali cagnie pareva, che cacciassero lupi e lupicini al monte, ciò è verso la città di Luccha, e in pocho corso, pareva a llui, che fussero stanche, e ancho li pareva che queste cagnie, così stanche e affannate tornassero a Pisa e che esse divorassero lui e' suoi figliuoli...
[4] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VIII. 3, pag. 519.21: Calandrino tutto sudato, rosso e affannato si fece alla finestra e pregogli che suso a lui dovessero andare.
[5] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 24, parr. 20-27, pag. 367.27: [43-45] D. dice che già esso era afanato per lo montare e chele lena li era munta, idest mancata, dal polmone, [sì] che esso s'afixe là ove gionse.
- Locuz. avv. Con lena affannata: ansimando faticosamente.
[6] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. c. 1.22, vol. 1, pag. 6: E come quei che con lena affannata, / uscito fuor del pelago a la riva, / si volge a l'acqua perigliosa e guata...
[7] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 1, 19-27, pag. 11, col. 2.3: E quale è quei che conlena affanata. Qui dà exempio che, sí comme colui il quale è pasato per un perigoloxo mare ed è zunto salvo a la riva se volge...
[8] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 6, pag. 181.11: ma il pecto con lena affannata battente, e il cuore di rabbia fiero le gonfia...
[9] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 1 parr. 34-36, pag. 91.8: E come quei che con lena affannata [[...]] [22-27] Qui D. fa una comparatione de sé a l'omo el quale è stato in mari in tempesta e in fortuna e, uscendo dal pellago, vene a la riva, e prende porto e volgesi con la lena afanata al mare tempestoso donde è uscito.
1.1 Estens. Affaticato, privo di forze, fiaccato fisicamente.
[1] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 174.24: Tanto si combatterono in su la riva, che il dì si partì, e per la schurità della notte chomvenne che lli Troiani tornassero alla cittade, i quali con grande baldanza e allegrezza tornarono, e lli Greci rimasero sbigottiti e affannati.
[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 86, pag. 242.29: bagnava in questo stretto luogo il corpo suo affannato nelle fatiche della villa, esercitandosi zappando, e lavorando la terra colle sue mani, secondo l'uso degli antichi.
[3] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Ero., pag. 183.28: Ma di poi che gran parte della ingannata notte da me fu consumata, il sonno furtivamente entrò negli affannati occhi.
[4] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 5, vol. 1, pag. 218.23: E da capo, poi che 'l bianco die avea fatte oscurare le stelle, cercoe per la figliuola dall'oriente insino all'occidente. E, affannata, avea raccolta sete per la fatica...
[5] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 1, cap. 30, pag. 107.32: il campo si cominciò con taciturnità a riposare, sì per l'affanno ricevuto il preterito giorno che richiedeva agli affannati membri riposo, sì per l'allegrezza della vittoria che molte menti avea nel vino sepellite.
[6] Poes. an. perug., c. 1350, 250, pag. 22: Ongni nostra potenza par che spira, / però recuririm tra gl'afanate braccia, / seguendo amor che verso te ne tira.
[7] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 23, par. 2, vol. 2, pag. 101.16: gridau [[Cristu]] et exulau, plansi et lacrimau, si tamen lacrimi avia killu ochyu di Cristu affannatu...
[8] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 13, par. 14, 78.68, pag. 179: «Prima che in Puglia giungano li Franchi / molti seranno de lor affannati / e lor con lor cavalli lassi e stranchi.
- [Con specificazione della causa].
[9] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 3.34, pag. 212.2: I Pistolesi, poveri, lassi, e di guerra affannati e distrutti, non teneano del tutto con loro...
[10] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 9, pag. 86.16: Partito quindi Allexandro co' suoi affannato della sete e del caldo e combattuto dalle fiere salvatiche d'attorno, tanto cavalcò che trovò un fiume d'acqua dolce...
[11] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 195.13: Li citatini de Roma parevano forte affannati della fatica e dello desciascio e dello danno.
1.1.1 Locuz. avv. All'affannata: con grande fatica.
[1] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 15, pag. 159.27: E Dynadaron, uno de quilli fratielli bastardi, lassaose correre co la lanza soa contra uno nobele miraglya de li Grieci, chi se clamava Pollisseno, lo quale calvacava uno forte cavallo e con tanto potere lo venne premendo che lo gittao da quillo destriere, e poy mantenente lo piglyao per le retene e proferzelo cortesemente ad Hector, lo quale multo a l'affannata stava a cconbattere a piede, se le lo placeva de calvacare, lo quale Hector toste lo montao.
2 Fig. Gravato dall'angoscia, afflitto.
[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 1, pag. 7.13: Che montan donque, che, ricchesse de fore, se povertà è dentro en voitessa de mendichissimo animo ed affannato?
[2] F Geri Giannini pisano, XIII (pis.): Viv'affannato, pato male storte, / oimè!, che porte tien ·mi d'amarore / non ben agiato fiato, di che tort'è... || CLPIO, L 329 GeGi.5.
[3] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), Son. 4.10, pag. 124: Per forza Amore m'à lo cor furato, / ond'afannato - il tiene a dismisura; / sì ch'io non saccio come mai raquisto / del mio cor tristo - i[n] nulla guisa faccia...
[4] Poes. an. umbr., XIII/XIV, Et donali conforto, se te chiace, 31, pag. 101, col. 2: Se·tti ricorda bene / (et se' cortese, quanto credo, et sagia), / como gli desti ispeme, / dera'gli gioia, se non serai selvagia / a levarlo di pene, / ché spera avere buon porto; et surge in piagia / duol più ch'altro affannato di tormento.
[5] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. c. 2.111, vol. 2, pag. 33: di ciò ti piaccia consolare alquanto / l'anima mia, che, con la sua persona / venendo qui, è affannata tanto!».
[6] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), Son. 428.5, pag. 257: cum una ymaçine, adorna e bella, / la qual suave parla: «Eo sono quela, / che dà conforto e pace a chi mi atende». / Unde ig spirti affanati si rende, / «Merzé,» clamando «verçene donçella, / condùcine a salute, o vera stella, / e scaçça questa che tanto ni offende».
[7] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), son. 39.4, pag. 584: Emmaginando, polzella laudata, / qual contra voglia mia far me convène, / non se porian contar le grave pene, / che sent'el cor con la mente affannata.
[8] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), MCXXXVII, pag. 264: La festa che fo facta, fo allo vescovato, / Et fo per santo Maximo benedicto et laudato, / Che venìa de ottobro, che era homo affandato...
[1] Cavalca, Rime (ed. Simoneschi), a. 1342 (pis.), serventese, 70, pag. 53: Per me si truova larghezza e divizia, / remunero l'afannato da prigrizia, / a' buoni bene, ed a' rei do tristizia / con tormento.
[2] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 1.47, pag. 4: e so ben veramente che e' piacque / a Venus far sua reda / costei, sì che conceda / a gli affannati di suo arco frecce.
[3] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 267.7, pag. 174: E quella, che l'altruy penne non crede, / per ch'essa nonn è stretta cum desiri, / ver' la afanata par che gl'ogli çiri, / mostrando paçe, e poy nega mercede.
[u.r. 06.07.2007]