AFFIAMMARE v.

0.1 affiamata, affiamma, affiammato, affiammò, afflambato, afflamo, afiama, afiamma, aflama; f: aflanmi.

0.2 Da fiamma.

0.3 Elegia giudeo-it., XIII in. (it. mediano): 1.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Distr. Troia, XIII ex. (fior.); Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.).

In testi sett.: Poes. an. lomb., XIII; F Libro de li exempli, XIII/XIV (venez.).

In testi mediani e merid.: Elegia giudeo-it., XIII in. (it. mediano).

0.7 1 Dare alle fiamme; pron. prendere fuoco. 1.1 Fig. Prender fuoco, ardere per una passione o per fervore religioso.

0.8 Rossella Mosti 16.10.1998.

1 Dare alle fiamme; pron. prendere fuoco.

[1] Elegia giudeo-it., XIII in. (it. mediano), 30, pag. 38: Guai, quanta ienti foi mecïata, / ke tutta la terra gia ensanguinentata! / oi, Sïon, ke si' desfigliata! / Lo templo santo àbbero desirtato, / ke 'n grandi onori foi 'deficato, / e foco da celo l'abbe afflambato.

[2] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 50, pag. 240.27: Alla quarta beatitudine, della fame e della sete della giustizia, risponde il dono della fortezza, e l'uno aiuta l'altro, perocchè la fame cioè il gran desiderio fa l'uomo forte; onde proverbio è che l'amore non sente fatica, e chi è ben forte più opera, e più operando più si accende il desiderio, e cresce in fervore a modo del fuoco, che quanto più legne vi metti, più cresce e più affiamma.

[3] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 3, cap. 2 ch., pag. 296.29: E se noi considiriamo il secco e 'l sottile ch'è in quello vapore sanza fummo, alotta si chiama estus, che tanto è a dicere quanto cosa avaccio infiammabile, imperciò che il sottile terreste leggiermente s'incende e afiamma...

1.1 Fig. Prender fuoco, ardere per una passione o per fervore religioso.

[1] Poes. an. lomb., XIII, Poi qe neve ni glaza, 32, pag. 504: Quel no par qe ben ama, / qi à d'Amor novela / qe croia gente fela / lo met'en mala fama, / se d'ira no 'nd'aflama / e contra non favela...

[2] F Son. an. Chi sua voglensa ben avesse intera, XIII (tosc.): E certo, sta ·nmi a ragion ben; ché coza / c'om à vogloza, e sa gl'è strugimento, / giudicamento dritt'è ch'e' n'aflanmi. || CLPIO L 344.14.

[3] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 158.16: E cciò veggiendo il re, lo chuore gli affiammò d'ira, di mal talento e di dolore, e fecie le bandiere volgiere verso la cittade.

[4] F Libro de li exempli, XIII/XIV (venez.): Ma lo animo ad aldire queste cose, sì se aflama e sì desira per grande voluntade essere lá ó ch'elo se spera galdere sença fine. || Ulrich, Trattati, p. 144.28.

- [Con rif. alla fiamma amorosa].

[5] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), Son. 33.13, pag. 348: Cioè lo cor, che no à ciò che brama, / se mor ardendo ne la dolce fiamma, / rendendo vita come la finise; / e poi l'amor naturalmente il chiama, / e l'adornezze che 'n sper'i è l'afiama, / rendendo vita come la finise.

[6] Dante da Maiano, XIII ex. (fior.), 26.5, pag. 76: Ohi lasso, che tuttor disio ed amo / quella che lo meo ben punto non ama, / e quanto più di me merzé le chiamo, / allora più di core mi disama; / ed eo per lei amare ardo ed afflamo, / e mi consumo come legna in flama; / e quanto più ne 'ncendo, più la bramo, / e più mi stringe Amore e sua lïama.

[u.r. 22.08.2005]